Missione Grecia: dal Principato di Monaco parte il catamarano Modx 70 per un ciclo di studi sulle aree marine protette

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Da Monaco a Monaco: ottobre nel Mediterraneo con un laboratorio scientifico zero emissione di CO2 per una rivoluzione ecologica sull’acqua.

Di Laura Damiola

Il richiamo del Grande Blu parte dal Principato di Monaco, a bordo dell’eco catamarano Modx 70, per un progetto denominata Missione Grecia, che intende rafforzare le aree marine protette, la ricerca e non solo, fungendo infatti anche da piattaforma diplomatica e didattica. Missione Grecia segna l’inizio di un ciclo di studi volti a rafforzare le aree marine protette (AMP ) dando il via alle Missioni Mediterranee (2025–2030) delle Explorations de Monaco.

Perché la Grecia? Xavier Prache, capo della missione, spiega la scelta   “La Grecia è una culla marittima e scientifica, quindi è stata una scelta naturale”.

La Grecia ospita la più grande area marina protetta. Inoltre, quest’estate, ha creato due nuove aree: una nelle Cicladi, l’altra nel Mar Ionio. Questa notizia ha riaffermato la decisione degli organizzatori della missione. Durante la Terza conferenza delle Nazioni Unite sull’Oceano   a Nizza  il primo ministro greco   Kyriakos  Mitsotakis aveva annunciato a Giugno  la creazione di due nuove aree marine protette, nel Mar Ionio e nelle Cicladi. Questa iniziativa include anche il divieto della pesca a strascico in alcune zone e mira a rafforzare la tutela ambientale marina. Oltre a preservare gli ecosistemi, il premier ha indicato che in queste aree marine “la pratica estremamente distruttiva della pesca a strascico sarà vietata”. Aveva promesso inoltre di collaborare con “comunità locali, pescatori, scienziati e partner globali per rendere questi parchi esempi di ciò che è possibile”.

Il primo parco marino creato in Grecia

Una traversata di dieci giorni attraverso il Canale di Corinto, la prima tappa di Atene, rotta poi su Alonissos e le Isole Sporadi Settentrionali, il primo parco marino creato in Grecia e la più grande AMP del Mediterraneo, il paradiso protetto per delfini, gabbiani e soprattutto per la foca monaca che dimora sull’isolotto di Piperi, zona di riproduzione anche dei rapaci dove sono state censite più di 250 coppie di Falchi della Regina.. Volos, situata a nord del Golfo Pagaseo, sarà la terza tappa di questa missione, luogo dove lo scorso anno ( Agosto 2024) c’è stato un vero disastro ambientale.

Per più ore le acque del porto sono state ricoperte da migliaia e migliaia di pesci morti a causa delle violente piogge e dei nubifragi che hanno colpito duramente questa zona della Grecia. Le inondazioni hanno infatti interessato la Tessaglia, più a nord, contribuendo a riempire alcuni bacini e un lago che era stato prosciugato nel 1962 nel tentativo di combattere la diffusione della malaria. Il lago, che per le inondazioni si è gonfiato di fatto fino a tre volte le sue dimensioni normali, si è poi ritirato drasticamente a causa di temperature e siccità costringendo quindi i pesci d’acqua dolce a dirigersi tramite i corsi d’acqua più a sud, nella zona che sfocia nel Golfo Pagaseo e nell’Egeo, ossia nell’area del porto di Volos.

Qui, nelle acque salate, i pesci non sono riusciti a sopravvivere e oggi gli abitanti di Volos, come ha ricordato il sindaco della città ellenica, hanno assistito a una terribile moria, con effetti sia sul turismo per la presenza di odori fortissimi nell’aria, sia sugli ecosistemi per via dell’impatto ambientale possibile su altre specie della zona. Se fosse stata piazzata una rete alla foce del fiume che porta a Volos, probabilmente questa moria non si sarebbe verificata. Dopo Volos l’equipaggio si dirigerà  a sud, a nord delle Cicladi, verso Syros, dove proseguirà le attività di divulgazione e scientifiche prima di rientrare ad Atene il 24 ottobre. Durante quest’ultima tappa del viaggio, i membri della missione presenteranno le attività svolte durante il viaggio prima di rientrare nel Principato di Monaco.

