Mercato dell’automotive in Europa. L’appello di costruttori e fornitori: “Ricalibrare la strategia green all’industria reale”

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Lettera congiunta di ACEA e CLEPA a Ursula von der Leyen in vista del Dialogo Strategico del 12 settembre.
Dati su mercato, infrastrutture e batterie

L’industria automobilistica europea chiede una correzione di rotta. In una lettera indirizzata alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, i presidenti di ACEA (i costruttori) e CLEPA (i fornitori) domandano di “riallineare” la transizione della mobilità alle condizioni di mercato, geopolitiche ed economiche di oggi, mantenendo l’obiettivo net-zero al 2050 ma rivedendo tappe e strumenti. Il Dialogo Strategico sul futuro dell’automotive avviato dalla Commissione e in agenda il 12 settembre è indicato come l’occasione per farlo.

Nel mirino c’è il quadro normativo che fissa lo zero grammi di CO₂ per auto e van dal 2035 (riduzioni intermedie del 15% dal 2025 e del 55% dal 2030 per le auto) e, per i mezzi pesanti, tagli del 45% entro il 2030, 65% entro il 2035 e 90% al 2040, con autobus urbani a emissioni zero al 2035. L’industria non contesta gli obiettivi climatici, ma chiede maggiore flessibilità regolatoria e coerenza industriale.

I numeri aiutano a contestualizzare l’appello. Nel 2024 le auto elettriche pure hanno rappresentato il 13,6% delle immatricolazioni di nuove auto nell’UE; nel primo semestre 2025 la quota è salita al 15,6%, ma con andamenti disomogenei tra i principali mercati. La rete di ricarica pubblica ha superato 1 milione di punti in Europa nel 2024, in crescita di oltre il 35% sull’anno precedente, ma la distribuzione resta squilibrata e la velocità di rollout non è ancora uniforme.

Sul fronte industriale, ACEA ricorda che il settore resta tra i primi investitori privati in R&S in Europa (85 miliardi di euro nel 2023), mentre la produzione di veicoli è scesa nel 2024 a 11,5 milioni di auto e i veicoli commerciali hanno accusato flessioni vicine al 10%. Un segnale di fragilità competitiva che si somma alla pressione dei costi e all’incertezza della domanda.

C’è poi il nodo della dipendenza dalle batterie asiatiche: secondo l’IEA Internationl Energy Agency, quasi il 90% della capacità mondiale di materiali catodici e oltre il 97% di quella per gli anodi è in Cina. Non sorprende che l’UE abbia adottato dazi difensivi sui BEV (Battery Electric Vehicle) cinesi (dal 30 ottobre 2024), nel tentativo di riequilibrare condizioni di concorrenza e ridurre i rischi nella catena di fornitura.

La richiesta di ACEA e CLEPA è di politiche “technology-neutral” che non chiudano a priori a soluzioni di transizione – dall’ibrido ai carburanti rinnovabili, fino all’idrogeno per taluni usi – e che procedano in parallelo con infrastrutture, incentivi mirati e formazione per la filiera. Nella lettera i due organismi ribadiscono il supporto al 2050 e ricordano impegni d’investimento superiori a 250 miliardi di euro entro il 2030 già messi sul tavolo dall’industria.

Cosa guardare adesso. Il 12 settembre il Dialogo Strategico potrà tradurre queste istanze in un piano operativo su tre assi: tempi e traiettorie della decarbonizzazione (con la revisione prevista per il 2026/2027), accelerazione dell’infrastruttura (coerente con gli obiettivi AFIR) e strumenti per la competitività – dal capitale per la riconversione produttiva alle misure su energia e commercio. Sarà qui che la “riqualificazione” chiesta dalle imprese si misurerà con i vincoli climatici e con la realtà di un mercato europeo che vuole restare leader nell’innovazione sostenibile, senza perdere terreno su occupazione e valore aggiunto.