Tack TMI Italy (Gi Group Holding): 5 competenze chiave per il benessere in azienda

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A fronte di elevati livelli di stress dichiarati dai lavoratori italiani, il benessere organizzativo è oggi un tema centrale per le imprese.

Dall’8° Rapporto Censis-Eudaimon emerge infatti che il 31,8% delle persone ha sperimentato forme di burnout, con un’incidenza particolarmente elevata tra i più giovani (47,7%), mentre ansia o stress correlati al lavoro sono stati vissuti dal 73%dei dipendenti.

Senza dimenticare che, in base al Work Trend Index di Microsoft,[2] il 70% dei lavoratori dichiara di non avere abbastanza tempo o energia per svolgere i propri compiti. In media, si viene interrotti da riunioni, e-mail o notifiche ogni 2 minuti.

Con conseguenze anche sul piano della salute fisica, stress e burnout possono impattare negativamente sulla produttività delle organizzazioni e sulla loro capacità di attrarre nuovo personale.

Il fenomeno è particolarmente rilevante nel nostro Paese dove, secondo l’Osservatorio Polimi-BVA Doxa,[3] appena il 10% dei lavoratori dice di stare bene nelle tre dimensioni del lavoro: fisica, relazionale e mentale.

Bisogna considerare che, per la maggior parte di chi lavora in azienda (83,4%),[4] il benessere sul posto di lavoro è però, ormai, una priorità assoluta; soprattutto per la GenZ, che lo colloca tra i principali criteri di scelta nella valutazione di un nuovo impiego o nella decisione se restare o meno all’interno di un’organizzazione.

Verso una cultura del benessere in azienda

In questo scenario, le imprese sono chiamate a porre sotto la lente il benessere delle proprie persone: secondo Tack TMI Italy, branch italiana della società di Gi Group Holding che si occupa di Learning & Development, la formazione è una leva strategica per creare ambienti professionali sereni, inclusivi e coesi, e quindi produttivi.

“La sensibilità delle organizzazioni sul valore generativo di un ambiente di lavoro positivo sta crescendo in questi ultimi anni a seguito del concatenarsi di fenomeni che sta mettendo a dura prova le imprese; alle grandi dimissioni, quiet quitting e disillusione dal post pandemia si sono aggiunti iperconnessione e sovraccarico cognitivo, causati dalla crescente digitalizzazione e dalle nuove tecnologie. In questo scenario si tratta di creare contesti in cui i lavoratori possano crescere, sentirsi liberi di esprimersi e valorizzati, sviluppando il proprio potenziale al meglio, senza rinunciare a un buon equilibrio con la vita privata. Il ruolo della formazione è essenziale perché una persona che sviluppa le proprie skill in quest’ottica non è solo un collaboratore più motivato, resiliente ed efficace, ma anche più soddisfatto e aperto al cambiamento – commenta Irene Vecchione, Amministratore Delegato di Tack TMI Italy (Gi Group Holding) – Per favorire questo tipo di approccio alla radice, è necessario cambiare e ampliare anche il paradigma di quello che consideriamo “sicurezza” sul lavoro, facendo rientrare in questa definizione non solo la dimensione dell’integrità e della salute fisica, ma anche quella della sicurezza comportamentale e psicologica e del benessere organizzativo. Un cambio nella cui direzione va anche il nuovo accordo in materia di salute e sicurezza sul lavoro, per cui è sempre più rilevante il pieno supporto del management e della leadership per creare ambienti permeati da fiducia e collaborazione”.

Tack TMI italy (gi group holding): in un anno richiesta formativa sul benessere organizzativo quasi triplicata (+244%) 

Rispetto al 2024 Tack TMI Italy (Gi Group Holding) ha registrato una richiesta formativa su benessere e sicurezza comportamentale e psicologica in crescita del 244%, un trend destinato a proseguire anche nel 2026.

Oltre all’aumento di domanda da parte delle grandi aziende, anche alcune PMI italiane più strutturate mostrano interesse. Tra i settori più attenti si annoverano energia e gas, fashion, banking, logistica, automotive, meccanica e lifescience.

