Il taglio del tasso di interesse della Fed. Il commento di Michele Sansone, country manager di iBanFirst Italia
A cura di — Michele Sansone, country manager di iBanFirst Italia — 
Nonostante i disaccordi tra i membri del FOMC sulle priorità di politica monetaria, la Fed ha tagliato il tasso di interesse principale di 25 punti base. Come previsto dal mercato, la banca centrale porrà fine al “quantitative tightening” il 1° dicembre. Si tratta di una notizia positiva per gli asset rischiosi, come le azioni, e contribuirà anche a fornire liquidità alle banche regionali statunitensi, i cui bilanci sono stati indeboliti da una forte esposizione ai prestiti immobiliari commerciali.
La Fed reinvestirà inoltre i proventi derivanti dai titoli ipotecari in scadenza (MBS) in Treasury bond. È naturalmente, una buona notizia per l’amministrazione Trump, che prevede di emettere un ammontare record di debito nel prossimo anno.
La prudenza rimane dominante per quanto riguarda le prospettive immediate di politica monetaria. Il mercato si attende ancora un ulteriore taglio dei tassi di 25 punti base all’inizio di dicembre, in linea anche con la nostra visione. Tuttavia, il percorso dei tassi per il 2026 resta incerto e dipenderà da diversi fattori:
Chi sostituirà Powell? Se dovesse essere Miran, come talvolta ipotizzato, la politica monetaria statunitense potrebbe diventare estremamente accomodante. E quale sarà l’andamento dell’inflazione?
La Fed ritiene che i dazi abbiano temporaneamente spinto verso l’alto i prezzi al consumo, ma prevede che l’inflazione torni sotto il 3% nel prossimo anno, una volta svaniti tali effetti. Tuttavia, questa ipotesi rimane fragile. Gli Stati Uniti non sembrano tornare all’ambiente di bassa inflazione che caratterizzava il periodo pre-COVID.
Un contesto di shutdown governativo
Inoltre, l’inflazione del settore dei servizi resta di circa un punto percentuale superiore rispetto alle decadi precedenti, anche escludendo l’impatto dei dazi un elemento che la Fed non può ignorare. È probabile che l’incertezza sui trend dei tassi d’interesse nel 2026 persista ancora per un po’, soprattutto in un contesto di shutdown governativo, che limita la disponibilità di statistiche affidabili sull’economia statunitense.
Sul mercato dei cambi, il dollaro si è mosso poco. La coppia EUR/USD mantiene una traiettoria rialzista di medio periodo.
Un sondaggio Bloomberg del 26 ottobre mostra che gli operatori di mercato si aspettano un tasso di EUR/USD pari a 1,21 nel terzo trimestre del 2026. Il punto minimo del dollaro, quindi, potrebbe non essere stato ancora raggiunto.
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Fondata nel 2016, iBanFirst si è rapidamente affermata come la principale alternativa per le aziende che distribuiscono all’estero ed effettuano pagamenti internazionali. iBanFirst offre un’esperienza di pagamento transfrontaliero di nuova generazione che combina una potente piattaforma e il supporto di esperti FX. Con iBanFirst, i leader aziendali e i team finanziari possono accedere direttamente ai mercati valutari, ricevere, inviare e monitorare i pagamenti e sviluppare strategie di copertura su misura. Con più di 350 dipendenti in 10 Paesi europei, un volume di transazioni di oltre 1,4 miliardi di euro al mese e l’inserimento nella classifica del Financial Times come una delle aziende europee a più rapida crescita, iBanFirst è diventata in meno di 10 anni un partner di fiducia per le PMI di tutto il mondo. iBanFirst ha il sostegno finanziario della banca pubblica d’investimento francese (BpiFrance), dei leader europei del venture capital (Elaia, Xavier Niel) e del fondo d’investimento americano Marlin Equity Partners (oltre 8 miliardi di dollari di capitale in gestione). Regolamentata dalla Banca Nazionale del Belgio come istituto di pagamento, iBanFirst è autorizzata a operare in tutta l’Unione Europea. Membro della rete SWIFT e certificata SEPA, iBanFirst possiede gli accreditamenti AISP e PISP ai sensi della PSD2.

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