Shutdown negli Stati Uniti: voli a rischio tra ritardi e code infinite
Le associazioni dell’aviazione avvertono: la chiusura del governo potrebbe rallentare la sicurezza negli aeroporti e bloccare aggiornamenti critici ai sistemi di volo
Il nuovo shutdown federale negli Stati Uniti rischia di trasformarsi in un incubo per chi viaggia in aereo. Dopo il mancato accordo al Congresso, migliaia di dipendenti di enti chiave come la Transportation Security Administration (TSA), la Federal Aviation Administration (FAA) e la Customs and Border Protection (CBP) si trovano a lavorare senza stipendio. Il risultato più immediato? File più lunghe ai controlli di sicurezza, ritardi ai gate e un clima di incertezza per milioni di passeggeri.
Gli esperti del settore avvertono che l’impatto sarà duplice. Nell’immediato, i viaggiatori dovranno “armarsi di pazienza” e mettere in conto tempi più lunghi sia in partenza che in arrivo. Nel medio periodo, invece, cresce il rischio che agenti TSA e controllori decidano di restare a casa o di cercare lavori più stabili, come già accaduto durante il lungo shutdown del 2018-2019, che paralizzò aeroporti come LaGuardia a New York e causò rallentamenti anche ad Atlanta e Philadelphia.
La preoccupazione maggiore non riguarda solo i disagi, ma anche la sicurezza del traffico aereo. Decine di associazioni e sindacati del comparto hanno inviato una lettera al Congresso, avvertendo che l’interruzione dei finanziamenti mette in pausa miliardi di dollari destinati a progetti critici: dalla manutenzione degli apparati di controllo alle nuove tecnologie per ridurre i “near misses” – i mancati incidenti in pista – e migliorare le comunicazioni tra torri di controllo e piloti.
Sul fronte economico, la US Travel Association stima che un blocco prolungato costerebbe al settore turistico americano 1 miliardo di dollari a settimana, tra cancellazioni, rimborsi e rinvii dei viaggi. Secondo un sondaggio dell’associazione, il 60% degli americani eviterebbe di volare durante lo shutdown, mentre l’86% lo considera un forte fattore di disagio.
A rendere il quadro ancora più critico è la carenza strutturale di circa 3.000 controllori di volo che già pesa sul sistema e ha portato a ridurre l’operatività in aeroporti strategici come Newark (New Jersey). Un eventuale congelamento delle assunzioni e dei programmi di formazione, come avvenne nell’ultima crisi, rischierebbe di prolungare le difficoltà ben oltre la riapertura del governo.
Per ora, le compagnie aeree – da American a Delta, da United a Southwest – assicurano che i voli continueranno a operare. Ma gli addetti ai lavori invitano a partire con largo anticipo, soprattutto per i viaggi internazionali, e a prepararsi a lunghe attese ai controlli di sicurezza e passaporti. La sensazione diffusa è che il conto, ancora una volta, ricadrà sui passeggeri.

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