Il punto su Eur-Bank, la stablecoin “di sistema” di Bancomat che mette l’Italia al centro della partita europea dei pagamenti digitali

-

Eur-Bank, la stablecoin interoperabile a livello europeo, ponte tra mercati tradizionali e finanza tokenizzata

Che cos’è davvero Eur-Bank: una stablecoin bancaria, non l’ennesimo token “crypto”

Pochi giorni fa, al Salone dei Pagamenti 2025, la società Bancomat ha presentato EUR-Bank come una “stablecoin bancaria italiana ancorata all’euro con riserve reali quasi uno a uno”, emessa dalle banche italiane con Bancomat nel ruolo di infrastruttura tecnologica e di governance dell’ecosistema.

La definizione chiave è “stablecoin di sistema”: non un token privato stile Tether o USDC, come nell’immagine qui sopra, creata da AI, ma una moneta digitale:
denominata in euro
garantita da riserve in euro quasi 1:1
presso soggetti vigilati
emessa dalle banche, non da una fintech non regolata
conforme al regolamento europeo MiCAR, secondo quanto riferito da BeBeez e da altre testate specializzate.

Nella visione illustrata da Bancomat a Bancaforte.it eur-bank nasce per rendere più efficienti i pagamenti transfrontalieri in euro, riducendo costi e tempi rispetto ai circuiti tradizionali; abilitare conti deposito e strumenti di risparmio “tokenizzati”, in particolare sui titoli di Stato; fungere da “ponte naturale” tra il sistema bancario attuale e la nuova economia digitale basata su blockchain.

Il lancio operativo è indicato, nelle varie ricostruzioni, per la fine del 2026, con interlocuzioni già avviate con Banca d’Italia, azionisti bancari e MEF.

Che cosa dicono le fonti ufficiali Bancomat

Sulla carta stampa ufficiale, eur-bank è ancora un progetto annunciato e raccontato soprattutto tramite conferenze, interviste e articoli ospitati su altre testate. Il sito Bancomat fornisce però la cornice concettuale: stablecoin bancarie, sovranità europea, ruolo dei sistemi domestici e dell’alleanza EuroPA. Se guardiamo strettamente ai comunicati ufficiali sul sito Bancomat, ad oggi non esiste ancora un comunicato stampa dedicato esclusivamente a eur-bank. Sul portale aziendale compaiono invece tre tasselli importanti di contesto.

L’articolo “I vantaggi dell’approccio europeo alla blockchain” firmato dall’AD Fabrizio Burlando e ripreso nella sezione news, dove si spiega perché l’Europa, a differenza degli Stati Uniti, punta a stablecoin emesse da banche vigilate, integrate in un quadro regolatorio forte, pensate come strumenti “di sistema”, non come iniziative puramente private.

I comunicati sull’alleanza EuroPA e la collaborazione con EPI (European Payments Initiative), che definiscono l’obiettivo di un sistema di pagamenti pan-europeo, sovrano e interoperabile tra schemi domestici come Bancomat, Bizum, MB WAY, Vipps MobilePay.

Il precedente lavoro sul Digital Euro, con uno studio di fattibilità condiviso con il sistema bancario italiano, che chiarisce come Bancomat si posizioni da tempo come “laboratorio” sull’euro digitale e sulla moneta programmabile.

La narrazione di Bancomat: sovranità digitale, interoperabilità e ruolo di “abilitatore”

Le interviste dell’AD Fabrizio Burlando e le dichiarazioni raccolte al Salone dei Pagamenti convergono su alcuni messaggi chiave (in questo caso la fonte siamo noi, ci auguriamo di riportare correttamente quanto dichiaratoa voce):
Eur-bank è una stablecoin “di fiducia”, emessa da banche regolamentate, ancorata all’euro e vigilata, in coerenza con MiCAR. Non è una “crypto” speculativa, né un token nato in un contesto off-shore. Bancomat vuole essere “enabler, non issuer”: l’infrastruttura tecnologica e di governance che collega le banche emittenti, garantisce interoperabilità e si integra con l’ecosistema EuroPA/EPI. L’obiettivo dichiarato è evitare una giungla di mille stablecoin nazionali o bancarie non interoperabili, puntando a uno standard condiviso che altri schemi domestici europei possano replicare.

Eur-bank viene presentata come complementare, non alternativa, al possibile euro digitale BCE: se e quando il CBDC europeo arriverà, “potrà viaggiare sulla nostra infrastruttura”, dice Burlando. Sul fronte politico-istituzionale, il sottosegretario al MEF Federico Freni ha salutato positivamente l’iniziativa, sottolineando che una stablecoin di sistema “poggia su un patto di fiducia” e può dare all’Italia un ruolo di primo piano nella costruzione del nuovo ecosistema digitale.

Che cosa dicono i grandi quotidiani economico-finanziari in Italia e all’estero

Ad oggi, il commento più strutturato arriva dai quotidiani e magazine finanziari italiani, con un eco crescente sulla stampa internazionale specializzata.

Il Corriere della Sera (inserto Economia) racconta eur-bank come una stablecoin ancorata all’euro che mira a cambiare “investimenti, titoli di Stato e pagamenti internazionali”, evidenziando il progetto di digitalizzazione del debito pubblico: tokenizzare i titoli di Stato italiani, ridurre i costi di emissione e rendere più accessibile il loro acquisto al retail.

Wired Italia inquadra la mossa di Bancomat nella strategia di costruire un modello autonomo di fintech europeo, insistendo sul fatto che il 98% delle stablecoin oggi è in dollari e che il progetto Eur-Bank nasce proprio per dare all’euro una infrastruttura digitale “di sistema”, agganciata a banche e regolatori europei.

