La strategia dell’Unione Europea per migliorare l’alfabetizzazione finanziaria. Conferenza congiunta BETTER FINANCE – EFPA Europe
Il 30 settembre si è tenuta a Bruxelles la conferenza congiunta BETTER FINANCE – EFPA Europe intitolata “Financial Literacy and Advice: Driving Confidence, Protection and Well-Being” che ha puntato i riflettori su un tema sempre più centrale nel panorama europeo: l’alfabetizzazione finanziaria e il valore del consulente professionale.
L’evento, sotto il patrocinio del Parlamento Europeo, si inserisce in un più ampio programma che BETTER FINANCE ha delineato per i prossimi mesi, con conferenze su pensioni, tutela degli investitori e lotta alle truffe finanziarie.

Durante la mattinata è stato svelato lo studio congiunto “Financial Health of EU Citizens – Quantitative Research”, frutto della collaborazione tra BETTER FINANCE ed EFPA: un’indagine su oltre 14.000 adulti in 10 Paesi europei volta a fotografare il grado di benessere finanziario, i comportamenti di risparmio, le vulnerabilità e le lacune conoscitive.
A fare da sfondo, la strategia dell’Unione Europea per migliorare l’alfabetizzazione finanziaria: in quella stessa giornata la Commissione ha infatti pubblicato una nota in cui sottolinea che «meno di un quinto dei cittadini UE possiede un alto livello di literacy finanziaria (Eurobarometro 2023)» e ha annunciato misure per favorire la conoscenza e l’accesso agli strumenti finanziari.
Il paradosso della conoscenza finanziaria e fiducia nell’Advisor
In molti paesi europei, nonostante l’aumentato accesso a informazioni e piattaforme digitali, permane un divario tra conoscenza finanziaria teorica e fiducia nell’applicazione pratica. In Italia, per esempio, uno studio recente (Aristei & Gallo, 2025) mostra che chi possiede maggiore competenza finanziaria è meno propenso a affidarsi esclusivamente a robo-advisor, mentre chi ha fiducia nelle proprie capacità digitali tende ad integrarli con consulenza umana. arXiv
Questo suggerisce che una formazione finanziaria efficace non si limita a trasmettere concetti, ma deve portare gli individui a riconoscere quando è utile un supporto professionale.
Il ruolo del consulente : ponte tra progetto pubblico e mercato
Il panel “Can We Have It All? Financial Advice at the Crossroads” ha analizzato come il consulente debba essere non un semplice venditore, ma un facilitatore che raccorda esigenze individuali con strumenti di mercato, anche alla luce della futura Savings and Investment Union (SIU).
In questo senso, la conferenza ha sottolineato che il vero valore aggiunto di un advisor consapevole non è tanto suggerire il “prodotto migliore”, ma aiutare il cliente a non cadere in trappole (costi nascosti, conflitti di interesse, investimenti poco adatti al profilo di rischio).
Disuguaglianze nazionali e disallineamenti politici
Nel corso dei talk è emerso che il livello di alfabetizzazione finanziaria varia fortemente da Stato a Stato, con sondaggi come l’Eurobarometro che mostrano percentuali molto basse in alcune aree del sud e dell’est Europa.
Un commento interessante proviene dalla EBF European Banking Federation: in luglio 2025 ha diffuso raccomandazioni alla Commissione per rafforzare la strategia europea sulla financial literacy, proponendo di rendere la competenza finanziaria una “abilità di vita” riconosciuta e includerla nei programmi scolastici fin dall’età precoce.
Ostacoli da superare
Overload informativo e disinformazione: un tema ricorrente è che molti cittadini sono sommersi da informazioni (newsletter, annunci, pubblicità), senza strumenti per discernere tra fonti affidabili e truffe.
Conflitti di interesse: BETTER FINANCE, nelle sue posizioni pubblicate, ha avvertito che incentivi impropri tra intermediari e produttori di strumenti finanziari rischiano di compromettere la neutralità del consiglio.
Digital divide generazionale: è emersa la necessità di modulare la formazione in base all’età e al grado di familiarità con gli strumenti digitali, permettendo così a fasce meno “avvezze” di non restare escluse.
L’evento del 30 settembre non è stato solo un momento simbolico, ma un tassello di strategia: influenzare i regolatori europei, stimolare le associazioni nazionali di consumatori e sollecitare la partecipazione attiva degli operatori finanziari.
In prospettiva, se la Savings and Investment Union prenderà forma, l’educazione finanziaria e il ruolo del consulente saranno centrali nel garantire che l’apertura ai mercati capitali non generi esclusione o disuguaglianza.
Dal web ai documenti ufficiali emerge un senso: non basta che gli strumenti esistano, occorre che i cittadini siano in grado di usarli con consapevolezza per costruire un risparmio che non si limiti a conservare il capitale, ma generi valore reale.

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