Leadership 4.0: la classifica Reputation Manager di novembre 2025 e il nuovo stile dei top manager italiani
Risultati operativi, sostenibilità e innovazione digitale: non è più solo reputazione online, ma una “missione multipla” che premia i leader delle aziende italiane.
Nel mondo delle imprese italiane, il profilo del “top manager” sta cambiando. Lo evidenzia la più recente classifica pubblicata dall’osservatorio Top Manager Reputation, curato da Reputation Manager, che monitora la reputazione online e mediatica dei principali vertici aziendali italiani.
La rilevazione di novembre 2025 mette in evidenza un elemento chiave: il salto dello stile della leadership, che premia dirigenti capaci di coniugare non solo la performance economica, ma anche la sostenibilità, l’innovazione e la reputazione digitale.

I fattori che determinano l’ascesa in classifica
Tradizionalmente, un manager veniva valutato per la sua capacità di risultare visibile, autorevole e concreto nella comunicazione: basti ricordare che in anni recenti le classifiche premiavano i manager più “mediatici” o attivi sui social. Oggi invece guardando alla classifica e alle analisi dei quotidiani economici, tre driver emergono con forza:
Performance industriale & resilienza aziendale: chi guida azienda che cresce, investe e gestisce bene la complessità ottiene un bonus reputazionale.
Sostenibilità & responsabilità sociale: come evidenziato da un articolo del Corriere della Sera, «innovazione sostenibile» è il tema-motore della classifica.
Capacità di innovare: i manager che guidano trasformazioni digitali o industriali, che abbracciano modelli 4.0, supply chain resilienti, claim ESG credibili, si distinguono.
Un passaggio fondamentale: la reputazione oggi è «un mosaic di visibilità digitale, risultati tangibili e percezione pubblica», come sottolinea una nota dell’osservatorio sul sito Top Managers.
Il Corriere della Sera riporta che nella classifica di ottobre 2025 «Mazzoncini in vetta, salgono Prada, Folgiero e Melzi d’Eril»: segno che nei vertici non vincono più solo banche ed energia, ma anche moda, tech, nuovi modelli. Economy Magazine sottolinea come «tra le migliori performance in salita» figurino manager che hanno saputo coniugare risultati economici e transizione: «Tra le migliori performance in salita: Fabrizio Palermo (+9), Giovanni Ferrero (+16)…». Money.it e Food Affairs riportano la classifica generale con l’AD di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, al vertice (87,02), affiancato da Pier Silvio Berlusconi (85,99) e Andrea Orcel (85,22).
Questi dati evidenziano che «non basta essere “sotto i riflettori” sui media: occorre guidare aziende che investono, si trasformano e comunicano in modo credibile», come scrive il quotidiano La Stampa. (vedi riferimento generale sulla reputazione manageriale).
Perché cambia lo stile della leadership
La combinazione di quattro trend macro-economici sta mutando la norma. Maggiore complessità operativa: la filiera globale, il tema dell’energia, la pressione ESG richiedono top manager capaci di visione integrata. Attese crescenti da stakeholder e investitori: non bastano i risultati finanziari, serve credibilità nella sostenibilità. Digitale e reputazione come fattore competitivo: una presenza social e mediatica curata mal si concilia oggi con poca sostanza operativa. Attenzione degli analisti e degli osservatori: la reputazione online non è più appendice ma indicatore di leadership.
Implicazioni per imprese e manager
Per le aziende: scegliere un CEO oggi significa guardare non solo al bilancio ma alla visione strategica, alla sostenibilità, alla resilienza.
Per i manager: non basta più “essere bravi” sul business: serve “essere visibili”, “essere credibili” e “essere sostenibili”.
Per i mercati: gli investitori tengono d’occhio non solo i numeri ma anche la reputazione digitale e la coerenza tra parola e azione.
La classifica di novembre 2025 della Top Manager Reputation segna una svolta: la leadership non è più solamente «risultati + comunicazione», ma un vincolo triplo che unisce performance industriale, innovazione strategica e impegno sostenibile. In un’Italia che vuole competere nel mondo, i manager di oggi sono valutati per la loro capacità di bilanciare queste leve, e la loro reputazione riflette sempre più questo mix.

LMF green
Mente e denaro
Sala Stampa