RBC BlueBay – High yield europeo: prospettive positive, qualità e cedole elevate

Sid Chhabra, Head of European High Yield, Securitized Credit and CLO Management, Senior Portfolio Manager, RBC BlueBay -

Dopo anni di rendimenti quasi a doppia cifra nell’high yield europeo, il 2025 ha segnato un ritorno a un contesto più normalizzato. Con l’attenuarsi del beta trade dell’anno precedente, l’high yield chiuderà probabilmente l’anno con un rendimento simile alla cedola, nell’ordine del 5,5–6%. Nonostante i cambiamenti nello scenario, il tema dominante è che l’high yield europeo rappresenta un universo di alta qualità, trasparente, caratterizzato da bassi tassi di default e mercati dei capitali aperti, che hanno favorito un forte anno di emissioni. Il resultato è un benchmark che oggi mostra la cedola media ponderata più elevata degli ultimi dieci anni.

L’elevata componente di reddito generato internamente, insieme a robusti afflussi, ha fatto sì che ogni calo costituisse un’occasione di acquisto e che la volatilità rimanesse di breve durata. Tuttavia, chiudiamo il 2025 con un mercato in una posizione interessante, che prepara il terreno a un 2026 potenzialmente molto dinamico. Sebbene il 2025, in apparenza, possa essere sembrato un anno poco movimentato, ciò che è mancato in termini di compressione degli spread è stato ampiamente compensato da opportunità di alpha, che proseguiranno anche nel 2026.

Il prossimo anno il mercato cercherà segnali di miglioramento del quadro macro-europeo. L’ottimismo dell’inizio 2025, alimentato da un’Europa unita nel voler passare a un allentamento fiscale, si è affievolito, lasciando un mercato stanco delle parole e in cerca di azioni concrete. Finché questo cambiamento non sarà visibile, i titoli ciclici europei continueranno a scambiare con un premio significativo: il mercato richiede rendimenti a doppia cifra anche ai nomi di qualità più elevata, creando così importanti opportunità di rendimento complessivo nel settore.

Le forze opposte della ricostruzione delle infrastrutture europee e delle operazioni di dismissione da parte delle grandi aziende europee, che mirano a separare le attività non core, continueranno a rappresentare un terreno fertile per il private equity e, di conseguenza, una fonte di finanziamento per il mercato high yield. L’AI resterà un tema centrale, sia come origine di nuove asset class legate ai maggiori investimenti in capex necessari, sia come fonte di incertezza e opportunità, mentre il mercato continua a valutarne impatti e minacce in vari settori.

La parte migliore del private credit continuerà a emergere nei mercati pubblici, man mano che queste società cercheranno di ampliare la propria base di finanziatori. Nel complesso, sia il contesto macro sia quello micro sono favorevoli a un ampio ventaglio di opportunità e, con i giusti venti a favore, l’high yield europeo potrebbe offrire un altro anno solido nel 2026, con rendimenti attesi a una cifra nella fascia medio-alta.