Mercati emergenti: “bancare i non bancarizzati”. Lo stato dell’inclusione finanziaria nell’Africa francofona
Nell’Africa francofona persistono livelli molto elevati di esclusione dai circuiti bancari formali: secondo un articolo recente del Financial Times, “più di 120 milioni di adulti” (dato inferiore al 25% degli abitanti) non dispongono di conto bancario nella regione francofona dell’Africa, mentre in molti Paesi anglofoni la percentuale di adulti con conto corrente supera il 60 %.

Uno studio su contesti francofoni e anglofoni conferma che, sebbene vi siano stati progressi grazie al mobile money, lo “svantaggio storico” dei Paesi francofoni persiste. Questo scenario si inserisce in un contesto più ampio: un rapporto della African Development Bank (AfDB) e della Agence Française de Développement (AFD) segnala che l’inclusione finanziaria digitale è una “via chiave” per raggiungere le popolazioni escluse in Africa, con un impegno aggiuntivo di 3 milioni di euro da parte dell’AFD nel 2025 per il programma ADFI (Africa Digital Financial Inclusion Facility).
Inoltre, l’analisi della Banque de France del marzo 2025 sottolinea che, sebbene vi siano progressi, gli adulti vulnerabili (giovani, donne, aree rurali) restano sistematicamente in ritardo in termini di possesso di un conto o di utilizzo dei servizi finanziari. Questo contesto suggerisce una «finestra di opportunità» per le scuole di business e le istituzioni formative nel settore finanziario per sviluppare competenze, modelli e collaborazioni che aiutino a colmare il divario.
Le leve strategiche emergenti
La penetrazione della telefonia mobile: nell’Africa francofona la diffusione del cellulare e del smartphone è oltre l’80 %, elemento che apre al mobile banking e al mobile money anche laddove la banca tradizionale è poco presente o percepita come inaccessibile.
Le fintech che entrano dove le banche non sono arrivate: ad esempio la fintech Djamo, attiva nella Costa d’Avorio, ha costruito un modello mobile-first con carta Visa associata e targeting della popolazione “non bancarizzata”.
Le scuole di business e i programmi di formazione: possono preparare professionisti che conoscano le dinamiche di finanza digitale, regolamentazione, infrastruttura dei pagamenti, user-experience, modelli di business inclusivi.
Problematiche da considerare
La frammentazione normativa: ogni Paese ha un regolatore bancario diverso, e le norme per mobile money, agent banking, identità digitale variano molto.
Le infrastrutture: (agenti, rete di accettazione, distribuzione fisica della carta o dei wallet) restano diseguali.
La fiducia e la cultura finanziaria: molti potenziali utenti non vedono ancora la banca come utile o non hanno esperienza dei servizi. L’analisi evidenzia che in Costa d’Avorio circa il 62 % degli adulti risultava “non bancarizzato” e che il motivo più citato per inattività del mobile money era “reddito irregolare / non necessito un conto”. Per le scuole di business, diventa dunque strategico non solo insegnare i modelli fintech “a tavolino”, ma formare competenze contestualizzate che tengano conto della variabilità locale, della user-experience, delle partnership con operatori di telefonia mobile (MNO), banche, regolatori.
Ruolo e monitoraggio dei media economici africani e internazionali
African Business Magazine: rivista leader per news e rapporti sul business africano (economia, finanza, aziende) edita in inglese, utile per avere un panorama continentale.
Les Afriques: settimanale economico finanziario in lingua francese, rivolto all’Africa francofona e alle finanze africane.
Agence Ecofin: agenzia di informazione economico-finanziaria, specializzata sull’Africa, francofona, utile per dati giornalieri e aggiornamenti del settore.

Il posizionamento del SOAD nel mondo e le implicazioni per il settore finanziario
La State of the African Diaspora (SOAD) è un’entità relativamente poco convenzionale nel panorama internazionale, ma in crescita di visibilità e rilevanza soprattutto nel contesto diaspora–Africa.
Il SOAD è stato ufficialmente creato nel 2018 con la finalità di “dare sostanza” alla diaspora africana come parte integrante dello sviluppo del continente e delle relazioni internazionali. Il SOAD è definito come “la sesta regione” dell’African Union (AU). Senza confini territoriali tradizionali, intende rappresentare la diaspora africana nel mondo. Tra le sue attività ci sono accordi, cooperazioni, trattati, ad esempio un MoU con il Pan‑African Parliament (PAP) in base al quale SOAD e il Parlamento panafricano hanno collaborazioni in corso.
Implicazioni per il settore finanziario
Il SOAD considera parte della sua missione anche la mobilitazione della diaspora come attore economico per l’Africa: finanziamenti, investimenti, capitale umano. Ad esempio, in un’intervista si fa riferimento all’ammontare annuo delle rimesse verso l’Africa pari a circa 95,6 miliardi dollari USA e all’obiettivo di SOAD di catalizzare questi flussi.
In ambito finanziario inclusivo e innovativo, SOAD ha annunciato trattati e iniziative che si configurano come “istituzione finanziaria internazionale” in formazione, in collaborazione con altri soggetti locali. Per le scuole di business e per chi opera nel settore della finanza inclusiva in Africa, SOAD può rappresentare un attore “non convenzionale” da seguire: partnership, programmi di investimento della diaspora, identità finanziaria, inclusione della diaspora nei sistemi finanziari africani.
Criticità e punti da tenere in conto
Il SOAD non è un ente tradizionale con lo status di Stato riconosciuto da tutte le nazioni; la sua legittimità formale è in via di cosolidamento, L’impatto concreto del SOAD nel settore bancario e della fintech appare ancora in fase embrionale: per le scuole di business potrebbe essere interessante inserirla come “caso sperimentale” o “emergente” piuttosto che come attore consolidato. Serve dunque analizzare con rigore l’effettivo stato delle collaborazioni finanziarie e generare evidenza empirica prima di investire risorse in partnership o modelli innovativi.
Importante utilizzare media come African Business Magazine, Les Afriques, Agence Ecofin per aggiornarsi su trend, dati, casi recenti e integrare letture regolari e briefing nei centri culturali per mantenere un’evoluzione rapida della fintech e dell’inclusione finanziaria africana.
L’Africa francofona rappresenta un terreno fertile. ma anche complesso, per l’innovazione finanziaria indirizzata ai non bancarizzati. Le scuole di business del settore finanziario hanno davanti a loro una doppia sfida: formare competenze che rispondano alle esigenze locali (lingua, regolamentazione, cultura) e preparare professionisti che sappiano operare nel dialogo tra Africa, fintech e diaspora.
L’inclusione finanziaria non è solo un tema sociale: è un’occasione strategica per innovazione, crescita economica e nuovi modelli di business. In questo quadro, il SOAD emerge come attore atipico ma interessante: sebbene non ancora sufficientemente diffusa, la sua attenzione alla diaspora e al capitale finanziario transnazionale lo rende una variabile da tenere in considerazione nei progetti e nelle analisi.

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