Rottamazione Quinquies 2026: al via la nuova sanatoria fiscale. Come funziona

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La Rottamazione Quinquies 2026, introdotta con la Legge di Bilancio 2026, rappresenta il nuovo capitolo della lunga serie di sanatorie fiscali avviate negli ultimi anni dal Governo italiano per alleggerire il carico dei debiti tributari e ridurre il contenzioso tra cittadini e fisco. Dopo il successo e le criticità delle precedenti edizioni (“Ter”, “Quater” e le mini-proroghe 2024-2025), l’obiettivo ora è duplice: recuperare gettito senza aggravare la posizione dei contribuenti e svuotare i magazzini dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, dove restano ancora circa 1.200 miliardi di euro di crediti difficilmente esigibili.

Quando parte e chi può aderire

Secondo quanto stabilito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), la Rottamazione Quinquies partirà ufficialmente dal 15 gennaio 2026, con la possibilità di presentare domanda entro il 31 maggio 2026.
L’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AER) renderà disponibile, sul proprio portale online, un modulo dedicato per la richiesta di adesione, che potrà essere compilato digitalmente oppure presentato tramite intermediario abilitato (CAF o professionista).

Come nelle precedenti edizioni, la misura è aperta a persone fisiche, imprese e professionisti che abbiano debiti iscritti a ruolo tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023. Restano escluse, invece, le somme derivanti da sentenze penali di condanna, i recuperi di aiuti di Stato dichiarati illegittimi e i tributi europei, come l’IVA all’importazione.

Quali debiti si possono sanare

La novità principale della versione 2026 riguarda l’estensione della platea delle cartelle sanabili:
imposte dirette e indirette (Irpef, Ires, IVA, addizionali);
contributi previdenziali e assistenziali dovuti a INPS e INAIL;
multe e sanzioni amministrative per violazioni del Codice della strada (con pagamento della sola somma principale, senza interessi né maggiorazioni);
tributi locali, compresi IMU, TARI e bollo auto, se affidati all’agente della riscossione.

Il contribuente potrà estinguere i debiti senza pagare sanzioni, interessi di mora e aggio di riscossione, versando solo l’imposta e le spese di notifica. È possibile optare per il pagamento in unica soluzione entro il 30 novembre 2026 oppure a rate, fino a un massimo di 60 mensilità in cinque anni, con un interesse fisso del 2% annuo.

Le differenze rispetto alla “Rottamazione Quater”

Rispetto alla Rottamazione Quater introdotta nel 2023, la nuova misura amplia la flessibilità dei pagamenti e riduce gli oneri burocratici. Non è più necessario, ad esempio, presentare documentazione integrativa per la verifica della regolarità contributiva, poiché la stessa AER effettuerà i controlli incrociati in automatico.

Inoltre, per i debiti fino a 1.000 euro, il pagamento potrà avvenire in un’unica rata agevolata senza necessità di domanda formale: una semplificazione che punta a risolvere rapidamente le micro-posizioni che pesano sul sistema di riscossione.

Secondo Il Sole 24 Ore, la rottamazione 2026 rappresenta “una misura di compromesso tra la necessità di dare ossigeno a famiglie e imprese e quella di mantenere un quadro di credibilità nei conti pubblici.” Tuttavia, lo stesso quotidiano economico sottolinea come il rischio di “effetto attesa” resti alto: i contribuenti potrebbero rimandare il pagamento sperando in future sanatorie.

Obiettivi e criticità

Il Governo stima di incassare circa 6 miliardi di euro nel triennio 2026-2028, una cifra modesta rispetto al monte crediti complessivo ma ritenuta “realistica”. L’intenzione, spiega il viceministro dell’Economia Maurizio Leo in un’intervista a Repubblica, è di “dare una chiusura ordinata alle partite fiscali pregresse, puntando a un fisco più semplice e a un rapporto meno conflittuale con i cittadini.”

Non mancano, però, le critiche. L’Ufficio parlamentare di bilancio e la Corte dei Conti hanno osservato che le continue rottamazioni rischiano di “indebolire la cultura del rispetto fiscale” e di generare disuguaglianze tra chi paga puntualmente e chi beneficia delle sanatorie.

Dall’altro lato, Il Financial Times e Bloomberg hanno messo in luce come queste misure siano lette positivamente dagli investitori stranieri: alleggerendo i contenziosi fiscali, migliorano la stabilità amministrativa e la trasparenza dei bilanci pubblici italiani, riducendo il rischio percepito sul debito sovrano.

La Rottamazione Quinquies 2026 rappresenta dunque un nuovo tentativo di bilanciare realismo economico e sostenibilità fiscale.
Nel breve termine, potrà aiutare famiglie e imprese in difficoltà a regolarizzare la propria posizione. Ma sul lungo periodo, avvertono gli economisti di Banca d’Italia, la vera sfida sarà “rafforzare la compliance spontanea”, spostando il focus dalla sanatoria all’efficienza strutturale della riscossione. Solo così, la rottamazione potrà trasformarsi da misura straordinaria a strumento di riequilibrio e fiducia tra Stato e contribuente: non più un condono, ma una ripartenza.