AXA Investment Managers Credito europeo: fondamentali solidi, ma incertezze all’orizzonte

Boutaina Deixonne, Head of Euro IG & HY Credit di AXA IM -

l quadro macroeconomico e geopolitico è incerto. Nei mercati resta della volatilità, a causa dei timori per l’economia globale, i dazi, l’inflazione e le guerre. Tuttavia, è proprio in questa turbolenza che possiamo trovare delle opportunità.

I mercati temono l’incertezza. Oggi ce n’è in abbondanza, a livello macroeconomico e geopolitico. Per esempio, c’è incertezza sulla politica monetaria, aggravata dai timori per la guerra commerciale e il suo impatto su crescita e inflazione (per l’Europa resta la minaccia di dazi al 30% dal 1° agosto). L’ultimo dato sull’inflazione negli Stati Uniti mostra un’accelerazione a giugno – il che rischia di allontanare il momento in cui la Fed taglierà i tassi. Eppure, per superare indenni le tempeste che potrebbero scatenarsi in un contesto come quello attuale, riteniamo che nell’ambito del credito in euro un approccio flessibile o a breve duration possa offrire agli investitori delle opzioni.

Cosa aspettarsi nei prossimi mesi?

Il nostro scenario di base prevede un rallentamento economico globale, un calo dell’inflazione, soprattutto in Europa, e un sentiment dei consumatori più debole. È più probabile che il tasso medio effettivo dei dazi statunitensi aumenti rispetto a quello attuale e ci aspettiamo che si stabilizzi al 15-18%.

Eppure, da una prospettiva microeconomica, una revisione dei parametri di credito nel primo trimestre dell’anno indica che il rischio di credito resta contenuto, il che è positivo per gli investitori obbligazionari.

I tassi di crescita dei ricavi e dell’EBITDA restano solidi, mentre la crescita del debito e i rendimenti per gli azionisti non sono eccessivi. I rendimenti più elevati contribuiscono ad aumentare gli interessi passivi ma anche a rallentare la crescita del debito.

Il segmento BBB si è mantenuto più conservativo, evidenziando un certo ritardo nel rafforzamento dei bilanci. Detto ciò, è importante ricordare che i dati del primo trimestre hanno beneficiato di un effetto di anticipazione delle attività (il cosiddetto front-loading), per cui sarà interessante osservare i risultati del secondo trimestre per capire come evolveranno questi trend, quale sarà l’impatto dei dazi più elevati e della minore attività anticipata.

Guardando al 2026, le prospettive di crescita per l’Europa potrebbero migliorare grazie al piano fiscale tedesco. Le valutazioni appaiono elevate rispetto ai Bund, ma ancora ragionevoli in termini di rendimento totale: oltre il 3% per l’investment grade e oltre il 5% per l’high yield.

Un ulteriore elemento positivo è rappresentato dai fattori tecnici, che restano favorevoli nonostante un’offerta record. Al momento, non vediamo catalizzatori di breve termine in grado di compromettere tali supporti di mercato. Sebbene riteniamo che gli spread, in termini relativi, non siano particolarmente attraenti, il contesto resta sufficientemente solido da rendere difficile un loro ampliamento, a meno che non si manifestino segnali chiari di deterioramento economico, una maggiore volatilità nei tassi o risultati del secondo trimestre inferiori alle attese. Il mercato dei Treasury potrebbe registrare un aumento dei rendimenti a causa dell’aumento dell’offerta legato alle politiche fiscali, con potenziali ricadute anche sui mercati europei. Un modesto aumento dei tassi sarebbe positivo per gli spread, mentre movimenti più marcati o erratici non lo sarebbero. Nel complesso, ci aspettiamo una seconda metà dell’anno più complessa, con la conclusione dei negoziati commerciali e un possibile contraccolpo sull’economia legato al front-loading dell’attività osservato nei mesi precedenti agli aumenti tariffari.

Implicazioni per il portafoglio

Le tensioni geopolitiche potrebbero indebolire il sentiment di mercato, così come la fiducia di consumatori e imprese. In questo contesto incerto, riteniamo che gli investitori non siano sufficientemente compensati per esporsi ai settori ciclici. Per questo motivo, nei nostri portafogli privilegiamo il settore finanziario e i settori difensivi. Inoltre, propendiamo per un’estensione della duration nei titoli con rating elevato. In termini di scadenze, preferiamo il tratto intermedio della curva, dove la strategia carry roll down appare particolarmente interessante, soprattutto nel debito subordinato.

In ogni caso, per sfruttare il credito in euro al meglio, è fondamentale scegliere un approccio di gestione attivo e flessibile, privo di benchmark, che dovrebbe contribuire a generare interessanti rendimenti corretti per il rischio in diversi mercati. Questo perché tali strategie possono spostarsi tra le asset allocation e gestire la duration con agilità.