Il mercato dei Green Bond tiene, ma l’adattamento climatico resta l’anello debole della finanza sostenibile

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Nonostante una leggera flessione a livello globale, il mercato dei Green, Social e Sustainability (GSS) Bond dimostra una sorprendente resilienza. È quanto emerge dall’ultimo GSS Bonds Report pubblicato da MainStreet Partners, che fotografa un settore in evoluzione, ma ancora lontano dal rispondere in modo efficace alle sfide più urgenti poste dal cambiamento climatico.

Il report segnala una contrazione del 3% nelle emissioni globali di GSS bond da inizio anno, una frenata che però non tocca l’Europa: qui, le emissioni di green bond sono aumentate del 40% rispetto allo stesso periodo del 2024, arrivando a rappresentare l’86% del volume. Un segnale chiaro della leadership europea nel settore, rafforzata anche dall’adozione dello EU Green Bond Standard (EuGBS), che da solo copre già il 7% delle emissioni europee.

Una crescita trainata dalla qualità e dalla credibilità

Come sottolinea Pietro Sette, Research Director di MainStreet Partners, il mercato non si sta solo espandendo in termini quantitativi, ma anche qualitativi. “Nonostante le incertezze macroeconomiche e regolamentari, l’attività resta sostenuta, con l’Europa che consolida la propria leadership”, si legge nel report. A dare slancio al settore è anche la crescente trasparenza degli strumenti offerti, condizione indispensabile per garantire fiducia a lungo termine tra gli investitori.

La testata internazionale Environmental Finance ha evidenziato più volte come la standardizzazione dei green bond sia cruciale per la credibilità del mercato, e l’implementazione dello EuGBS rappresenta un passo concreto in questa direzione. Tra le emissioni più significative del 2025 troviamo il debutto sovrano della Danimarca e il green bond emesso dalla finlandese TVO legato al settore nucleare, entrambi conformi ai nuovi criteri europei.

Il paradosso dell’adattamento climatico

Eppure, dietro questa apparente solidità si cela una criticità strutturale che il report di MainStreet Partners non esita a definire “urgente”: il sottofinanziamento dell’adattamento climatico. Solo lo 0,9% dei proventi dei GSS bond del 2024 è stato destinato a progetti di adattamento, a fronte di impatti fisici in continua crescita.

Secondo i dati riportati, più di 1,8 miliardi di persone vivono oggi in aree ad alto rischio di inondazioni. Nel solo 2024, le perdite economiche globali dovute alla siccità hanno superato i 13 miliardi di dollari. Numeri che testimoniano la necessità di un cambio di paradigma: finanziare esclusivamente la mitigazione delle emissioni di CO₂ non basta più. Come sottolinea anche Climate Bonds Initiative, il futuro della finanza sostenibile passerà necessariamente per una maggiore attenzione alla resilienza delle comunità e delle infrastrutture.

I casi di studio: Paesi Bassi e Indonesia

Il report propone alcuni casi studio illuminanti. Nei Paesi Bassi, storicamente soggetti al rischio idrogeologico, sono stati emessi bond per finanziare infrastrutture contro l’innalzamento del livello del mare, mentre in Indonesia si stanno sperimentando strumenti finanziari per supportare le comunità agricole minacciate dai cambiamenti climatici. Entrambi gli esempi dimostrano come l’adattamento non solo sia possibile, ma possa anche generare benefici economici e sociali tangibili.

Tuttavia, secondo Reuters Green, il problema principale resta la qualità dei dati: solo il 30% degli emittenti che dichiarano progetti di adattamento nei propri framework riportano poi con precisione l’effettiva allocazione dei proventi. Questo ostacola la valutazione dell’impatto reale e rende difficile attrarre capitali privati, che continuano a preferire progetti più facilmente misurabili legati alla mitigazione.

Il ruolo dei policy maker e degli investitori

In un contesto di crescente urgenza climatica, il report lancia un appello chiaro: colmare il gap di finanziamento per l’adattamento deve diventare una priorità per policy maker e investitori. Strumenti come lo EU Green Bond Standard rappresentano un buon punto di partenza, ma occorre estendere il focus anche a progetti che aumentino la resilienza.

Come ha recentemente affermato anche Bloomberg Green, la finanza sostenibile non può più permettersi di ignorare l’altra metà della lotta contro il cambiamento climatico. Non si tratta solo di ridurre le emissioni, ma di prepararsi agli impatti ormai inevitabili. E per farlo, servono strumenti dedicati, trasparenti e affidabili, in grado di canalizzare capitali verso infrastrutture e comunità vulnerabili.

Il GSS Bonds Report 2025 di MainStreet Partners conferma la tenuta e la crescente maturità del mercato dei bond sostenibili, ma solleva al tempo stesso interrogativi cruciali sulla direzione futura della finanza climatica. L’Europa guida il cambiamento, ma il mondo ha bisogno di uno sforzo coordinato per affrontare le sfide del presente. Il tempo per colmare il divario tra mitigazione e adattamento sta finendo — e la finanza ha un ruolo decisivo da giocare.