AcomeA SGR: La Bce toglie il pilota automatico

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La Banca Centrale Europea ha deciso di tagliare i tassi di riferimento di 25 bp, portando quindi il Deposit Facility Rate al 2%. La decisione ha avuto forte supporto nel Governing Council, solo un membro ha votato a favore di una pausa al meeting di giugno.

La Bce è sempre più convinta del raggiungimento del target di inflazione del 2% nel medio-lungo termine. Rispetto alle proiezioni macroeconomiche presentate a marzo di questo anno, l’aggiornamento presentato oggi mostra una revisione al ribasso delle stime di inflazione headline sia per il 2025 (da 2,3% al 2%) sia per il 2026 (da 1,9% a 1,6%) trainata principalmente dalla discesa dei prezzi energetici e dall’apprezzamento dell’euro, come ha spiegato Lagarde. Le proiezioni dell’inflazione nelle sue componenti meno volatili (inflazione core) invece rimangono sostanzialmente stabili, così come le proiezioni di crescita del Pil.

La Bce è sì preoccupata delle conseguenze economiche di una guerra commerciale, ma tuttavia vede nella spesa pubblica per la difesa e in investimenti infrastrutturali due forze che possono supportare la crescita economica nel medio termine nell’Eurozona. Oltre a questo, il crescente reddito reale e un mercato del lavoro che rimane resiliente continueranno a sostenere i consumi privati domestici. L’assesment della Bce vede le condizioni finanziarie attuali meno stringenti: i timori che l’aumento dell’incertezza e la risposta volatile del mercato alle tensioni commerciali di aprile potessero avere un impatto restrittivo sulle condizioni di finanziamento si sono attenuati.

I rischi sull’outlook di crescita economica rimangono rivolti al ribasso, mentre i rischi sull’outlook di inflazione sono ora più incerti. L’apprezzamento dell’euro, i prezzi energetici in declino e le conseguenze di una guerra commerciale (non solo la minore domanda estera, ma anche il reindirizzamento di merci da parte di Paesi con eccessiva capacità produttiva, come la Cina) puntano al ribasso. Al contrario, una frammentazione delle catene di approvvigionamento globali potrebbe far aumentare l’inflazione facendo salire i prezzi delle importazioni, così come un aumento della spesa per la difesa e le infrastrutture ed eventi climatici estremi potrebbero rappresentare spinte al rialzo sui prezzi al consumo.

La Bce ha evitato di impegnarsi in vista dei prossimi meeting di politica monetaria, tuttavia Lagarde durante la conferenza stampa ha ripetuto più volte che dopo questo taglio da 25 bp siamo in una buona posizione.

Questo può alludere al fatto che a meno che non ci siano shock particolarmente negativi per crescita economica ed inflazione, come potrebbe essere l’imposizione di tariffe particolarmente punitive da parte degli Stati Uniti (50% recentemente minacciato da Trump), la Bce voglia tenere i tassi di riferimento fermi su questo livello.

Detto questo, la Bce rimane dipendente dai dati per le prossime decisioni di politica monetaria, che verranno prese meeting by meeting. Le decisioni del Consiglio direttivo in materia di tassi di interesse continueranno ad essere guidate dalla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, della dinamica dell’inflazione core e della forza della trasmissione della politica monetaria.

A seguito della circolazione di voci riguardo una possibile fine del mandato di Lagarde prima del suo termine naturale per raggiungere il World Economic Forum, oggi Lagarde, con al collo una collana con scritto “in charge”, ha chiarito che è sua intenzione rimanere fino alla fine del suo mandato (ottobre 2027).