Le 5 competenze chiave per il benessere in azienda

Ma come favorire dunque il benessere organizzativo in azienda, andando oltre il time e self management? Tack TMI Italy (Gi Group Holding) individua 5 competenze chiave da sviluppare nella propria organizzazione:

  • Intelligenza intrapersonale: imparare a conoscere sé stessi a fondo, riconoscendo emozioni, paure e motivazioni alla base delle proprie scelte. Questa consapevolezza migliora la capacità di auto-regolazione, la resilienza di fronte alle sfide, l’autostima e aiuta a raggiungere obiettivi significativi.
  • Intelligenza interpersonale: capacità di comprendere motivazioni, bisogni e intenzioni degli altri. Potenziarla aiuta a migliorare la comunicazione, a costruire rapporti di fiducia e a promuovere un ambiente di lavoro coeso e collaborativo, dove la comprensione reciproca è alla base di ogni interazione.
  • Cultura dell’errore: favorire un ambiente in cui gli errori diventano opportunità di crescita e parte del processo di apprendimento. Ridurre il timore del fallimento e la paura del giudizio è fondamentale per stimolare innovazione, creatività e aumentare la collaborazione.
  • Relazione uomo-macchina: saper interagire con le tecnologie digitali e i sistemi automatizzati, ormai parte integrante delle aziende, in modo efficace e sicuro. Un rapporto più equilibrato con il digitale, trasforma la tecnologia da fonte di stress ad alleata. Riduce ansia, errori ed inefficienze e aumenta la fiducia, migliorando la produttività.
  • Mindfulness, benessere fisico e nutrizione: integrare pratiche di mindfulness con micro-ginnastiche e un’alimentazione consapevole permette di mantenere equilibrio tra mente e corpo, migliorando concentrazione, gestione dello stress e delle emozioni. Allo stesso tempo, una postura corretta aiuta a prevenire disturbi fisici e a promuovere la salute generale, contribuendo a un benessere duraturo.

“Per portare in azienda una vera e propria cultura del benessere, che si integri nella quotidianità e si traduca in pratiche concrete, la formazione deve configurarsi come un processo strutturato e continuo, non un singolo seminario o modulo, ma un percorso che includa interventi diversificati, online e in presenza, capaci di favorire un coinvolgimento costante. Solo così la formazione può diventare il vero motore del cambiamento: non un intervento isolato, ma un partner strategico che affianchi l’organizzazione nel definire, sostenere e consolidare le proprie scelte in un’ottica di crescita sostenibile – conclude Vecchione -. Dalla gestione dello stress, alle micro-ginnastiche in ufficio, dalle tecniche di mindfulness, fino alla leadership gentile, la formazione deve poi toccare tutti gli aspetti e livelli dell’organizzazione in azienda. L’obiettivo non è solo trasferire conoscenze, bensì sviluppare un mindset basato sulla consapevolezza e sull’attenzione — non solo alle procedure, ma anche alle relazioni — capace di sostenere le persone nel lungo periodo e di generare impatti concreti, sia a livello individuale che organizzativo”.

Rilevanti per il raggiungimento del benessere in azienda sono infatti anche il Mindset e il superamento dei bias, ossia la promozione di una mentalità aperta che parta dal riconoscimento di eventuali pregiudizi inconsci.  A questo si aggiunge il tema del work-life balance, inteso come equilibrio sostenibile tra vita professionale e personale.

Quest’ultima competenza è fondamentale per attivare la disconnessione, saper staccare dal lavoro e anche dalla tecnologia che rende sempre più labile il confine tra vita privata e lavoro. In un’epoca caratterizzata dall’iperconnessione e in cui l’eccessiva velocità delle informazioni rischia di generare stress e meccanismi di dipendenza, è infatti fondamentale riuscire a mantenere un equilibrio tra la vita online e offline: il digital wellbeing promuove un uso equilibrato e funzionale dei dispositivi per ridurre le distrazioni, migliorare la concentrazione sugli obiettivi e le relazioni reali.