Inflazione nell’Eurozona: il rallentamento prosegue, ma i servizi restano un nodo da risolvere
L’inflazione dell’Eurozona continua a scendere, anche se di pochi decimi alla volta.
Nel mese di ottobre, secondo i dati definitivi diffusi da Eurostat, il tasso annuo si è attestato al 2,1%, in lieve calo rispetto al 2,2% di settembre. Una conferma delle stime preliminari comunicate a fine ottobre e, soprattutto, un segnale che la traiettoria discendente dei prezzi rimane intatta, avvicinando l’area euro all’obiettivo del 2% fissato dalla BCE. Il quadro, tuttavia, non è uniforme: alcune componenti mostrano un raffreddamento consistente, mentre altre continuano a mantenere pressione sui prezzi.
Servizi ancora in aumento
La categoria che continua a mostrare una tenuta al rialzo è quella dei servizi, che a ottobre hanno registrato un incremento del 3,4%, in accelerazione rispetto al 3,2% di settembre. Un dato che conferma come i costi legati al lavoro, ai trasporti, al turismo e alle attività professionali restino elevati, sostenuti da un mercato del lavoro ancora forte in molti Paesi dell’area euro.
Questo elemento è particolarmente rilevante per la BCE: è proprio l’inflazione dei servizi, legata alla domanda interna, a essere considerata più difficile da riportare verso valori coerenti con la stabilità dei prezzi.
Alimentari e beni industriali in rallentamento
Decisamente più moderati i prezzi di cibo, alcol e tabacco, che scendono al 2,5% dal 3% di settembre. Una dinamica che riflette la graduale normalizzazione delle filiere agricole e il rientro dei costi energetici e logistici rispetto ai picchi 2022–2023.
Anche i beni industriali non energetici continuano a raffreddarsi: da 0,8% a 0,6%. Un dato coerente con la debolezza della domanda di beni durevoli, dalla tecnologia all’arredamento, in un contesto economico ancora incerto.
Sul fronte energia, Eurostat ha rivisto leggermente il dato preliminare: –0,9%, anziché –1%. Resta comunque in territorio negativo, sebbene meno rispetto a settembre (–0,4%).
Le differenze tra Paesi: l’Italia accelera al ribasso, la Spagna risale
Il dato più marcato arriva dall’Italia, dove l’inflazione scende al 1,3%, in calo di mezzo punto rispetto all’1,8% di settembre. Un raffreddamento significativo, favorito dalla contrazione dei prezzi energetici e dal rallentamento dei beni alimentari. L’Italia resta così tra i Paesi più “virtuosi” dell’area euro nel contenimento della crescita dei prezzi.
In Germania, la discesa è più moderata: 2,3%, appena un decimo in meno rispetto al mese precedente. In Francia, l’inflazione scende allo 0,8%, mentre la Spagna rappresenta l’eccezione al quadro generale: qui i prezzi risalgono al 3,2%, complice un andamento più volatile dei beni energetici e alimentari.
Uno scenario favorevole per la BCE?
Nel complesso, i dati di ottobre confermano che l’Eurozona si sta avvicinando al target della BCE. Tuttavia, l’aumento dei servizi e la disomogeneità tra Paesi suggeriscono prudenza: il rischio di “inflazione a due velocità” potrebbe complicare il timing dei futuri tagli dei tassi.
Per ora, però, il percorso verso la stabilità dei prezzi sembra proseguire senza scossoni. E per famiglie e imprese europee, è già una buona notizia.

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