Il quadro economico a un passo dalla Legge di Bilancio: l’opinione di Alessia Potecchi e dei principali quotidiani italiani
Analisi critica e confronti
Il commento di Alessia Potecchi dal quale abbiamo preso spunto offre una lettura particolarmente critica della situazione economica italiana, alla vigilia della presentazione della Legge di Bilancio 2025. Alessia Potecchi sottolinea un insieme di sfide che, secondo lei, sono state gestite in modo insufficiente dal governo, evidenziando l’inefficacia delle politiche economiche adottate finora e un quadro economico che appare stagnante. In questo articolo, tenteremo di esplorare queste opinioni, mettendole a confronto con altre posizioni espresse dalla stampa italiana, per cercare di comprendere meglio quale sia l’attuale condizione economica dell’Italia e quali siano le prospettive per il futuro.
La critica alla politica economica del Governo
Alessia Potecchi (Dipartimento Economia e Finanze PD Nazionale) inizia la sua analisi affermando che l’economia italiana si trova in una situazione di stallo, con lo sviluppo che sembra essere fermo e la pressione fiscale che ha toccato i livelli più alti dal 2020, attestandosi al 42,7% nel 2025. Un punto centrale del suo discorso riguarda l’aumento della tassazione a fronte di un miglioramento degli stipendi lordi, dovuto principalmente ai rinnovi contrattuali. Secondo la Potecchi, l’assenza di un adeguamento degli scaglioni fiscali ha portato a una sorta di “drenaggio fiscale”, in cui il miglioramento degli stipendi è annullato o addirittura superato dall’aumento del carico fiscale. Questa situazione, afferma, colpisce in particolare il ceto medio, il quale è stato, invece, oggetto delle promesse del governo.
Intervista ad Alessia Potecchi
Lei sostiene che il governo ha cercato sì di ridurre il cuneo fiscale, ma con effetti controproducenti
“Non ci sono passi in avanti significativi sul fronte della Riforma Fiscale anzi vedo passi indietro sul discorso di giustizia sociale e di equità che deve caratterizzare questo percorso. Il tema della frammentazione e della diversificazione del pagamento delle imposte che rende il nostro sistema iniquo permane e si rafforza, non ci sono interventi significativi sulla semplificazione e sulla mole di detrazioni che ha il nostro sistema fiscale se non quella per i redditi oltre i 75.000 euro in base al numero dei figli che è molto discutibile perché frammenta ancora di più il sistema complessivo. La proposta di riduzione della seconda aliquota dal 35% al 33% fino a 50.000 euro ha un costo alto e rischia di produrre, esattamente come la resa strutturale delle tre aliquote, dei benefici non particolarmente importanti. Non ci sono provvedimenti concreti per combattere l’evasione fiscale, la rottamazione voluta dalla lega costa 4 miliardi, una ennesima proposta di condono.”
Che cosa suggerisce?
“Bisogna promuovere maggiore equità, nuove modalità di indirizzo della spesa pubblica, politiche del mercato del lavoro e di inclusione sociale che abbiano alla base questi valori. L’obiettivo è quello di rendere più giusto il carico fiscale, eliminare i regimi di favore e utilizzare le risorse, in primis quelle che derivano da una serie lotta all’evasione e alla elusione fiscale, per finanziare sanità, istruzione e transizione ecologica e per diminuire le tasse stesse.”
l taglio delle tasse è stato infatti compensato da un incremento della pressione fiscale, che ha comportato un esborso aggiuntivo di circa 22 miliardi di euro per i contribuenti. A questo si aggiunge la critica alla politica estera del governo italiano, accusato di non aver preso una posizione chiara nella gestione dei dazi imposti da Donald Trump e nel confronto tra Stati Uniti ed Europa.
Confronto con le opinioni della stampa nazionale
Questa visione critica della gestione economica del governo non è unica. Anche altri quotidiani italiani, pur con sfumature diverse, hanno sollevato preoccupazioni riguardo alle scelte economiche del governo.
Il Sole 24 Ore, ad esempio, pur riconoscendo i tentativi di ridurre la pressione fiscale, ha evidenziato come la stagnazione dell’economia e il rallentamento dei consumi rischiano di vanificare gli effetti positivi di queste politiche. Nel suo editoriale, il quotidiano di Confindustria ha messo in luce come la crescita economica del Paese sia rimasta al di sotto delle aspettative, con un PIL che non accenna a decollare nonostante gli sforzi di stimolare la domanda interna e il mercato del lavoro.
Anche la Repubblica, seppur in modo più sfumato, ha criticato la mancanza di una visione a lungo termine nella gestione delle politiche fiscali. Secondo il quotidiano romano, la Legge di Bilancio 2025 sembra essere troppo incentrata su misure di breve periodo, come il taglio del cuneo fiscale, senza affrontare in maniera strutturale le disuguaglianze e la bassa produttività che affliggono l’economia italiana.
D’altro canto, Corriere della Sera ha evidenziato che, nonostante i timori legati alla crescente pressione fiscale, il governo sta cercando di bilanciare l’esigenza di contenere il debito pubblico con la necessità di supportare la crescita economica. Tuttavia, anche questo quotidiano non ha potuto fare a meno di sottolineare la difficoltà di sostenere politiche fiscali espansive in un contesto internazionale segnato da incertezze geopolitiche, in particolare le relazioni con gli Stati Uniti e la politica commerciale di Trump, che hanno avuto un impatto sulle esportazioni italiane.
L’impatto delle nuove regole di bilancio dell’UE
Un altro aspetto che Alessia Potecchi sottolinea con preoccupazione è l’introduzione delle nuove regole fiscali europee. Le nuove linee guida dell’Unione Europea, destinate a limitare ulteriormente i deficit pubblici, potrebbero ostacolare la possibilità per l’Italia di attuare politiche fiscali espansive. Questa preoccupazione è condivisa da molte voci critiche, come quella del Fatto Quotidiano, che ha definito le nuove regole dell’UE come un “giogo” per l’Italia, che rischia di essere costretta a stringere ulteriormente la cinghia, nonostante le necessità di rilancio economico.
Tuttavia, altri editorialisti, come quelli de Il Giornale, hanno interpretato queste stesse regole come una “sfida” che potrebbe stimolare l’Italia a riformare il suo sistema fiscale e a migliorare la sua competitività. Secondo questa visione, l’Italia ha bisogno di una maggiore disciplina fiscale per ridurre il debito pubblico, ma anche di investimenti mirati in settori strategici come l’innovazione, l’energia e le infrastrutture, che potrebbero favorire una crescita sostenibile nel lungo periodo.
Il commento di Alessia Potecchi solleva dubbi e preoccupazioni legittime sulla gestione dell’economia italiana alla vigilia della Legge di Bilancio 2025. La stagnazione economica, l’aumento della pressione fiscale e le incertezze derivanti dalle politiche europee e internazionali sono temi ampiamente condivisi dalla stampa nazionale. Il dibattito rimane aperto, ma ciò che è chiaro è che l’Italia si trova di fronte a un momento cruciale, in cui ogni scelta politica avrà conseguenze a lungo termine sul suo futuro economico. La speranza, condivisa da molti, è che la Legge di Bilancio possa rappresentare un punto di svolta per una crescita sostenibile e inclusiva.


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