T. Rowe Price – Mercati emergenti: otto titoli “dimenticati” ma con fondamentali solidi

Ernest Yeung, Portfolio Manager, Emerging Markets Discovery Equity Strategy, T. Rowe Price -

I mercati emergenti hanno registrato un impressionante rialzo, con un aumento dei titoli azionari di quasi il 12% nel secondo trimestre. L’aumento riflette l’entusiasmo degli investitori per gli accordi commerciali e il miglioramento delle condizioni macroeconomiche. Ma sotto la superficie, il quadro è più complesso e richiede un cauto ottimismo e non una certa esuberanza.

Il contesto globale rimane fragile. I negoziati sui dazi sono in corso e le elevate tensioni commerciali potrebbero frenare la crescita. Sebbene i mercati possano scontare gli scenari migliori, il percorso futuro sarà probabilmente irregolare.

Tuttavia, ci sono motivi per essere ottimisti. Le valutazioni dei mercati emergenti rimangono interessanti e le aspettative di un indebolimento del dollaro statunitense potrebbero dare alle banche centrali spazio per allentare la politica monetaria. Le tendenze a lungo termine, come l’adozione dell’intelligenza artificiale e la transizione verde, stanno creando nuove opportunità di crescita per le aziende dei mercati emergenti.

A livello regionale, la Corea del Sud ha guidato la carica, con un aumento di oltre il 32% dopo l’elezione del presidente Lee. Il Messico ha guadagnato oltre il 20%, mentre il Brasile ha mostrato resilienza nonostante il rumore politico. La Cina è rimasta indietro a causa della debole domanda dei consumatori e delle preoccupazioni nel settore immobiliare, mentre la Thailandia ha dovuto affrontare una rinnovata incertezza politica.

A livello settoriale, il settore dell’informatica ha sovraperformato, trainato dai titoli legati all’intelligenza artificiale. Il settore dei beni di consumo discrezionali è stato l’unico in rosso, trascinato al ribasso dai titoli Internet cinesi. I titoli growth e small cap hanno guidato la performance, mentre le strategie a bassa volatilità sono rimaste indietro.

La nostra strategia contrarian si concentra sui titoli emergenti “dimenticati”, società con fondamentali solidi ma con un potenziale sottovalutato. Sebbene ciò abbia portato a una sottoperformance nel secondo trimestre a causa di un sottopeso nel settore tecnologico taiwanese e del mancato rialzo di TSMC, le scelte azzeccate nei settori finanziario e dei servizi di comunicazione brasiliani hanno contribuito a compensare le perdite. Titoli come Banco Bradesco, BTG Pactual, NetEase e Prosus hanno generato rendimenti solidi.

I recenti cambiamenti nel portafoglio riflettono la nostra continua ricerca di valore. Abbiamo aperto una posizione in Petrobras per gestire il rischio legato al prezzo del petrolio e abbiamo chiuso quella in COSL dopo che una tesi triennale non si è concretizzata. A Taiwan, abbiamo venduto Hon Hai a causa delle difficoltà legate ai dazi e abbiamo riallocato in Chroma Ate, leader nei test sui semiconduttori e sui veicoli elettrici. In Cina, abbiamo aggiunto China Pacific Insurance e Bilibili per il loro potenziale di turnaround, mentre abbiamo ridotto CR Gas e realizzato profitti da Yanzijiang Shipbuilding.

Guardando al futuro, la domanda interna del sud-est asiatico e i venti favorevoli ciclici dell’America Latina offrono resilienza. Con la riconfigurazione delle catene di approvvigionamento globali e i flussi di capitale verso settori in trasformazione come l’intelligenza artificiale e l’energia pulita, le società dei mercati emergenti sono ben posizionate per trarne vantaggio.

In un mondo polarizzato, investire nei mercati emergenti non significa inseguire il momentum, ma identificare aziende resilienti e sottovalutate pronte a un cambiamento significativo. Per gli investitori disposti a guardare oltre i titoli dei giornali, i mercati emergenti rimangono un terreno fertile per opportunità a lungo termine.