Laboratorio scientifico galleggiante

Frutto di una progettazione eco-responsabile, il MODX 70  con i suoi 21,33 m , combina propulsione a vela con ali Aeroforce, propulsione elettrica, idrogenazione e energia solare tramite 70 m² di pannelli fotovoltaici, offrendo un’esperienza di navigazione completamente sostenibile.
«Questa nave non è un’imbarcazione qualsiasi. È una risposta alle sfide attuali: esplorare, collaborare e sensibilizzare riducendo al massimo la nostra impronta di carbonio. Il MODX 70 dimostra che altre vie di navigazione sono possibili in Mediterraneo», dichiara Roberto Calcagno, Presidente dell Instituto oceanografico   di Monaco.

Il programma scientifico si basa su tre assi principali. Il primo è comprendere meglio come i diversi ambienti marini comunicano tra loro, quindi analizzare come l’inquinamento si diffonde all’interno di questo ecosistema, prima di svelare la straordinaria complessità della vita nel Mediterraneo. Oltre agli aspetti scientifici, la nave fungerà da piattaforma mobile per l’educazione ambientale. “Ogni scalo del MODX 70 sarà uno spazio di dialogo e comunicazione. Vogliamo che i giovani, i politici e i residenti costieri diventino attori chiave per un Mediterraneo sostenibile”, spiega Xavier Prache, direttore della missione.  In quest’ottica, il MOD-X è dotato dello strumento più innovativo sviluppato dal progetto Plankton Planet del ricercatore Colomban de Vargas direttore scientifico del CNRS e delle spedizioni della Fondazione Tara. Uno strumento magico. Sta in una valigetta poco più grande della perfetta piccola scatola da farmacia di una volta.

Il suo dispositivo miniaturizzato rende visibile, in diretta e su uno schermo HD, l’invisibile che solo il binocolo di un microscopio elettronico ad alta potenza può rivelare agli esperti. Vale a dire, decine di miliardi di microrganismi per litro di mare, dagli organismi unicellulari, diatomee, coccolitofori e dinoflagellati, ai micro-gamberetti chiamati copepodi. In breve, questo microbioma marino, il cui equilibrio determina la salute dei suoi ecosistemi, proprio come il nostro microbioma determina la nostra salute. Sappiamo che questi microrganismi marini costituiscono la base della catena alimentare acquatica. Ogni giorno scopriamo sempre di più come siano alla fonte stessa della vita, da cui derivano tutte le specie, compresa la nostra.

Curiosity,  è il nome della valigia magica di Planko Med. Non c’è modo migliore per interagire con i gestori delle AMP, i loro stakeholder, gli albergatori o i pescatori, e per sensibilizzare  le giovani generazioni di ricercatori attraverso masterclass alla preservazione del Mediterraneo e dei suoi fondali.

Obiettivo

Dalla Grecia all’intero bacino mediterraneo, le Missioni Mediterranee mirano a contribuire all’obiettivo internazionale 30×30 – proteggere il 30% degli oceani entro il 2030 – mettendo la scienza al servizio dell’azione e della cooperazione regionale. La partenza del MODX 70 segna l’inizio di un viaggio di cinque anni, simbolo dell’impegno di Monaco e dei suoi partner per un mare comune più protetto e meglio conosciuto.

Pensate per la tutela dell’ambiente marino, le Aree marine protette (Amp) si rivelano essere spesso delle misure di conservazione “sulla carta” e quindi inefficaci e poco implementate. Lo studio scientifico One Earth fa il punto su quelle presenti in Europa, un numero ancora lontano dall’obiettivo del 30% entro il 2030. La situazione in Italia, non è migliore. Questi dati mettono in luce la scarsa protezione in atto nelle aree marine europee, nelle quali spesso sono assenti dei regolamenti stringenti sulle attività estrattiva o sulla pesca industriale. In Italia invece, secondo i dati forniti dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), l’11,6% della superficie marina viene tutelato in varie forme, una cifra che dovrebbe raggiungere il 30% entro il 2030 per rispettare l’obiettivo della Cop15 inserito nella Strategia nazionale per la biodiversità.

Lo 0,9% del territorio marino italiano viene realmente protetto, ovvero è gestito efficacemente e presenta chiari vincoli sulle attività permesse, percentuale che corrisponde a tutte le Aree marine protette e ai parchi nazionali marini presenti in Italia. E’ importante rafforzarle con l’ampliamento delle esistenti e la creazione di nuove superfici per un beneficio alle economie locali, il turismo sostenibile, la pesca, le imprese e i prodotti.