Rapporto sulle tendenze di investimento dei piani pensionistici
I fondi pensione sono pronti ad aumentare le allocazioni in asset privati e mercati emergenti asiatici
I piani pensionistici intendono aumentare le allocazioni nei mercati privati e nei mercati
emergenti asiatici
Gli intervistati vedono interessanti opportunità per il futuro nei mercati privati, in
particolare nel private debt e nel private equity, con l’86% che prevede di investire in
queste classi di attività entro tre anni. La selezione dei gestori verrà eseguita sulla base
della loro capacità di fornire rendimenti costanti e di soddisfare gli obiettivi ESG in un
mercato più competitivo.
I piani pensionistici sono attualmente poco investiti nei mercati emergenti asiatici, ma un
contesto più favorevole dovrebbe portare a un aumento delle allocazioni, con il 76% degli
intervistati che prevede di investire in questa regione nell’arco di tre anni.
I mercati regolamentati occidentali stanno toccando livelli
storicamente elevati, le operazioni di buy-back continuano a ritmo sostenuto e la pipeline delle IPO
diventa sempre più disomogenea. Ciò sottolinea la necessità per i piani pensionistici di trovare nuovi motori di crescita, secondo quanto emerge da un nuovo rapporto pubblicato da CREATE-
Research in collaborazione con Amundi, primo asset manager europeo fra i primi 10 operatori a
livello mondiale1.
L’indagine si basa sulle risposte di 157 piani pensionistici a livello globale, che gestiscono un
patrimonio di 1.970 miliardi di euro. Il sondaggio rivela quali sono le aree su cui i fondi pensione si
stanno orientando per ottenere rendimenti costanti nei prossimi tre anni. In questa nuova era, le
due classi di attività sotto-investite che offrono le opportunità più interessanti sono rappresentate
dai mercati privati e dai mercati emergenti asiatici.
Attualmente tre quarti (74%) dei piani pensionistici sono investiti in asset del mercato privato e
poco meno di due terzi (62%) nei mercati emergenti asiatici.
Vincent Mortier, Group Chief Investment Officer di Amundi, ha dichiarato: “I mercati privati e
i mercati emergenti asiatici hanno dovuto adattarsi a una nuova era, caratterizzata per i primi da
forti rialzi dei tassi di interesse e per i secondi da un nuovo scacchiere geopolitico. Tuttavia,
entrambi offrono ancora opportunità di diversificazione, rendimenti interessanti e sono ben
posizionati per trarre vantaggio da fonti di creazione di valore più prevedibili legate a megatrend
secolari. È incoraggiante vedere nuove allocazioni in aree storicamente poco investite”.
Il rallentamento della crescita dei mercati privati non ha diminuito la loro attrattiva
I mercati privati sono diventati oggetto di un’attenta analisi perché l’era dei rendimenti trainati dal
mercato e alimentati da denaro a basso costo è giunta al termine. Anche se i rendimenti dei mercati
privati saranno probabilmente più bassi rispetto al recente passato, la loro attrattiva rimane forte:
l’86% degli intervistati prevede di investire in questa classe di attività entro tre anni. Alla base di
questo incremento troviamo l’accresciuta ricerca di rendimenti corretti per il rischio in un contesto
di bassi rendimenti reali (72% degli intervistati), ulteriori riduzioni dei tassi d’interesse (54%), un
maggior numero di aziende in crescita nei mercati privati (53%) e il fatto che le società in rapida
crescita restano private per un periodo più lungo (51%).
L’indagine mostra che l’interesse degli intervistati per le singole classi di attività nei prossimi tre
anni varia. Il private debt è in cima alla lista per il 55% con i prestiti diretti, il finanziamento di asset
reali e il debito “distressed” che raccolgono la maggior parte dell’interesse. I settori da privilegiare
sono sanità, real estate, energie rinnovabili, tecnologie per catturare il carbonio e infrastrutture
sociali.
La seconda classe di attività maggiormente preferita è il private equity (49%), in particolare
l’azionario growth e, in misura minore, il leveraged buy-out. Seguono le infrastrutture (40%) che
hanno ricevuto un forte impulso da misure politiche come “l’Inflation Reduction Act” negli Stati Uniti
e il “Green New Deal” in Europa. Segue il settore immobiliare (38%), con una riduzione del divario
tra le aspettative di prezzo di acquirenti e venditori e interessanti opportunità di acquisto.
