Pensioni, dicembre 2025: maggiore liquidità e qualche novità per i pensionati

-

Con l’arrivo della rata di dicembre delle pensioni, molti pensionati italiani potranno contare su un assegno più sostanzioso del solito. Questo grazie a una serie di fattori che concorrono a far sì che la mensilità di fine anno appaia più “pesante” rispetto alle mensilità ordinarie, senza necessariamente introdurre una nuova misura straordinaria.

In primo luogo, dicembre è il mese in cui gli assegni pensionistici includono la prevista tredicesima mensilità: chi percepisce la pensione almeno da gennaio potrà ricevere un importo lordo pari a quello della mensilità di dicembre. Inoltre, per alcuni titolari, è prevista anche la quattordicesima (se si maturano i requisiti nel corso dell’anno, ad esempio tra agosto e dicembre) e il tanto discusso bonus di 154,94 euro, destinato alle pensioni minime. Queste misure vengono affiancate da un elemento molto rilevante sul piano fiscale: in dicembre non sono più trattenute le addizionali regionali e comunali relative all’anno precedente né gli acconti per l’anno in corso, cosa che incrementa il netto in busta.

Bonus pensioni minime: a chi spetta e con quali requisiti

Il bonus di 154,94 euro è previsto per i pensionati che percepiscono prestazioni a carico dell’assicurazione generale obbligatoria (AGO) o altre forme analoghe, a condizione che l’ammontare annuo della pensione non superi un certo limite (nel recente passato il trattamento minimo) e che il reddito complessivo sia entro soglie specifiche. Qui i dettagli pubblicati dal sito ilDiritto.
In concreto, la misura viene erogata automaticamente nella rata di dicembre, senza necessità di domanda separata, e rappresenta un sostegno importante per i pensionati con redditi bassi. È però fondamentale verificare i limiti reddituali: se vengono superati, la spettanza decade. 
Per i pensionati minimi, questo bonus si somma alla tredicesima e al fatto che comunque il netto è più alto grazie all’assenza di trattenute addizionali.

La quattordicesima e le altre mensilità “extra”

Non tutti lo sanno, ma in alcuni casi anche la quattordicesima viene erogata a dicembre. Solitamente la quattordicesima viene pagata a luglio per i pensionati che ne hanno diritto (età e anni di contributi), ma nel caso in cui i requisiti vengano conseguiti tra agosto e dicembre, la quattordicesima spetta nella rata di dicembre, con importo proporzionato ai mesi maturati.
È importante ricordare che la quattordicesima è legata a condizioni specifiche (anni di contributi minimi, età, trattamento complessivo del reddito, eec.) quindi non riguarda tutti i pensionati. Averne diritto significa che il netto aggiuntivo potrà fare una differenza non trascurabile.

Perché dicembre “pesa” di più: il vantaggio fiscale

Un motivo spesso poco considerato ma molto concreto è la diversa composizione fiscale della rata di dicembre. Nei primi undici mesi dell’anno, sull’assegno pensionistico vengono applicate le addizionali ‎IRPEF regionali e comunali relative all’anno precedente, oltre all’acconto per le addizionali dell’anno corrente. A dicembre, queste trattenute non vengono più applicate: ciò significa che, a parità di lordo, il netto di dicembre risulta più alto.
Per esempio, un pensionato che versava circa 20 – 30 euro al mese per addizionali su altri mesi, a dicembre “guadagna” quell’importo in più nel cedolino. Questo effetto “una tantum” rende la rata di dicembre più “leggera” dal punto di vista delle uscite e quindi più vantaggiosa.

Aspetti da verificare per il pensionato

Per i pensionati è utile tenere presente alcuni punti pratici:

  • Verificare se si ha diritto al bonus da 154,94 euro: controllare il proprio cedolino di dicembre e l’importo indicato.

  • Se si è maturato il diritto alla quattordicesima tra agosto e dicembre, verificare la presenza della mensilità aggiuntiva; in caso di dubbi rivolgersi al patronato o all’‎INPS.

  • Controllare il netto della pensione di dicembre comparato agli altri mesi: l’assenza delle trattenute addizionali deve rispecchiarsi nell’importo più elevato.

  • Considerare che questi incrementi sono una tantum (tredicesima, bonus, quattordicesima): l’importo ordinario della pensione nei mesi successivi potrebbe essere inferiore; pianificare le spese di conseguenza.

  • Per chi ha redditi aggiuntivi o è coniugato, verificare i limiti di reddito per l’accesso ai bonus/minimi; un reddito superiore ai limiti preclude l’accesso al bonus o ne comporta recuperi.

L’effetto complessivo e cosa cambia dal 2026

Nel complesso, dicembre 2025 rappresenta per molti pensionati un miglioramento non solo momentaneo ma anche psicologico: un piccolo “bonus” natalizio che migliora la capacità di spesa, l’acquisto di regali o la gestione delle spese correnti.
Occorre però ragionare in termini di lungo periodo: la quota base della pensione non cambia per sempre, quindi la sostenibilità delle spese future richiede consapevolezza. Inoltre, a partire dal 2026, le nuove rivalutazioni, le normative contributive e l’evoluzione delle aliquote fiscali potrebbero modificare l’entità degli assegni.
Ad esempio, la rivalutazione automatica per il 2026 è stimata, ma ancora soggetta a decisioni governative. Dicembre può essere usato anche come occasione per ripensare il bilancio personale: è fondamentale ricordare che questi vantaggi non sostituiscono una pianificazione previdenziale a lungo termine. Essere informati sui propri diritti, controllare i requisiti e capire come queste misure si integrano va davvero a vantaggio della serenità economica.