Andrea Rovatti: “Il diavolo si nasconde nei dettagli”. Una ricerca fotografica sul tema Realtà / Rappresentazione / Immaginario
Una ricerca fotografica sul tema dell’ambiguità della percezione, che richiede di andare oltre l’apparenza iniziale, per cogliere quella chiave nascosta che si svela nei dettagli e che ribalta la percezione del tutto.
Il progetto invita a riconsiderare ciò che vediamo, soprattutto alla luce della consapevolezza che alcuni soggetti ritratti sono manichini e non persone reali. Questo scarto percettivo, che emerge con l’osservazione, induce a riflettere sul rapporto tra realtà e rappresentazione.
L’idea di post-produrre e decontestualizzare le immagini dei manichini aggiunge ambiguità visiva e ha l’intenzione di spingere lo spettatore a interrogarsi sul rischio di essere ingannato da ciò che osserva.
Andrea Rovatti cambiato completamente genere rispetto al lavoro sulle texture presentato finora.
Una ricerca fotografica sul tema dell’ambiguità della percezione
Infatti il tema della fotografia come rappresentazione della realtà è sempre più pressante nell’epoca del fake e questa vuole essere una riflessione su questo argomento. Perché più si fa strada nella nostra mente che tutto può essere falso, meno crederemo all’esistenza di una verità: dei fatti e delle persone.
Andrea Rovatti
“E’ per questo che ho affiancato alle immagini dei manichini altre immagini” afferma Andrea Rovatti “alcune reali e altre legate ad una mia dimensione più immaginaria e onirica. Propongo quindi dei groupage dove questi livelli realtà / rappresentazione / immaginario si affiancano con l’intento di una riflessione sull’ambiguità della percezione”.
Ma la ricerca verte anche sul tema della tensione tra attrazione e disillusione. La domanda riguarda cosa accada alla nostra attrazione una volta svelato l’inganno – se venga cancellata, trasformata, o forse sostituita da una nuova consapevolezza – e apre un territorio di riflessione che ogni osservatore può esplorare in base alla propria sensibilità personale.
“Questo lavoro infatti non vuole dare risposte definitive” conclude l’autore “ma lascia spazio a interpretazioni aperte, ponendosi più come invito alla riflessione che come dichiarazione univoca.”
Andrea Rovatti inizia la sua attività come assistente in uno studio fotografico di moda, poi graphic designer nello studio di Enzo Mari.
Fonda il proprio studio di comunicazione e design a Milano, integrando questa attività con quella nella fotografia d’autore e nell’arte.
Per la sua progettualità multidisciplinare ha ricevuto la Laurea per Merito dall’Accademia di Belle Arti di Perugia, istituzione di Alta Formazione Artistica fondata nel 1573.
rovatti@rovattidesign.it

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