Il venture capital è in fondo all’elenco (28%). È considerata la classe di attività più rischiosa
nell’attuale contesto del mercato privato.
Gli asset dei mercati privati sono ritenuti ideali per ottenere un’esposizione ai megatrend
Il settore energetico sta attraversando un periodo di completa trasformazione grazie a quattro
potenti mega-tendenze note come le “quattro D” (decarbonizzazione, decoupling, digitalizzazione
e demografia). Questa cosiddetta “rivoluzione delle 4D” sta accendendo i riflettori sulle aziende i
cui modelli di business sono incentrati esclusivamente su questi specifici temi.
Queste aziende sono maggiormente presenti nei mercati privati e hanno il potenziale per superare
le loro omologhe dei mercati regolamentati, investendo direttamente in temi selezionati per la loro
maggiore probabilità di generare un impatto positivo. Secondo un intervistato, “i nostri investimenti
ad impatto si basano principalmente su società pure play che tendono ad essere più presenti nei
mercati privati”.
Per proteggere i portafogli in prospettiva, i piani pensionistici stanno capitalizzando su quelli che
probabilmente saranno i punti focali della creazione di valore nel prossimo futuro. Pertanto i nuovi
afflussi nei mercati privati si orienteranno verso temi basati su queste forze di trasformazione.
Gli investitori vedono margini di miglioramento nei mercati emergenti asiatici
Le attività dei mercati emergenti asiatici sono rimaste sottopesate, nonostante rappresentino il 46%
del Pil globale. Oltre un terzo degli intervistati (38%) non è attualmente esposto ai mercati emergenti asiatici, la metà (51%) ha allocazioni fino al 10% e solo l’11% ha allocazioni superiori al 10%.
Secondo il 68% degli intervistati, le questioni geopolitiche sono la ragione principale di queste
allocazioni limitate. Altri fattori determinanti sono l’aumento delle frizioni commerciali (58%),
l’elevata volatilità dei mercati (53%) e la governance opaca all’interno di questi mercati (51%).
Tuttavia, le prospettive di crescita della regione rimangono promettenti e i responsabili politici
stanno attuando riforme per attrarre capitali stranieri. Di conseguenza, il 76% degli intervistati
prevede di investire nei mercati emergenti asiatici nei prossimi tre anni.
Gli investimenti tematici domineranno i mercati emergenti asiatici, con India, Corea del Sud
e Taiwan destinati a beneficiarne
Monica Defend, Head of Amundi Investment Institute, ha dichiarato: “Con l’intensificarsi della
rivalità geopolitica tra Stati Uniti e Cina e il consolidamento di due blocchi commerciali e valutari
rivali, gli altri mercati asiatici stanno diventando sempre più interessanti per gli investitori. L’aumento del commercio e della connettività intraregionale ha rafforzato la resilienza dell’area e
ci aspettiamo di osservare un aumento delle allocazioni in quasi tutte le classi di attività.”
Gli investimenti tematici daranno forma alla prossima ondata di investimenti nei mercati emergenti
asiatici, con un intervistato che li ha definiti come “buoni ammortizzatori nell’era del rischio
geopolitico”. La metà degli intervistati prevede di aumentare la propria allocazione in fondi tematici
che coprono le energie rinnovabili e l’high-tech nei prossimi tre anni. Sul fronte ESG, le obbligazioni
verdi, sociali e legate alla sostenibilità sono le preferite (49%), poiché la regione continua a
ricercare capitali esteri per creare economie e società più verdi e inclusive.
Le obbligazioni sono attualmente percepite come un’opportunità di valore. Per il 48% degli
intervistati le obbligazioni in valuta forte diventeranno più interessanti ora che gli Stati Uniti hanno
iniziato a ridurre i tassi. Le obbligazioni in valuta locale sono preferite dal 45% degli intervistati,
poiché le banche centrali indipendenti in Asia hanno esercitato forti politiche anti-inflazione e le
finanze pubbliche sono in condizioni migliori.
Il professor Amin Rajan di CREATE Research, che ha guidato l’indagine, ha dichiarato: “Gli
asset dei mercati privati e dei mercati emergenti asiatici sono rimasti a lungo sottopesati nei
portafogli pensionistici. Ora il vento del cambiamento è evidente”.

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