Nuveen: mercati emergenti, entry point interessanti e stabilità in un quadro globale in rallentamento
Riteniamo che i rendimenti obbligazionari offrano nel complesso uno dei migliori entry point degli ultimi anni, creando interessanti opportunità di reddito.
I rischi economici al ribasso sono significativi, nonostante i fondamentali solidi, con i dazi che potrebbero comprimere le spese per i consumi e penalizzare gli investimenti fissi delle aziende. Non prevediamo, tuttavia, una recessione negli Stati Uniti.
I premi per il rischio potrebbero ampliarsi ulteriormente, e questo potrebbe aprire entry point interessanti nei prossimi trimestri. La duration dovrebbe riprendere il suo ruolo di protezione.
Il contesto attuale di fondamentali solidi per gli emittenti sovrani e societari dei mercati emergenti (EM) presenta stabilità, anche se le prospettive di crescita globale iniziano a mostrare segni di cedimento.
I titoli sovrani degli EM sono generalmente sostenuti da politiche fiscali prudenti, con rapporti debito/PIL che dovrebbero attestarsi al 40%, al di sotto di quelli dei mercati sviluppati, nonostante l’aumento della spesa in Cina. In termini di prospettive di credito, i tassi di insolvenza per il debito corporate e sovrano dei mercati emergenti dovrebbero essere bassi rispetto al passato recente e modesti se confrontati con gli standard storici.
Sebbene i movimenti dei tassi meritino attenzione a causa della duration più lunga dei titoli sovrano, il rendimento rimane il principale motore della performance nel medio-lungo termine. Grazie ai rendimenti elevati (7,64% al 18 luglio), riteniamo che il debito dei mercati emergenti sia ben posizionato per continuare a offrire solidi rendimenti adeguati al rischio. I rendimenti dell’investment grade dei mercati emergenti offrono un premio di 100 punti base (pb) rispetto ai loro omologhi globali, mentre l’high yield (esclusi i titoli con rating CCC) offre un vantaggio di rendimento di 150 pb o più, rendendo questa asset class interessante per i portafogli diversificati.
Per quanto riguarda i rischi, monitoriamo la possibilità di un calo dei prezzi delle commodity a fronte del continuo rallentamento della crescita globale, nonché l’aumento della volatilità in Medio Oriente. Anche l’incertezza della politica commerciale statunitense, evidenziata dall’imposizione improvvisa di dazi da parte del presidente Trump sul Brasile, merita attenzione.

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