Il conflitto in Medio Oriente: l’istruzione, interrotta o negata a intere generazioni di giovani

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Cari membri della comunità Università Bocconi,
Il conflitto in Medio Oriente e la drammatica situazione nella Striscia di Gaza ci ricordano ogni giorno la fragilità della vita umana e la vulnerabilità degli elementi essenziali dell’esistenza: la sicurezza, la salute e il futuro. Tra le vittime più silenziose della guerra vi sono l’istruzione, interrotta o negata a intere generazioni di giovani, e la ricerca, la cui assenza priva le società della capacità di progredire e di costruire nuove soluzioni per un futuro migliore.

Come università non possiamo ignorare questa sofferenza. L’educazione e la ricerca sono le basi su cui costruire ponti tra le culture, ricostruire le società dopo le macerie lasciate dalla violenza e restituire dignità a chi l’ha perduta. La conoscenza non è mai neutra: è una responsabilità civica, è una possibilità di riscatto, è la condizione stessa che ci permette di immaginare e promuovere la pace.
Per questo la Bocconi rinnova il suo impegno non solo a osservare, ma ad agire. Dopo aver accolto gli studenti provenienti dall’Ucraina, oggi lavoriamo per offrire opportunità di studio per giovani palestinesi attraverso i Programmi di Inclusione Bocconi. Non si tratta solo di aprire le porte della nostra comunità, ma di affermare un principio: nessun conflitto dovrebbe mai mettere a tacere la voce della conoscenza e nessuna guerra dovrebbe mai chiudere la strada all’educazione.

Il nostro ruolo come comunità universitaria internazionale è quello di alimentare il dialogo e la cooperazione, di respingere le semplificazioni e l’odio e di cercare nella complessità delle differenze la possibilità di una giusta convivenza. In un’epoca di muri e divisioni, la conoscenza è l’unico ponte veramente duraturo.
In questo spirito, riaffermiamo la nostra solidarietà con tutte le vittime innocenti, di ogni parte, e il nostro impegno affinché la Bocconi sia sempre più un luogo in cui lo studio diventi strumento di libertà, dignità e speranza condivisa.
Francesco Billari
Riccardo Taranto