Sistemi pensionistici, Italia 37a al mondo secondo il Mercer CFA Institute Global Pension Index 2025
Mercer, business di Marsh McLennan (NYSE: MMC), ha pubblicato insieme a CFA Institute la 17ª edizione dello studio annuale Mercer CFA Institute Global Pension Index (MCGPI).
I sistemi pensionistici di Paesi Bassi, Islanda e Danimarca si confermano ai vertici della classifica globale con il rating massimo, seguiti da Singapore e Israele. L’Italia si colloca al 37° posto su 52 Paesi, seguita da Cina e Giappone. Resta terzultima in Europa, davanti solo ad Austria e Turchia. Il punteggio complessivo del nostro Paese sale da 55,4 nel 2024 a 57 nel 2025, grazie a un miglioramento in tutti e tre gli indici analizzati – adeguatezza, sostenibilità e integrità. Il punteggio resta tuttavia al di sotto della media europea (69) e globale (64).
“L’Italia mostra un lieve miglioramento in tutti e tre gli indici del report, ma la sfida rimane la sostenibilità del sistema sul lungo periodo”, ha dichiarato Marco Morelli, Amministratore Delegato di Mercer Italia. Il progressivo invecchiamento della popolazione, il basso tasso di adesione alla previdenza complementare e le difficoltà del mercato del lavoro rendono complesso garantire un equilibrio duraturo tra prestazioni e contributi. In questo contesto, rafforzare la previdenza complementare e promuovere una maggiore educazione finanziaria sono passi indispensabili per sostenere la sicurezza economica delle persone. Le imprese possono svolgere un ruolo decisivo, accompagnando i lavoratori nella pianificazione del proprio futuro pensionistico e contribuendo a costruire un sistema più solido e sostenibile nel lungo periodo.”
Migliora la qualità dei sistemi pensionistici a livello globale
I Paesi che hanno ottenuto un punteggio superiore a 80 hanno ricevuto il grado massimo di valutazione, A. Questi Paesi offrono sistemi di reddito da pensione solidi, capaci di garantire buone prestazioni, sostenibilità e un elevato livello di integrità.
L’Index utilizza una media ponderata dei tre sottoindici di adeguatezza (che misura non solo l’ammontare delle prestazioni pensionistiche, ma anche il supporto governativo al sistema pensionistico rilevato per ciascun Paese), sostenibilità (che valuta l’equilibrio attuariale tra contributi e prestazioni) e integrità (che considera la governance e la regolamentazione, con particolare attenzione al settore privato).
Otto sistemi pensionistici hanno migliorato il proprio ranking rispetto all’anno precedente. Ciò conferma un miglioramento complessivo della qualità dei sistemi pensionistici a livello globale, in un periodo in cui le persone vivono più a lungo e i tassi di natalità continuano a diminuire.
Italia: progressi nei tre indici ma sostenibilità ancora sotto la media europea
Guardando all’Italia, il nostro Paese si posiziona 37° su 52, a fronte del 35° posto su 48 dello scorso anno. L’edizione di quest’anno ha visto l’ingresso di 4 nuovi Paesi (Kuwait, Namibia, Oman e Panama), che si sono posizionati tutti prima del nostro Paese.
Il miglioramento del punteggio complessivo dell’Italia – passato da 55,4 a 57 – è legato a progressi registrati in tutte e tre le dimensioni considerate: adeguatezza, sostenibilità e integrità. Tuttavia, il nostro Paese rimane il penultimo al mondo e in Europa per sostenibilità.
“Il nostro sistema previdenziale risente di fattori strutturali che richiedono una visione di lungo periodo – ha aggiunto Morelli. L’invecchiamento della popolazione, il tasso di fecondità ai minimi storici, l’aumento della spesa pubblica e la contrazione della forza lavoro richiedono un’evoluzione degli strumenti di protezione economica delle persone e un sistema capace di adattarsi ai nuovi bisogni e ai nuovi equilibri sociali. Serve un impegno congiunto da parte di istituzioni, imprese, fondi pensione e cittadini per costruire un equilibrio più solido tra risorse pubbliche e private, sostenendo la crescita e rafforzando la previdenza complementare come leva di sostenibilità del sistema. Solo attraverso una collaborazione costante sarà possibile garantire nel futuro stabilità, adeguatezza e sicurezza delle prestazioni”.
Nell’ambito dell’adeguatezza (media europea 75), l’indice italiano è passato da 68,2 a 69,4, un incremento riconducibile al lieve aumento degli asset investiti nei fondi pensionistici e del tasso di risparmio netto delle famiglie. Sul piano della sostenibilità (media europea 54,7), l’indice è salito da 25,1 a 27,9, pur mantenendo l’Italia al penultimo posto in Europa e nel mondo, davanti solo all’Austria. L’aumento di questo indice è riconducibile alle stime di medio-lungo periodo relativamente alla spesa pubblica per le pensioni e alla crescita economica. Le difficoltà in questo ambito, tuttavia, rimangono un debito pubblico elevato, il basso tasso di crescita, il progressivo invecchiamento della popolazione e il livello di adesione alla previdenza complementare ancora basso. L’indice di integrità, che valuta governance, regolamentazione e trasparenza dei sistemi pensionistici, ha raggiunto nel 2025 i 77,8 punti a fronte dei 77,2 del 2024 (media europea 80,5). Si conferma il parametro più alto per l’Italia, sostenuto dalla solidità del capitale detenuto dai fondi privati.
Tendenze globali tra crescita degli asset e interventi dei governi
Dallo studio emerge come, in un contesto di incertezza globale, la crescita e le dimensioni degli asset gestiti dai fondi pensionistici stiano spingendo alcuni governi a valutare la possibilità di orientare parte di questi capitali verso investimenti a sostegno di obiettivi strategici. Paesi come Regno Unito, Canada, Australia e Malesia hanno recentemente incoraggiato i fondi pensione a investire nello sviluppo di infrastrutture e innovazione a livello domestico.Il report analizza i possibili effetti di tali interventi, proponendo otto principi per bilanciare al meglio gli interessi dei partecipanti ai piani pensionistici e le più ampie priorità nazionali
Margaret Franklin, CFA, Presidente e CEO del CFA Institute, ha commentato: “La regolamentazione e l’intervento dei governi – dalle politiche fiscali ai mandati d’investimento – influenzano profondamente il modo in cui i fondi pensione possono allocare il capitale. Mentre alcuni governi considerano i fondi pensione come strumenti per promuovere investimenti di interesse nazionale, la comunità professionale deve vigilare sui possibili effetti di questi interventi. Come evidenzia l’Index, lo scopo principale dei fondi pensione deve rimanere quello di garantire un reddito da pensione adeguato, guidato dal dovere fiduciario sopra ogni altra considerazione.”
In altri contesti, invece, si discute se i fondi pensione debbano essere obbligati a considerare i fattori ambientali, sociali e di governance (ESG), invece di concentrarsi unicamente sulla performance finanziaria nelle decisioni di investimento.
“I sistemi pensionistici senza restrizioni, o con vincoli limitati, tendono a ottenere risultati migliori nell’Index – ha commentato Tim Jenkins, Partner di Mercer e autore principale del rapporto. Ciò suggerisce che, piuttosto che imporre mandati, i governi possano concentrarsi nel rendere attraenti le opzioni di investimento, promuovendo trasparenza e buona governance, e favorendo la collaborazione con il settore privato per sostenere sistemi pensionistici sostenibili e la crescita economica.”

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