Metalli preziosi: componente “fondamentale” e componente “speculativa”

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Stabilire una percentuale precisa che divida il rialzo dei metalli preziosi – oro, argento, platino – tra componente “fondamentale” (domanda industriale, vincoli di offerta) e componente “speculativa” (flussi finanziari, attese di tassi, incentivi macro) è molto complesso, e non esistono studi accademici recenti che forniscano una suddivisione numerica univoca. Tuttavia, la letteratura e gli analisti forniscono indicazioni utili che permettono di stimare l’ordine di grandezza e interpretare le dinamiche.

Evidenze sul lato “fondamentale”

Per l’argento: un rapporto di news.metal.com segnala un deficit strutturale nel 2022-23 di circa 237 milioni di once, con domanda industriale al 48 % del totale nel 2022. Inoltre, un’analisi IG sottolinea che «Silver has surged to levels … driven by Fed rate cut expectations and tightening supply-demand fundamentals».

Per l’oro: un report di Morgan Stanley evidenzia che «the metal’s unexpected surge … has been linked to investor concerns of an AI bubble, inflation hedging and U.S. dollar debasement».

I dati indicano che, almeno per l’argento, la domanda industriale e la contrazione dell’offerta (molta produzione come sottoprodotto) siano elementi “reali” che sostengono la tendenza di medio-lungo termine. Questi elementi suggeriscono che una parte significativa del rialzo sia effettivamente “fondamentale”, ossia basata su condizioni reali di mercato: forte domanda industriale + offerta rigida.

Evidenze sul lato “speculativo”

Per l’oro: i flussi verso ETF hanno raggiunto cifre storiche, per esempio Discovery Alert segnala 108 miliardi USD di afflussi in ETF oro nel 2025. Reuters cita un report di HSBC sull’argento che afferma che la corsa «is due more to silver’s relationship with gold … than (to) underlying fundamentals».

Per l’argento: un’analisi del The Ecosnomic Time dice «It’s FOMO, more than just a safe-haven bet», richiamando il ruolo delle aspettative e degli acquisti in funzione del trend piuttosto che della sola domanda fisica. La massa di capitale finanziario che entra nei metalli preziosi quando i tassi reali scendono, il dollaro si indebolisce, o si teme inflazione o instabilità geopolitica, è chiaramente un fattore speculativo.

Un’ipotesi di “split” ragionevole

Sulla base delle evidenze e delle analisi, una stima prudente potrebbe essere:

Per l’argento: circa 60 %-70% rialzo legato a componenti fondamentali (domanda industriale, offerta rigida), e 30 %-40% legato a componenti speculative (flussi, tassi, aspettative).
Per l’oro: dato il suo predominante ruolo “safe-haven”, magari l’inverso: circa 40 %-50% componenti fondamentali (minerali, acquisti delle banche centrali, scarsità reale) e 50 %-60% componenti speculative (flussi ETF, attese tagli tassi, geopolitica).
Per il platino la proporzione potrebbe oscillare ancora: componenti industriali (automotive, catalizzatori) forse 50-60%, mentre la parte speculativa (compresa la correlazione con palladio, ciclo economico globale) 40-50%.

Naturalmente, queste percentuali vanno interpretate come stime indicative, non come misure precise.

Perché questa distinzione conta

Se una grande parte del rialzo è fondamentale, ciò rafforza la tesi di sostenibilità del trend: le condizioni reali lo giustificano, e quindi il rischio di forte correzione può essere minore.
Se invece prevale la componente speculativa, allora il rialzo rischia inversioni più rapide: basta un cambiamento negli incentivi (tassi più alti, miglioramento economico che riduce domanda di “rifugio”) per scatenare vendite.
Per i portafogli finanziari e le strategie editoriali è cruciale chiarire questo mix: serve sapere se stiamo parlando di una “bull market di lungo termine” o di una “onda speculativa” che può sgonfiarsi.

L’argento appare più “fondamentale-driven” rispetto all’oro, grazie al suo uso industriale in forte crescita e all’offerta che non riesce a stare dietro. L’oro appare maggiormente influenzato dai flussi finanziari e dalle aspettative macroeconomiche, pur essendo sostenuto anche da fondamentali (banche centrali, domanda globale).
Non esiste una misura definitiva, ma una stima ragionevole suggerirebbe uno split tra 60/40 e 70/30 (fondamentale/speculativo) per l’argento, e 50/50 (o anche 40/60) per l’oro.