I media italiani commentano la bocciatura dell’Ops Mediobanca–Banca Generali: un’immagine di sconfitta per Mediobanca

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Ops Mediobanca–Banca Generali

Il colpo d’ala che non c’è stato

L’assemblea degli azionisti di Mediobanca, riunitasi il 21 agosto 2025, ha respinto la proposta di Offerta Pubblica di Scambio (Ops), che avrebbe trasferito la partecipazione del 13 % in Generali in cambio del controllo di Banca Generali, operazione da circa 6,3 miliardi di euro. I voti a favore hanno raggiunto solo il 35 %, mentre contrari e astenuti hanno totalizzato circa 42–43 %, con un’affluenza del 78 %

“Opportunità mancata per conflitti d’interesse”, afferma Nagel

Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca, ha definito l’esito un’“opportunità mancata”, evidenziando come il voto contrario sia arrivato soprattutto da azionisti con “evidenti conflitti di interesse”, in particolare da gruppi come Delfin (famiglia Del Vecchio) e Caltagirone, presenti anche in Generali e Monte dei Paschi (MPS). Nagel ha inoltre sottolineato che coloro che non avevano conflitti hanno votato in linea con le raccomandazioni dei proxy advisor internazionali, guardando al valore di Mediobanca e del sistema finanziario italiano.

La politica e gli equilibri del risiko bancario

Diversi organi di stampa hanno sottolineato come il rifiuto dell’Ops spalanchi la strada all’offensiva di MPS per Mediobanca, agevolata dal sostegno implicito del governo e di potenti famiglie italiane. Il fallimento dell’Ops viene letto come un punto di svolta nel “risiko” del settore bancario italiano: anche per Financial Times Mediobanca rischia di perdere autonomia, mentre nasce sempre più concreta la possibilità che l’istituto milanese entri nella sfera di influenza di MPS.

La narrazione della stampa televisiva: sintesi e reazioni

Sui telegiornali nazionali si è evidenziata la rapidità dell’assemblea, durata meno di mezz’ora con tanto di rappresentante designato e notaio e loro interventi, come la prassi vuole. E’ stato ovunque sottolineato anche lo stop netto e immediato all’offerta, con titoli espliciti del tipo:

  • L’assemblea di Mediobanca boccia l’ops su Banca Generali. Nagel accusa i soci di ‘conflitto d’interesse’. Unipol è uscita” di ANSA.
  • Mediobanca, l’assemblea boccia l’ops su Banca Generali. Il ceo Nagel: «Opportunità mancata»” sul Corriere della Sera.
  • “Mediobanca: respinta offerta su Banca Generali dall’assemblea degli azionisti. L’assemblea di Mediobanca boccia l’offerta su Banca Generali. Il ceo Alberto Nagel critica i conflitti di interesse degli azionisti” su Il Sole 24 Ore.
  • “L’assemblea di Mediobanca boccia Nagel sull’ops Banca Generali. I favorevoli si fermano al 35%” su Il Messaggero.
  • “Mediobanca, lo schiaffo dell’assemblea: no all’ops su Banca Generali” su Fortune Italia.

L’attenzione si è focalizzata sui numeri: 35 % a favore, 10 % contrari (quasi tutti di Caltagirone) e 32 % astenuti, tra cui Delfin (20 %), casse previdenziali, investitori istituzionali, Edizione, e UniCredit. Anche i notiziari Rai hanno riportato la dichiarazione dell’ad: “evidente conflitto di interesse”, “opportunità mancata”, citando l’uscita dall’offerta e la futura realizzazione del piano “One Brand – One Culture”

Commenti dagli editoriali: tra realpolitik e nostalgia per l’indipendenza

La Stampa ha pubblicato un commento amaro dicendo che Nagel esce sconfitto e che l’Ops è stata bloccata da un fronte interno resistente, rendendo l’operazione “decaduta”
La Repubblica ha sottolineato i numeri e la strategia evidentemente ostile, con la bocciatura che svuota la proposta di ogni efficacia e sembra avvicinare Mediobanca a una resa al conflitto degli interessi
Il Corriere della Sera ha posto l’accento sui retroscena: un’assemblea lampo, la perdita del valore per chi puntava a creare un polo nel wealth management, e i titoli coinvolti in flessioni in Borsa subito dopo il voto.

In sintesi, i media italiani – carta stampata e tv – convergono su un’immagine di sconfitta strategica per Mediobanca. Il voto ha evidenziato le spinte contrarie interne guidate da famiglie potenti, ribadendo le fragilità del sistema finanziario italiano, ancora dominato da relazioni incrociate e logiche di potere. Si apre ora una nuova fase in cui MPS potrebbe consolidare la sua presa su Mediobanca, mentre il management rilancia con determinazione il proprio piano industriale interno.