Bitcoin ai massimi, il regolatore italiano rallenta
Il prezzo di Bitcoin supera i 111.000 dollari nel secondo trimestre 2025, spinto dagli acquisti di
investitori privati e istituzionali. Arrivano le licenze MiCAr in Europa ma non ancora in Italia.
Il Digital Gold Institute (DGI), ufficio studi di CheckSig e principale think tank europeo
specializzato in Bitcoin, crypto-asset e blockchain, ha pubblicato la ventiseiesima edizione del suo report
trimestrale sull’ecosistema cripto.
Il secondo trimestre del 2025 segna un nuovo massimo storico per Bitcoin, che supera la soglia dei 111.000
dollari, dopo il ritracciamento registrato a inizio anno. Il trend positivo conferma la crescente maturità dell’asset e la
sua bassa correlazione con le asset class tradizionali. Nel frattempo, il quadro normativo globale continua ad
evolversi: l’Europa prosegue nell’implementazione del regolamento MiCA, mentre negli Stati Uniti si avvicina
l’adozione del Genius Act, la prima proposta organica di regolamentazione per le stablecoin.
Bitcoin guida il mercato e raggiunge nuovi massimi
Nel secondo trimestre 2025, Bitcoin registra una performance positiva del +31%, portando la performance da
inizio anno a +15%. Un risultato che consolida il ruolo dell’asset come riserva di valore emergente e strumento di
diversificazione. Bitcoin si conferma così leader indiscusso tra i crypto-asset per capitalizzazione, volumi e
rendimento. Una spinta significativa che è stata sostenuta anche dai capitali istituzionali, con i flussi in ingresso
negli ETF che hanno superato i 12 miliardi di dollari nel trimestre.
Tra gli altri asset digitali, spicca la ripresa di Ether (+38%), sostenuta dall’introduzione dell’upgrade di sistema
Pectra, che ha contribuito a lasciarsi alle spalle gli effetti negativi legati al caso ByBit di inizio anno.
Regolamentazione: Europa in movimento, Italia in ritardo
Il trimestre riflette gli effetti positivi dell’entrata in vigore del regolamento MiCA (Markets in Crypto-Assets), che da
gennaio 2025 ha fornito maggiore certezza normativa e un quadro armonizzato per il mercato a livello europeo.
Numerosi operatori internazionali hanno già avviato l’iter per ottenere la licenza MiCA. Tra i primi soggetti
autorizzati figurano nomi di rilievo del mondo bancario tradizionale, come BBVA e Commerzbank, a conferma
dell’ingresso definitivo del settore cripto nella finanza regolamentata anche in Europa.
L’Italia resta fanalino di coda. A fronte di oltre 2,5 milioni di italiani con un conto presso operatori
regolamentati e un controvalore complessivo dei saldi cripto pari a 2,5 miliardi di euro, secondo i dati OAM
del primo trimestre 2025, il processo autorizzativo nazionale non è ancora partito. Il ritardo è dovuto alla scelta di
prorogare il termine per l’invio della domanda di licenza MiCA, posticipando di conseguenza anche il rilascio
delle autorizzazioni.
Ferdinando Ametrano, Direttore Scientifico del Digital Gold Institute, commenta: “La lentezza del processo
autorizzativo italiano lascia i risparmiatori preda di operatori cripto poco affidabili, svantaggia le aziende
italiane nella competizione europea e fa perdere al Paese un’opportunità storica di innovazione e sviluppo”.
Negli Stati Uniti prende forma il Genius Act
Negli Stati Uniti, l’attenzione è rivolta al Genius Act, un disegno di legge bipartisan promosso dall’amministrazione
Trump per regolamentare l’emissione e la gestione delle stablecoin. Attualmente in fase avanzata al
Congresso, la proposta prevede regole stringenti in materia di riserve, trasparenza e compliance, tra cui:
● obbligo di riserva pienamente garantita,
● audit regolari da parte di enti terzi indipendenti,
● conformità alle normative antiriciclaggio e antiterrorismo.
Il Genius Act rappresenta un passaggio cruciale per l’integrazione delle stablecoin nei mercati finanziari
regolamentati, confermando ancora una volta il ruolo di leadership degli Stati Uniti nello sviluppo dell’ecosistema
cripto globale.
CheckSig Survey: il 68% degli italiani vuole servizi cripto in banca
Ospite dell’evento, Francesco Del Pizzo, Institutional Sales Specialist di CheckSig, ha presentato la Crypto
Banking Survey, l’analisi condotta da CheckSig che esplora comportamenti e bisogni dei clienti bancari italiani in
ambito cripto.
L’indagine registra un interesse concreto e in continua espansione: il 68% degli intervistati si aspetta che la
propria banca offra servizi legati alle cripto-attività. Un chiaro indicatore delle aspettative degli investitori, che
pone le istituzioni tradizionali al centro dell’evoluzione del mercato cripto. Come sottolinea Del Pizzo: “Il 71% di chi
si aspetta servizi cripto dalla propria banca è disposto ad aprire un conto presso un altro operatore pur di
accedervi. Un dato che conferma la rilevanza delle cripto-attività nelle scelte di investimento dei clienti e segnala
alle banche rischi e opportunità legati a un servizio sempre più strategico”.

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