Nuovo programma TERRA lanciato da CDP, FAO e UE insieme: accesso al credito per le Pmi agroalimentari in Africa e Turchia

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Il lancio della partnership fra Cassa Depositi e Prestiti (CDP), Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO) e l’European Union (UE) per sostenere le filiere agroalimentari nei Paesi a basso e medio reddito

Nel corso del 2025 è stato ufficialmente lanciato il programma TERRA — acronimo di Transforming and Empowering Resilient and Responsible Agribusiness — un’iniziativa congiunta fra CDP, FAO e UE che punta a rafforzare la capacità delle istituzioni finanziarie locali in Africa subsahariana, Nord Africa e Turchia di erogare credito alle imprese micro, piccole e medie (MSMEs) del comparto agroalimentare.

Perché TERRA: le ragioni e il potenziale del settore

Le imprese del settore agroalimentare nei paesi a basso e medio reddito affrontano barriere finanziarie rilevanti: una delle ragioni principali risiede nella percezione di elevata rischiosità del comparto, dovuta a fattori quali shock climatici e volatilità dei prezzi delle commodity.
Tuttavia, il settore agricolo (include agricoltura, silvicoltura e pesca) contribuisce in Africa subsahariana per circa il 17% del PIL: ciò ne fa una leva di finanziamento significativa.

Il programma TERRA interviene dunque in un ambito strategico: attraverso linee di credito dedicate, garanzie e assistenza tecnica specializzata, mira a ridurre i rischi per le istituzioni finanziarie e a creare le condizioni per un aumento dell’investimento nel comparto agroalimentare.

Struttura dell’intervento: strumenti e architettura

Secondo i comunicati ufficiali, il programma prevede che grazie a una garanzia dell’UE fino a 109,5 milioni di euro, CDP metta a disposizione linee di credito dedicate e garanzie a istituzioni finanziarie selezionate operanti in Africa e in Turchia.

Parallelamente, il Centro Investimenti della FAO fornirà assistenza tecnica personalizzata alle istituzioni finanziarie locali: consulenza, rafforzamento delle strategie di investimento agroalimentare, valutazioni della catena del valore, sviluppo di capacità e analisi dei dati.  Da parte di Cassa Depositi e Prestiti l’accordo con la FAO è stato presentato come parte integrante della strategia UE “Global Gateway” e del programma European Fund for Sustainable Development Plus (EFSD+) mirato alla mobilitazione di investimenti sostenibili nei Paesi partner dell’Unione.

Impatti attesi e benefici per le imprese

Il modo in cui TERRA intende operare, combinando linee di credito, strumenti di de-risking e assistenza tecnica. ha come obiettivo non solo quello di aumentare la quantità di capitale destinata al settore, ma anche migliorare la qualità dell’allocazione verso filiere agroalimentari più resilienti e responsabili.

Grazie a queste misure, le imprese agroalimentari attive in quei territori, in particolare cooperative e Pmi, potranno accedere a prestiti sia per capitale circolante sia per investimenti di lungo termine, contribuendo in ultima analisi a temi cruciali come la sicurezza alimentare, l’adattamento al cambiamento climatico e la creazione di opportunità economiche locali.

Riflessioni critiche e aspetti da affrontare

Pur presentando elementi molto promettenti, l’iniziativa non è esente da questioni che richiedono attenzione. Innanzitutto, la capacità di implementazione locale: molte istituzioni finanziarie nei Paesi target necessitano non solo di linee di credito ma anche di strutture operative solide, competenze nella valutazione del rischio agroalimentare e data-infrastrutture adeguate. In questo senso, l’assistenza tecnica della FAO sarà fondamentale, ma la scala dell’intervento obbliga a una governance molto efficiente.

In secondo luogo, resta da vedere l’effettiva interazione con il mercato privato e la sostenibilità a lungo termine dell’intervento: una garanzia UE e linee di credito dedicate possono far avviare l’attività, ma il punto più delicato è generare un modello che attragga anche capitali privati e crei un circolo virtuoso indipendente dalle sovvenzioni.

Infine, il contesto geopolitico e climatico in cui queste imprese operano è caratterizzato da variabili complesse: instabilità politica, eventi meteorologici estremi, volatilità delle commodity. Un programma come TERRA può mitigare i rischi, ma non eliminarli. Il successo dipenderà in buona parte dalla capacità di monitorare e gestire questi rischi sistemici, oltre che dal rafforzamento delle filiere locali.

Perché l’Italia e CDP entrano in questo ruolo

L’intervento dell’Italia, attraverso CDP, si inserisce in un quadro più ampio di internazionalizzazione dello sviluppo e promozione delle filiere agroalimentari globali. CDP, Istituto nazionale promotore dell’economia italiana, estende infatti la sua attività anche ai mercati emergenti e cooperazione internazionale.

Per l’Italia si tratta dunque di un’opportunità doppia: da un lato contribuire a uno sviluppo sostenibile in aree strategiche del mondo; dall’altro aprire potenzialmente nuovi mercati, filiere, collaborazioni che possono riguardare anche imprese italiane del sistema agro-food e dell’agribusiness tecnologico (nella foto il CEO di Cassa Depositi e Prestiti, Dario Scannapieco incontra presso la sede della FAO a Roma il Direttore Generale della FAO, QU Dongyu)