I dazi di Trump. Il clima di forte incertezza rischia di danneggiare veramente la nostra economia
Clima di forte incertezza
— di Alessia Potecchi —
I dazi di Trump, questo continuo altalenante cambio di passo e prospettiva, fatto di proposito non giova certamente al nostro Paese ma nemmeno agli stessi Stati Uniti che rischiano di rimetterci in termini di politica economica. La lettera che ha annunciato dal primo agosto dazi al 30% per l’UE è preoccupante soprattutto davanti al comportamento di questo governo che da sempre si è posto impreparato e immobile perché a metà del guado tra un negoziato europeo nel vero senso della parola e un filo diretto con l’amministrazione americana per ovvie ragioni di intesa politica che allo stato attuale dei fatti non ha portato assolutamente a nulla anzi.
Il governo ha continuato ad assumere una linea minimizzante anche quando i dazi producevano già danni e preoccupazione per la nostra economia. Il nostro Paese rischia di essere colpito seriamente sul versante delle imprese e su quello del lavoro, abbiamo una tradizione economica che ha nell’esportazione un punto di riferimento importante, lo scorso anno abbiamo registrato un surplus commerciale pari a 39 miliardi. Quello che però fa più male e rischia di danneggiare veramente la nostra economia è il clima di forte incertezza in cui ci troviamo e questo cambio repentino del valore dei dazi e dello stesso negoziato con l’UE e certamente il Governo alimenta tutto questo senza intervenire come dovrebbe perché si posiziona a metà tra la linea europea e l’amicizia politica con il Presidente Trump.
Occorre sostenere con forza il negoziato europeo ma nello stesso tempo essere in grado di introdurre, per evitare una vera e propria guerra commerciale, dei provvedimenti che fanno male agli Stati Uniti e che possono creare loro dei problemi, una Digital Tax, le Big Tech americane sono oggetto fondamentale di queta situazione e sono quelle che impensieriscono di più lo stesso Trump e mettere poi dei paletti ben precisi su cui l’UE non ha intenzione di transigere, questo deve essere chiaro subito. Quindi sicuramente negoziare e trattare fino all’ultimo momento ma porre fin immediatamente sul piatto delle contromisure efficaci che colpiscano Trump e l’economia americana con linee precise di cui parlavo prima.
Il Governo è silente perché fa fatica a contrastare l’amico Trump e a procedere dritto e determinato sulla strada del negoziato ma anche delle contromisure proprio perché teme di contraddire il presidente. Prova di questo è l’imposizione che è stata fatta al nostro paese e agli altri Paesi in sede Nato da parte di Trump, Il nostro paese spende il 2% del PIL per la sicurezza pari a 45 miliardi nel 2025, secondo l’accordo stipulato e imposto da Trump e che noi abbiamo accettato, in 10 anni passeremo dal 2% al 5% del PIL pari a 145 miliardi di spesa, 100 miliardi in più di spese per la sicurezza che è anche molto di più di quello che spendono gli stessi USA che hanno speso circa il 3,4%. Le risorse vanno trovate e quindi a farne le spese sono senza dubbio i cittadini che vedranno tagliati i servizi di base a partire da scuola, sanità, sociale, oppure ancora aumentare la pressione fiscale che è già aumentata notevolmente negli scorsi mesi. Ancora questo tipo di provvedimento non riguarda l’Europa unita, non è un provvedimento che prendiamo insieme agli altri stati e quindi in sinergia e in comunione di Unione Europea ma è un provvedimento che concerne i singoli stati, ognuno per conto proprio.
Riforme e programmi precisi
Dobbiamo rafforzare e puntare sul nostro mercato interno con delle riforme e dei programmi precisi come l’aumento dei salari e nuovi investimenti di carattere pubblico e privato, occorre una politica industriale adeguata che sappia nel contesto europeo introdurre investimenti comuni consistenti per affrontare competizione e cambiamenti. La sicurezza nazionale ed europea deve diventare fattore centrale nelle scelte di politica energetica e industriale e devono farci riconsiderare alcune scelte strategiche tenendo conto di quello che sta accadendo. La situazione è complessa e l’economia mondiale corre gravi pericoli ma è un’occasione importante per l’Europa per guardare alla sua unità e ad un percorso economico, commerciale e fiscale sinergico, guardiamo ai dazi come all’occasione per agire uniti, per parlare e rispondere con una sola voce, la parola che ci deve guidare è insieme.

LMF green
Mente e denaro
Sala Stampa