AI Act italiano, il Senato verso il voto finale. Cybersicurezza e calcolo quantistico
Il Parlamento si avvia a compiere un passo decisivo nel percorso di regolazione dell’intelligenza artificiale. Questa settimana il Senato esaminerà in via definitiva il disegno di legge n. 1146-B, già approvato con modifiche dalla Camera, che introduce nel nostro ordinamento un quadro normativo organico sull’IA, in linea con il regolamento europeo entrato in vigore nel 2024.

La legge si fonda su alcuni principi cardine: centralità della persona, rispetto dei diritti fondamentali, parità di genere, non discriminazione, trasparenza e sostenibilità. Quest’ultima non viene intesa soltanto in chiave ambientale, ma come capacità della tecnologia di integrarsi nel tessuto economico e sociale senza produrre nuove disuguaglianze.
Particolare rilievo assumono tre ambiti di applicazione. Sanità e disabilità: l’IA potrà supportare diagnosi e cure, ma non sostituire il giudizio medico, mentre nuovi strumenti tecnologici dovranno favorire inclusione e autonomia per le persone con disabilità. Lavoro: l’obiettivo è migliorare le condizioni occupazionali e ridurre i rischi legati all’automazione. A tal fine viene istituito un Osservatorio nazionale presso il Ministero del lavoro, con il compito di monitorare l’impatto sull’occupazione e promuovere percorsi formativi per lavoratori e imprese. Ambiente: la tecnologia viene vista come leva per aumentare l’efficienza energetica, ottimizzare processi produttivi e incentivare l’economia circolare.
Sul fronte economico, il testo prevede risorse fino a un miliardo di euro per stimolare startup e PMI innovative attive in ambiti strategici come IA, cybersicurezza e calcolo quantistico. Un sostegno che punta a consolidare la competitività nazionale senza disallinearsi dai target di sostenibilità.
Importante anche il capitolo dedicato alla pubblica amministrazione: i sistemi di IA dovranno ridurre tempi e costi dei procedimenti, migliorare la qualità dei servizi e rafforzare la trasparenza, con ricadute dirette su cittadini e territori.
Il provvedimento affronta inoltre temi di frontiera come la protezione dei dati personali, l’educazione digitale, la formazione STEM e artistica, il diritto d’autore sulle opere generate con IA e i nuovi rischi penali legati a deepfake e manipolazioni digitali.
Con questa legge, l’Italia intende coniugare innovazione e responsabilità, rafforzando la propria sovranità digitale e inviando un segnale chiaro a imprese e ricerca: lo sviluppo dell’intelligenza artificiale non può essere lasciato privo di regole, ma deve procedere in equilibrio tra competitività, sostenibilità e tutela dei diritti.
Claudio Bonato

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