La politica, più che l’economia, in primo piano tra USA ed Europa – Crédit Mutuel AM
La politica è il tema centrale di questo periodo, sia negli Stati Uniti che in Europa.
In Francia, lo scenario attuale ricorda fortemente la situazione alla fine del 2024, segnata dalla caduta del governo Barnier. Il risultato dovrebbe essere simile, con un nuovo governo che probabilmente opterà per una politica economica meno ambiziosa del previsto e quindi un Paese che continuerà ad affrontare un deficit elevato, bassa crescita e instabilità politica. In questo contesto è difficile essere molto positivi, anche se le attese attuali sembrano già riflettere un possibile deterioramento del rating sovrano. Negli ultimi mesi siamo stati cauti sugli asset francesi e manteniamo questo posizionamento, senza fare riferimento a uno scenario disastroso. Le dimissioni di Emmanuel Macron o un nuovo scioglimento ci sembrano improbabili in questa fase.
Anche negli Stati Uniti la politica è il tema principale, tra guerre tariffarie, nomina alla Fed e tentativi di negoziare un accordo di pace con la Russia. È difficile avere certezze ma alla fine crediamo che ci siano troppe analogie con la situazione dello scorso autunno. A settembre 2024, le attese di un taglio dei tassi da parte della Fed ci sembravano sovrastimate, visto il buono stato di salute dell’economia a stelle e strisce e nonostante i rischi sul mercato del lavoro. Quest’anno è ancora così: dati abbastanza rassicuranti sull’economia, consumi che continuano e dovrebbero rimanere sullo stesso livello e, inoltre, un rischio inflazionistico significativo. Gli indicatori stanno convergendo nel descrivere uno scenario di aumento dei prezzi, aggravato dai dazi, il cui costo sarà in gran parte sostenuto dal consumatore finale.
L’Eurozona sta registrando un graduale miglioramento, con una crescita rivista al rialzo e l’uscita dalla recessione per il settore manifatturiero. La Germania, motore economico della regione, sta beneficiando di massicci piani di stimolo che dovrebbero sostenere la spinta nei prossimi trimestri. Il calo dei prezzi dell’energia (petrolio e gas) è un altro fattore positivo sia per l’economia che per il controllo dell’inflazione. In questo contesto è probabile che la BCE mantenga un atteggiamento attendista. Infine, qualsiasi progresso diplomatico tra Russia e Ucraina, come un cessate il fuoco, sarebbe un ulteriore fattore a sostegno della stabilità nella regione.
In un mondo ancora dominato da ampi deficit di bilancio nelle principali economie sviluppate, giudichiamo che nel medio termine il contesto generale rimanga favorevole agli asset di rischio, nonostante le valutazioni storicamente poco interessanti di alcuni segmenti di mercato. Questo quadro macroeconomico è anche alla base del continuo irripidimento delle curve dei rendimenti, mentre il dollaro continuerà probabilmente a restare sotto pressione.

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