La Bce prepara il quinto taglio consecutivo, per i tassi dei mutui vicino il riequilibrio tra fisso e variabile

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Sembra certo che l’Eurotower abbasserà i tassi di interesse di 25 punti base nella
riunione di giovedì prossimo, frenano invece Federal Reserve e Bank of England

Nella seconda riunione di politica monetaria dell’anno, in programma il prossimo 6 marzo, la Banca Centrale Europea
sembra essere avviata a proseguire sulla strada dell’allentamento intrapresa nella seconda metà del 2024. Si attende
dunque la decisione di un ulteriore taglio del costo del denaro, il quinto consecutivo e il sesto a partire da giugno 2024,
che con ogni probabilità sarà di un quarto di punto. Secondo le previsioni degli analisti, questo dovrebbe essere il primo
dei due tagli attesi entro giugno, a seguito dei quali Francoforte valuterà come agire nel secondo semestre dell’anno in
base ai dati relativi alla crescita economica e all’inflazione.

Oltre a questi due fattori, sarà poi fondamentale capire come si muoveranno la Federal Reserve negli Stati Uniti e la
Bank of England nel Regno Unito, che nelle riunioni in programma rispettivamente il 19 e il 20 marzo sono entrambe
avviate verso la decisione di lasciare inalterati i tassi d’interesse, almeno per il momento. Se da un lato l’indipendenza
della Bce rispetto alle altre banche centrali può giovare l’economia dell’Eurozona, divergenze in tema di politica
monetaria potrebbero portare a un indebolimento dell’euro rispetto a dollaro e sterlina, aumentando il costo delle
esportazioni e minando l’economia dei mercati europei.

L’Euribor continua la discesa, vicino il riequilibrio con l’IRS

Il taglio previsto nella riunione di giovedì prossimo permetterà agli indici Euribor, ovvero i tassi di riferimento sui quali
viene calcolato il TAN dei mutui a tasso variabile, di abbassarsi ulteriormente nelle prossime settimane, dopo che il
cambio di rotta di Francoforte in tema di politica monetaria dello scorso anno ha portato a un calo di oltre 100 punti
base negli ultimi 12 mesi. Attualmente, gli indici Euribor a 1 e 3 mesi si attestano entrambi al 2,46% (erano attorno al
3,87% a inizio febbraio 2024), valori che sono molto vicini a quelli dell’IRS a 20 anni – uno dei tassi di riferimento per
i mutui a tasso fisso – che nelle rilevazioni del 28 febbraio è al 2,39%, mentre l’Euris a 30 anni si mantiene ancora più
basso al 2,22%. Dando uno sguardo al prossimo futuro, secondo i forward l’Euribor potrebbe scendere a quota 2% nella
seconda metà del 2025: il riequilibrio con l’IRS sembra essere dunque molto vicino.

Il tasso fisso per ora rimane più conveniente, ma grazie ai tagli nella seconda metà del 2025 la situazione                                                 potrebbe cambiare a favore del variabile

Con il quinto taglio consecutivo del costo del denaro, il TAN medio dei mutui a tasso variabile a 20 e 30 anni passerebbe
dal valore attuale del 3,69% al 3,44%, con le migliori offerte che dal 3,18% scenderebbero sotto quota 3%, attestandosi
al 2,93%. Se si considera un mutuo a 20 anni dell’importo di 150.000€, in entrambi i casi per coloro che hanno scelto
– o sceglieranno – questo tipo di finanziamento il risparmio sulla rata mensile potrà arrivare fino a 19 € rispetto a oggi
(da 884 € a 865 € per la rata media, da 845 € a 826 € per le migliori offerte), mentre sull’intera durata del mutuo la
spesa totale sarà di oltre 4.500 € in meno. Nonostante il taglio atteso, il tasso fisso rimarrà per il momento la soluzione
più conveniente, con il TAN medio che a febbraio si attesta al 2,87%, mentre le migliori offerte scendono al 2,40%. Per
lo stesso tipo di finanziamento considerato in precedenza ciò si traduce in una rata media di 822 €, ovvero più leggera
di 43 € rispetto al variabile, e un risparmio su tutta la durata del mutuo di 10.350 €, mentre per le migliori offerte il
risparmio è di 39 € al mese, con la rata che in questo caso si attesta sui 787 €, e un risparmio totale di 9.380 €.

La convenienza del tasso fisso potrebbe durare ancora per pochi mesi nel caso di ulteriori tagli al costo del denaro. Se,
come da previsioni, entro giugno la Bce deciderà per un’altra sforbiciata dello 0,25%, il TAN medio del variabile
potrebbe scendere al 2,94%, molto vicino all’attuale tasso medio del fisso, mentre le migliori offerte potrebbero scendere
a quota 2,68%.