Stati Uniti, cresce il pessimismo economico: “È un brutto momento per comprare casa” secondo un nuovo sondaggio Fannie Mae
I dati pubblicati Fortune: quasi il 70% degli americani ritiene che l’economia stia andando nella direzione sbagliata. E la fiducia nel mercato immobiliare è ai minimi da anni.
Un crescente senso di pessimismo economico attraversa gli Stati Uniti. Secondo i dati diffusi da Fannie Mae nel suo Home Purchase Sentiment Index di settembre 2025, quasi sette americani su dieci (67%) ritengono che l’economia del Paese stia andando “nella direzione sbagliata”, mentre solo il 32% la considera sulla strada giusta. Percentuali che, negli ultimi dodici mesi, sono cambiate di poco, a conferma di una sfiducia persistente nel futuro economico nazionale.

L’indice, basato sui risultati del National Housing Survey, mostra un calo generalizzato della fiducia anche sul piano personale: solo il 32% degli intervistati si aspetta un miglioramento delle proprie condizioni finanziarie nei prossimi dodici mesi, mentre il 23% prevede un peggioramento e quasi la metà (45%) non si attende cambiamenti. Il 77% dichiara che il reddito familiare è rimasto stabile rispetto a un anno fa, mentre solo il 14% segnala un aumento significativo.
Questi numeri riflettono gli effetti di un’economia frenata da inflazione ancora elevata, tassi di interesse alti e mercati del lavoro in rallentamento. Come ha osservato Torsten Sløk, capo economista di Apollo Global Management, “il mercato del lavoro americano è a uno stallo: i tassi di assunzione e di dimissioni sono bassi, le offerte di lavoro calano e la crescita occupazionale rallenta”.
Un mercato immobiliare fuori portata
Se la fiducia economica generale è debole, nel settore immobiliare la situazione è ancora più cupa. Solo il 27% degli americani ritiene che questo sia “un buon momento per comprare casa”, contro un 73% che lo considera un pessimo momento. La quota netta di chi vede condizioni favorevoli all’acquisto è scesa a –46%, uno dei livelli più bassi dal 2020.
Le ragioni sono chiare: mutui ancora intorno al 6% e prezzi delle abitazioni ai massimi storici. Durante la pandemia, i tassi ipotecari inferiori al 3% avevano reso possibile l’ingresso nel mercato per molti acquirenti. Ma oggi, anche con tassi più bassi, l’aumento dei prezzi rende l’acquisto proibitivo in gran parte delle aree metropolitane.
“Il vero ostacolo non è il costo del denaro, ma il prezzo delle case”, ha spiegato Michelle Griffith, agente immobiliare di Douglas Elliman a New York, in un’intervista a Fortune. “A Manhattan o nel cuore di Brooklyn servono ancora cifre altissime in contanti per entrare nel mercato. L’offerta è scarsa e la competizione resta feroce.”
Secondo l’indice Case-Shiller, i prezzi delle abitazioni negli Stati Uniti sono oggi superiori del 51% rispetto a cinque anni fa.
Una fiducia divisa: ottimismo dei venditori, attesa dei compratori
Il sondaggio Fannie Mae mostra una netta differenza di percezione tra chi vende e chi vorrebbe comprare. Il 57% dei proprietari ritiene che sia ancora un buon momento per vendere, mentre il 41% la pensa diversamente. Si tratta di un dato in calo rispetto al 2024, ma che conferma la persistenza di un mercato orientato ai venditori, con una domanda che continua a superare l’offerta.
Il 40% degli intervistati prevede che i prezzi delle case continueranno a crescere nei prossimi 12 mesi, mentre il 22% si attende un calo e il 38% stabilità. Le aspettative sui tassi ipotecari restano invece miste: un terzo pensa che scenderanno, un altro terzo teme ulteriori aumenti. Solo il 2% crede che i mutui possano diminuire sensibilmente, segno di poche speranze di sollievo sul fronte del credito.
Qualche segnale di svolta arriva però dalle domande di mutuo, in lieve aumento, e da una stabilizzazione dei prezzi in alcune aree urbane. “Per chi è rimasto in attesa, il mercato sta finalmente iniziando ad ascoltare”, ha scritto Mark Fleming, capo economista di First American, in un recente report. Tuttavia, osserva Fannie Mae, la percezione generale rimane negativa: la maggioranza degli americani continua a sentirsi esclusa dal sogno dell’abitazione di proprietà.
La fuga verso l’affitto
L’indice di settembre registra anche una leggera crescita nella preferenza per l’affitto: se dovessero cambiare casa, sale al 33% il numero degli intervistati sceglierebbe di affittare, contro il 67% che opterebbe per l’acquisto. I canoni, però, sono destinati a salire: gli americani prevedono un aumento medio del 6% nei prossimi dodici mesi.
Nonostante la solidità percepita dell’occupazione visto che il 75% dei lavoratori non teme di perdere il posto entro un anno, il quadro generale resta quello di un’economia in cui i salari non tengono il passo con il costo della vita, e la casa, simbolo del benessere americano, è diventata per molti un obiettivo lontano.
Fonti: Fortune, Fannie Mae National Housing Survey (2025), Case-Shiller Home Price Index (2025), First American Economics Blog (2025), Apollo Global Management Research (2025).

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