Crisi abitativa in Europa: prezzi in crescita e famiglie in difficoltà
Crisi abitativa in Europa
Il mercato immobiliare europeo è alle prese con una crisi sempre più evidente. Secondo i più recenti dati Eurostat, nel secondo trimestre del 2025 i prezzi delle abitazioni sono aumentati del 5,4% nella zona euro e del 5,7% nell’intera Unione Europea. Una dinamica che aggrava la condizione abitativa per milioni di cittadini, in particolare giovani e famiglie a basso reddito, rendendo sempre più difficile l’accesso alla casa.
Le differenze regionali sono marcate: mentre la Finlandia ha registrato un calo dei prezzi del -1,9% nel primo trimestre, paesi come Portogallo (+16,3%), Bulgaria (+15,1%) e Croazia (+13,1%) guidano l’impennata dei valori immobiliari. A contribuire sono vari fattori: domanda internazionale in crescita, investimenti turistici, politiche fiscali attrattive e carenza strutturale di alloggi.
Questo fenomeno non è solo economico, ma ha forti ripercussioni sociali. L’aumento dei prezzi si traduce in esclusione per le fasce più deboli, obbligate a restare nel mercato degli affitti – sempre più costoso – o a rinunciare del tutto alla possibilità di un’abitazione autonoma. L’emergenza colpisce in particolare i giovani che affrontano la prima casa e le famiglie della classe media, alle prese con stipendi che non tengono il passo con l’inflazione immobiliare.

Aumenti vertiginosi nelle grandi città
Le disuguaglianze si ampliano anche su scala geografica: le grandi città, mete di investimenti e turismo, registrano aumenti vertiginosi che spingono i residenti verso periferie meno servite. L’equilibrio tra sviluppo urbano e diritto all’abitare si fa sempre più fragile, mentre le politiche pubbliche arrancano dietro ai ritmi del mercato.
Di fronte a questa emergenza, il Parlamento Europeo ha istituito a gennaio una commissione speciale, guidata dall’eurodeputata Irene Tinagli (PD), con l’obiettivo di analizzare le cause della crisi abitativa. I dati su cui si lavora sono allarmanti: dal 2010 a oggi i prezzi delle case sono aumentati del 52%, gli affitti del 25%. Tra le misure allo studio: incentivi per l’edilizia popolare, agevolazioni fiscali per i costruttori e coinvolgimento di capitali pubblici e privati per aumentare l’offerta abitativa.
La sfida è duplice: da un lato, garantire un tetto accessibile per tutti; dall’altro, evitare che il settore immobiliare diventi terreno di pura speculazione finanziaria. Il rischio è che il diritto alla casa venga progressivamente subordinato alla logica del rendimento, minando la coesione sociale.
Un cambio di paradigma
Le prospettive future richiedono un cambio di paradigma: servono politiche integrate che uniscano urbanistica sostenibile, rigenerazione di aree dismesse, edilizia pubblica e monitoraggio costante del mercato. Un’azione coordinata tra Parlamento europeo, governi nazionali ed enti locali può aiutare a costruire un’offerta abitativa equa, stabile e adatta ai bisogni della popolazione.
Il tempo stringe: l’accesso alla casa non può più essere lasciato alla sola dinamica del mercato. È una questione di giustizia sociale, ma anche di tenuta democratica.

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