EFRAG: la nuova frontiera del reporting ESG per le PMI tra digitalizzazione e sostenibilità

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La sfida della rendicontazione ESG (ambientale, sociale e di governance) entra in una nuova fase. Con la pubblicazione di due recenti studi da parte dell’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group), la Commissione europea compie un passo decisivo verso un sistema di reporting sostenibile più accessibile anche per le piccole e medie imprese, che costituiscono oltre il 99% del tessuto produttivo italiano ed europeo.

I due report, pubblicati a Bruxelles a fine settembre, offrono una fotografia aggiornata dell’ecosistema digitale e operativo che dovrà sostenere l’applicazione del Voluntary Sustainability Reporting Standard per le PMI (VSME), introdotto nel dicembre 2024 come standard volontario per le imprese non obbligate dalla direttiva CSRD.

Dal calcolo delle emissioni ai template digitali: i nuovi tool per il reporting

Il primo studio EFRAG si concentra sui tool digitali: software e applicazioni capaci di tradurre la sostenibilità in dati verificabili. Si tratta di calcolatori delle emissioni di gas serra, piattaforme di raccolta dati ESG, strumenti di autovalutazione e modelli digitali compatibili con i nuovi standard europei. Obiettivo: semplificare il lavoro dei preparatori e ridurre i costi di compliance per le PMI, che spesso non dispongono di reparti interni dedicati alla sostenibilità.

Come sottolinea Il Sole 24 Ore, la digitalizzazione del reporting è “l’unica strada per evitare che la sostenibilità diventi un onere burocratico anziché un vantaggio competitivo”.
EFRAG ha già pubblicato un template interattivo in formato XBRL, che consente di compilare e trasmettere le informazioni ESG in modo automatizzato e coerente con la tassonomia europea.

Le piattaforme di sostenibilità: verso un ecosistema integrato

Il secondo report analizza invece le principali piattaforme e iniziative operative nel campo della sostenibilità, valutandone coerenza e maturità rispetto al VSME. Dallo studio emerge un panorama ancora frammentato: molte piattaforme nazionali e settoriali non dialogano tra loro e utilizzano metodologie di rendicontazione differenti, rendendo difficile l’interoperabilità dei dati ESG lungo la catena del valore.

In Italia, spiega Milano Finanza, “le imprese più strutturate stanno già integrando strumenti ESG digitali nei sistemi gestionali, ma resta ampia la distanza per le PMI manifatturiere e artigiane”.
Tuttavia, alcuni progetti pilota coordinati da Unioncamere e Borsa Italiana mostrano che una standardizzazione progressiva è possibile: piattaforme di rating ESG, marketplace di fornitori green e sportelli digitali per la finanza sostenibile stanno già adottando i parametri del VSME.

Un ponte per le PMI nella catena della sostenibilità

Il Voluntary Sustainability Reporting Standard (VSME) rappresenta la chiave di volta di questa trasformazione. Pensato per le piccole e medie imprese non quotate, introduce due livelli di rendicontazione: uno “Base”, più sintetico e accessibile, e uno “Comprehensive”, più avanzato e adatto alle aziende integrate nelle catene di fornitura delle grandi imprese.

L’obiettivo è evitare una frattura tra imprese obbligate e non obbligate alla CSRD, offrendo un linguaggio comune capace di favorire la trasparenza e l’accesso ai finanziamenti sostenibili. Secondo EFRAG, una PMI in grado di produrre dati ESG affidabili potrà più facilmente dialogare con banche, fondi e partner industriali che richiedono criteri di sostenibilità verificabili.

L’Italia tra innovazione e formazione

Il nostro Paese, tra i più esposti alla nuova stagione del reporting, si trova in una posizione cruciale. “La digitalizzazione del reporting non è solo un requisito tecnico, ma una condizione per la competitività del made in Italy”, scrive Borsa Italiana ESG News, sottolineando il ruolo crescente dei software green e delle startup che sviluppano tool di misurazione delle emissioni.

Tuttavia, le barriere restano significative: la scarsa alfabetizzazione digitale, l’assenza di risorse dedicate e la difficoltà di accedere a piattaforme comuni frenano l’adozione. Per questo EFRAG raccomanda un’azione congiunta di governi, camere di commercio e associazioni di categoria per formare e supportare le PMI nella rendicontazione digitale.

I due studi EFRAG rappresentano una base solida per la costruzione di un ecosistema ESG europeo integrato: un’infrastruttura che permetta alle imprese di misurare, comunicare e migliorare le proprie performance in modo semplice e comparabile.
L’obiettivo è chiaro: trasformare la rendicontazione da adempimento a strumento di crescita, in linea con il Green Deal europeo e con la transizione sostenibile che sta ridisegnando il futuro dell’economia continentale.