Ostrum AM: quattro asimmetrie USA-Cina

Philippe Waecther, capo economista di Ostrum AM, affiliata di Natixis IM -

Gli Stati Uniti sono diventati dipendenti dalla capacità produttiva e di assemblaggio della Cina. Da qui deriva la decisione della Casa Bianca di ridurre le tariffe del 145%. Computer, telefoni cellulari, batterie e altri prodotti tecnologici stavano diventando troppo costosi per le aziende statunitensi.

La struttura della produzione manifatturiera. In tutti i Paesi industrializzati, dagli Stati Uniti al Giappone, passando per la Francia e la Germania, il settore automobilistico è stato l’elemento strutturante dell’industria. Ma oggi la Cina ha una capacità produttiva di 60 milioni di veicoli (40 termici, 20 elettrici) per un mercato globale di 90 milioni. Allo stesso tempo, i produttori americani pagano dazi doganali del 50% sull’acciaio e sull’alluminio. Questa è la seconda asimmetria. La dinamica strutturale dell’industria con strumenti innovativi è in Cina, non negli Stati Uniti.

Tecnologia. David Autor del MIT e i suoi coautori hanno osservato in un articolo del New York Times del 14 luglio che la capacità di ricerca e innovazione per le tecnologie critiche si è spostata dagli Stati Uniti, solo un decennio fa, alla Cina. Le risorse implementate da Pechino vengono ora trasferite alla capacità delle aziende di innovare e produrre. Questa è la terza asimmetria che facilita la risposta alle richieste delle aziende, dei consumatori e degli investitori.

Gli Stati del Sud del mondo tendono ora ad allinearsi con la Cina piuttosto che con gli Stati Uniti. L’Africa ne è un buon esempio. I finanziamenti provengono dalla Cina, così come gli investimenti nelle infrastrutture. Inoltre, i Paesi africani pagano dazi pari a zero alla Cina, ma talvolta fino al 30% agli Stati Uniti. Inoltre, l’atteggiamento generale degli Stati Uniti riduce il loro soft power, la loro capacità di sedurre attraverso il proprio stile di vita. Questo vantaggio è stato a lungo un fattore determinante nella conquista del mondo. ma ora lo è meno. Il successo della Cina negli ultimi 20 anni ha fatto sognare di più i paesi del Sud del mondo. Le dinamiche del ciclo economico globale cambieranno: gli Stati Uniti rimarranno potenti, ma lo slancio che già stava sfuggendo loro si rafforzerà in Cina e diventerà ancora più sfuggente. Si porrà allora inevitabilmente la questione del ruolo della valuta internazionale, questo bene pubblico incarnato dal dollaro dal 1944. E si porrà anche la questione del ruolo della Federal Reserve.