Economy Magazine e altre testate economico-finanziarie mettono l’accento sulla trasformazione di Bancomat da “circuito” a piattaforma europea capace di ospitare wallet, stablecoin e persino l’euro digitale, con eur-bank come tassello centrale di questa nuova architettura.

Portali come Money.it, BeBeez e varie analisi di esperti descrivono Eur-Bank come stablecoin MiCAR-compliant, legata a riserve in euro custodite nel sistema bancario e con un chiaro orientamento a usi istituzionali (titoli di Stato tokenizzati, pagamenti B2B, cross-border) prima ancora che a casi d’uso consumer “crypto-style”.

In termini di tono, la stampa italiana è prevalentemente favorevole ma non acritica: apprezza la spinta alla sovranità europea e alla riduzione della dipendenza da circuiti come Visa/Mastercard, ma segnala anche incognite su governance, interoperabilità reale e coordinamento con l’euro digitale.

La stampa finanziaria internazionale

Qui vorremmo essere molto chiari: nei motori di ricerca pubblici non emergono ancora grandi inchieste dedicate a eur-bank firmate da testate generaliste come Financial Times, Les Échos o Handelsblatt. È plausibile che il progetto sia menzionato in articoli più ampi sulle stablecoin in euro, ma non ci sono, al momento, long-form facilmente accessibili focalizzati solo su Bancomat.

In compenso, media finanziari e fintech internazionali specializzati hanno iniziato a seguire il dossier.
Ledger Insights parla di “multi bank European stablecoin issuance”, sottolineando che Bancomat vuole posizionarsi come infrastruttura condivisa, con lancio previsto verso fine 2026 e dialogo in corso con Banca d’Italia e azionisti bancari.
Il portale The Cryptonomist e altri siti di settore riprendono il pezzo del Corriere, raccontando eur-bank come euro-stablecoin pensata per supportare la tokenizzazione dei titoli di Stato e rendere più economici i pagamenti cross-border.
Piattaforme come NoCash e newsletter come The Future of Money inseriscono l’annuncio nel trend di banche europee che lanciano stablecoin in euro, insieme a iniziative come EUROD di ODDO o EURCV di Société Générale.

Il quadro, quindi, è questo: molta attenzione in Italia e nei media fintech globali; per ora, meno visibilità nei “grandi” quotidiani economico-finanziari paneuropei, che stanno seguendo più il tema macro delle stablecoin bancarie in euro che il singolo progetto Bancomat.

Il contesto regolatorio: MiCAR, euro digitale e concorrenza fra stablecoin bancarie

Eur-bank nasce dentro il contesto europeo molto preciso di MiCAR (Markets in Crypto-Assets Regulation) che è entrato in vigore per stablecoin ed EMT nel 2024–2025 e stabilisce che le stablecoin denominate in valuta ufficiale (e-money token) possano essere emesse solo da banche o istituti di moneta elettronica/autorizzati, con requisiti stringenti su riserve, governance, trasparenza. Parallelamente, la BCE sta lavorando al progetto di euro digitale: un CBDC retail ancora in fase di design e valutazione politica, con un orizzonte temporale più lungo (non prima del 2027).
Nel frattempo, banche e gruppi finanziari stanno lanciando stablecoin bancarie in euro: oltre a Bancomat/Eur-bank, si muovono attori come Société Générale (EURCV), il gruppo francese ODDO con EUROD, e altri consorzi bancari europei che stanno sperimentando valute digitali per pagamenti e mercati dei capitali.

Eur-Bank come ponte tra finanza tradizionale ed economia tokenizzata

Se il progetto andrà avanti nei tempi e nei modi annunciati, eur-bank potrebbe diventare, per il retail, la “moneta digitale delle banche italiane” dentro l’app Bancomat e, in prospettiva, in app di altre banche europee; per i mercati dei capitali, il collaterale digitale utilizzato per regolare scambi di titoli tokenizzati, con benefici potenziali in termini di liquidità e efficienza operativa.

Qui è il caso di non essere entusiasti a occhi chiusi. Dalle letture incrociate e dalle analisi di commentatori indipendenti emergono alcune criticità ancora aperte.
Frammentazione vs standard europeo: anche se l’intenzione è evitare mille stablecoin nazionali, oggi vediamo già diversi progetti bancari in euro (EURCV, EUROD, possibili iniziative di altri consorzi). Senza un coordinamento forte, il rischio è che l’Europa crei comunque un mosaico di token poco interoperabili.
Scelta tecnologica e governance: non sono ancora pubblici dettagli su quale blockchain o DLT verrà utilizzata, chi avrà il controllo dei nodi, quali saranno le regole di accesso per soggetti terzi (altre banche, PSP, fintech). La promessa di “interoperabilità europea” resta, al momento, più politica che tecnica.
Rapporto con l’euro digitale: la narrativa ufficiale è che Eur-Bank e euro digitale siano complementari. Ma se la BCE decidesse limiti severi all’uso di stablecoin private o bancarie in alcuni use case retail, lo spazio economico per eur-bank potrebbe restringersi sensibilmente.
Adozione di massa: per ora, l’attenzione è molto centrata su addetti ai lavori, banche e operatori istituzionali. Manca ancora un racconto chiaro verso il consumatore finale su cosa cambierà davvero, rispetto alla carta Bancomat o ai bonifici istantanei che già oggi esistono.

In altre parole, l’idea strategica è robusta e coerente con la direzione regolatoria europea, ma la sua riuscita dipenderà dalla capacità di trasformarla in uno standard effettivo, non in un esperimento isolato.