L’edilizia in Italia nel 2026: tra ripresa del mattone e scommesse sulla sostenibilità. Il ruolo del Made Sustainable Prize

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Il mercato immobiliare italiano si prepara a un 2026 all’insegna di una dinamica positiva dopo anni di assestamento. I principali osservatori economici nazionali ed europei segnalano segnali incoraggianti su prezzi, compravendite e investimenti, pur con differenze territoriali e rischi strutturali da monitorare.

Secondo l’European Outlook 2026 presentato da Scenari Immobiliari, il mercato italiano potrebbe segnare un fatturato superiore ai 170 miliardi di euro il prossimo anno, con una crescita dell’8,4% rispetto al 2025 e circa 800.000 compravendite attese, livelli che ricordano quelli dei primi anni Duemila. I prezzi delle case dovrebbero aumentare mediamente oltre il 4%, con Milano e Roma in testa (+7,3% e +6,8% rispettivamente), mentre città come Torino, Bologna, Firenze e Napoli mostrano segnali di ripresa costante.

Le previsioni di Nomisma confermano un trend moderato ma favorevole, con un mercato orientato verso crescita dei prezzi e aumento delle transazioni, supportato da domanda residenziale stabile e condizioni di credito più sostenibili. Secondo l’Housing Market Survey della Banca d’Italia, la domanda di acquisto si è rafforzata in molte aree, mentre l’offerta continua a contrarsi e i tempi di vendita restano contenuti, il che spinge abitualmente i valori verso l’alto.

I commenti della stampa finanziaria europea

La stampa economica europea osserva con attenzione questo andamento. Financial Times evidenzia come il mercato immobiliare italiano stia gradualmente recuperando terreno grazie a una domanda interna più solida e a un clima di fiducia migliorato nei confronti delle prospettive economiche domestiche, pur ricordando che la crescita rimane inferiore ad altri Paesi UE più dinamici.

Bloomberg sottolinea la polarizzazione tra i grandi centri urbani, che attirano investimenti e compratori, e le aree periferiche o meno connesse dove la domanda resta più tiepida. Il sito nota anche come i tassi di interesse, pur più stabili rispetto agli anni recenti, continueranno a influenzare le scelte di acquisto, in particolare per gli immobili di fascia media e bassa.

Le Monde e El País evidenziano l’importanza della rigenerazione urbana e dell’efficienza energetica nel contesto italiano, sottolineando che un mercato sostenibile non può prescindere da politiche che favoriscano la qualità dell’offerta.

Sostenibilità e innovazione: il ruolo del Made Sustainable Prize

In questo scenario prende forma un’iniziativa, segnalata anche da PwC, che coniuga mercato immobiliare e sostenibilità: il Premio Made Sustainable Prize, nato in linea con i principi del New European Bauhaus (NEB). Il NEB è l’iniziativa della Commissione Europea che promuove una nuova visione dell’ambiente costruito basata su sostenibilità, inclusività e bellezza, con l’obiettivo di rendere le città e le comunità più vivibili e resilienti nel lungo periodo.

Organizzare un riconoscimento come il Made Sustainable Prize significa non solo valorizzare le eccellenze dell’architettura sostenibile, ma anche stimolare l’intero settore immobiliare verso una trasformazione concreta. A differenza di sistemi incentrati unicamente sulla compravendita, questo tipo di progetto premia progetti che integrano criteri ambientali, sociali ed estetici, contribuendo ad attirare investimenti responsabili e a incentivare la riqualificazione di immobili esistenti con standard elevati di performance energetica e di qualità urbana.

Progetti che rientrano nei criteri del NEB tendono a godere anche di maggiore attrattiva per investitori internazionali e famiglie alla ricerca di abitazioni che garantiscano comfort, efficienza e connessioni con servizi e comunità locali. Per un mercato italiano segnato da una spiccata richiesta di immobili riqualificati o “green”, simili iniziative possono favorire un cambio culturale e competitivo.

Problemi e opportunità

Nonostante gli indicatori positivi, il mercato del 2026 non è esente da rischi. L’edilizia italiana affronterà una transizione importante, con la fine del PNRR che sposterà il focus dai bonus privati agli investimenti pubblici. Da capire se si vedrà la possibile conferma di detrazioni fiscali (Ecobonus/Sismabonus) al 50% per le prime case (ma si discute), oltre a un probabile calo per seconde case al 36% e l’introduzione dei nuovi Criteri Ambientali Minimi (CAM) per gli appalti pubblici. Quanto a possibili sanatorie edilizie e una riforma per l’armonizzazione normativa… difficile esprimersi.

Secondo quanto dichirato alla testata Ingenio dal direttore ntecnico del CESME Lorenzo BelliciniSenza il traino del Pnrr e delle opere pubbliche comunali l‘incertezza si fa pesante. Se questo è il contesto, il settore delle costruzioni dovrà giocarsi la partita sulla crescita della produttività, sull’innovazione e sulla capacità competitiva”

Le previsioni più prudenti sottolineano che la crescita dei prezzi potrebbe essere più bassa (tra lo 0,5% e l’1,5%) se i tassi d’interesse non dovessero diminuire significativamente, con scenari condizionati da possibili rallentamenti economici. Tuttavia, l’orientamento verso mutui più sostenibili, l’interesse per immobili efficienti e rigenerati, e la spinta normativa verso la qualità costruttiva costituiscono elementi positivi.

In definitiva, il 2026 si profila come un anno di consolidamento e crescita equilibrata per il mattone italiano, con Milano e Roma in prima linea, ma con nuove opportunità legate alla sostenibilità e alla rigenerazione urbana. In questo contesto, iniziative come il Made Sustainable Prize possono rappresentare un moltiplicatore di valore, favorendo non solo la rivalutazione degli immobili, ma una trasformazione duratura del mercato verso modelli più sostenibili, resilienti e desiderabili per le generazioni future.