Oro, argento, platino: nuovi massimi storici, ma anche qualche correzione tecnica
Oro: nuovo massimo storico, ma anche correzione tecnica
L’oro ha davvero registrato un balzo significativo: secondo Reuters il metallo ha superato la soglia di 4.300 USD per oncia, “as investors sought safe-haven assets amid rising U.S.–China trade tensions and rate-cut bets”. Financial Times segnala che “Bullion is now up more than 50 per cent this year, to a record $4,000 a troy ounce…” Tuttavia, proprio FT osserva che subito dopo il picco l’oro è sceso di nuovo sotto i 4.000 USD: “Gold falls below $4,000 an ounce as market ‘froth’ subsides”.
L’affermazione che l’oro abbia raggiunto un nuovo massimo storico, ma abbia poi corretto per prese di profitto e per segnali economici più “distensivi”, trova pieno riscontro nella stampa specializzata. Le ragioni della corsa sono ben individuate: tensioni geopolitiche (USA-Cina), attese su tagli dei tassi della Federal Reserve e domanda da “bene rifugio”. Ma proprio questi fattori – instabilità e speculazione – spiegano l’altalena: quando arrivano segnali economici più favorevoli (e tassi forse meno aggressivamente ridotti), parte del “caricamento” speculativo si scarica e generano correzioni.
In altre parole: l’oro non è solo una scommessa sul rischio, ma anche sul contesto macroeconomico. Ecco perché il “picco + ritracciamento” è perfettamente coerente con il racconto della stampa finanziaria.
Argento: rally eccezionale, doppio driver (industriale + speculativo)
L’argento ha registrato un movimento ancora più vigoroso, come afferma MoneyWeek: «Il prezzo dell’argento è arrivato a un massimo storico di circa 54,5 USD/oncia (…) dopo un rally del 72% nell’ultimo anno».
Financial Times, da parte sua, titola “Silver price hits record amid scramble in London market”.
Tuttavia, la stampa internazionale mette anche in guardia: secondo una nota di Goldman Sachs riportata da Business Insider, «Silver, unlike gold, lacks structural support from central banks… its market is significantly smaller, making it more vulnerable to shifts in investment flows».
L’affermazione che l’argento stia superando l’oro in velocità trova conferma: domanda industriale (nel solare, nei veicoli elettrici) + speculazione hanno spinto al rialzo. Lo definirei un “bene ibrido”: parte prezioso, parte materia prima industriale.
Tuttavia, l’avvertenza è importante: maggiore volatilità, maggiore rischio, come appunto sottolineato da Goldman Sachs. Il rally è reale, ma la sostenibilità resta in discussione, specialmente se i fattori speculativi prevalgono su quelli fondamentali.
Platino: picco, poi correzione; influenzato da dinamiche diverse
Per il platino la situazione appare più “morbida”. Reuters osserva che gli analisti hanno alzato le stime per il 2026, segno che c’è una certa fiducia. Financial Times aveva già scritto che “Silver and platinum prices soar as investors seek ‘gold alternatives’”.
Tuttavia, la dinamica recente parla di massimo sopra 1.700 USD e successivo ritracciamento, legato al miglioramento del sentiment commerciale globale.
La definizione “picco seguito da correzione” risponde a quanto emerge: gli investitori in platino si sono mossi con entusiasmo come parte dell’ampio movimento sulle materie prime e metalli preziosi, ma la correzione era attesa dato che il platino è più strettamente connesso a componenti industriali (auto, catalizzatori, ecc.) e a rischi specifici (supply chain, sostituzioni).
Inoltre, il collegamento con la debolezza del palladio è significativo: i metalli del gruppo platino (PGM) sono interconnessi nelle valutazioni settore auto. Il miglioramento del sentiment commerciale globale, in teoria favorisce la domanda industriale, ma può anche ridurre l’esigenza di “bene rifugio”, contribuendo a ridurre l’acquisto speculativo.
Quindi l’osservazione è coerente: il platino ha beneficiato del rally generale, ma è anche esposto a correzioni rapide in questo contesto di elevata volatilità.


LMF green
Mente e denaro
MaltaLink
LMF Crypto Agorà
Sala Stampa