La “mini-manovra” verso Bruxelles: oggi il Documento programmatico di bilancio, il testo definitivo il 20 ottobre

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Con il cronoprogramma su un filo sottile, il Governo avvia oggi il passaggio formale della manovra 2026 con l’approvazione delle tabelle tecniche della legge di bilancio, cioè il Documento programmatico di bilancio (Dpb) da inviare entro oggi 15 ottobre alla Commissione europea. Il testo vero e proprio della manovra – la legge di bilancio – è invece atteso in Consiglio dei ministri il 20 ottobre.

Questo scaglionamento non è casuale: da un lato è imposta dalla scadenza europea per il Dpb, dall’altro riflette le tensioni ancora aperte sul “contributo” che dovrà arrivare dal settore bancario, oltre che sulle misure riguardanti fisco, pensioni e spesa pubblica.

Le linee guida: 18 miliardi, taglio Irpef, revisione ISEE e pressione sulle banche

Nel corso del Cdm di oggi è attesa l’illustrazione (non ancora l’approvazione piena) delle cifre salienti che faranno da cornice alla manovra. Il ministero dell’Economia, attraverso il suo comunicato, parla di interventi per circa 18 miliardi annui medi nel triennio 2026-2028.

Tra le voci che emergono con più insistenza, il taglio della seconda aliquota Irpef, che passerà dal 35 % al 33 % per i redditi fino a 50 mila euro, con uno stanziamento triennale di circa 9 miliardi. Un pacchetto famiglia/povertà da circa 3,5 miliardi nel triennio, con interventi su congedi, detrazioni e ISEE. Un aumento di spesa per la sanità, con ~2,4 miliardi aggiuntivi per il 2026. Il congelamento almeno parziale e selettivo dell’innalzamento automatico dell’età pensionabile dal 2027. Il nodo delle banche e assicurazioni: nel computo delle coperture circolano cifre tra 2,5 e 4,5 miliardi come contributo straordinario, per chiudere il bilancio della manovra.

In queste ore, tra Palazzo Chigi e il Ministero dell’Economia, si è intensificato il dialogo con l’Abi (Associazione bancaria italiana). I vertici bancari hanno manifestato apertura a un contributo “concordato”, nella logica degli accordi pluriennali sugli anticipi (DTA) piuttosto che di nuove imposizioni straordinarie. Secondo fonti di stampa, nel Cdm odierno si dovrebbero “chiudere i numeri”, mentre le norme vere e proprie saranno perfezionate in sedute successive tra giovedì e venerdì.

Le reazioni editoriali: pressioni, scelte obbligate e timori di instabilità

I quotidiani italiani, da oggi, sono stati molto attenti a leggere la manovra non solo nei suoi numeri, ma nel suo valore politico e normativo nell’era delle nuove regole europee.
Il Sole 24 Ore evidenzia come “oggi i numeri in Cdm: si tratta fino all’ultimo su pensioni e banche”, sottolineando l’elemento di incertezza residua sul contributo del sistema finanziario.
Lavoce.info, in un saggio analitico, parla di una “manovra finanziaria formato mignon”: con i nuovi vincoli del Patto europeo, le scelte si riducono a “aggiustamenti marginali” piuttosto che risposte espansive per crescita e investimenti.
Corriere della Sera  registra la nuova “quadra” che la maggioranza sta cercando, puntando su una manovra da 18 miliardi grazie al contributo delle banche e alle economie sui ministeri.
La Repubblica, riportando le misure della bozza, sottolinea lo sforzo su salari (2 miliardi), ISEE e misure per le famiglie, ma anche la tensione sul nodo del contributo bancario. 

In sintesi, i commentatori rilevano un dilemma centrale: da un lato, la necessità politica di offrire sostegno e agevolazioni (taglio delle imposte, misure sociali); dall’altro, la rigorosa guardia dei conti pubblici imposta dal nuovo quadro europeo e dalle limitate coperture reali.

Tra ambizioni e vincoli: le incognite in attesa del 20 ottobre

La scansione a due tempi lascia aperta una finestra per aggiustamenti dell’ultima ora. Ma dentro questa finestra scorrono nodi che influenzeranno molto il profilo finale del provvedimento.
Il contributo del sistema bancario e assicurativo: quanti miliardi ci saranno? Quanto saranno “volontari” e quanto imposti?
La consistenza delle coperture: più risparmi sui ministeri, un margine maggiore di deficit o voci straordinarie? Bankitalia ha già avvertito: “dove sono le coperture?”
La scelta dell’anticipo vs misure strutturali: se troppe poste resteranno una tantum, cresce il rischio di instabilità nei bilanci futuri.
Il bilanciamento fra equità e vincoli europei: la manovra nasce sotto l’ombrello delle nuove regole di governance Ue, che vincolano i margini netti di bilancio.

Il 20 ottobre si deciderà non solo cosa entra nella legge di bilancio (e con che ritmo), ma anche quale messaggio politico il Governo vorrà trasmettere: la scelta fra contenimento e alcuni spazi di ambizione, o un passo più prudente in nome della credibilità nei confronti dei mercati e di Bruxelles.