Elezioni in UK: un evento di secondo piano prima delle negoziazioni per la Brexit

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Manca ormai poco alle elezioni inglesi, ma secondo Alastair Gunn & Rhys Petheram, gestori di Jupiter Asset Management, l’esito del voto non contribuirà molto a ridurre l’incertezza, mentre i negoziati sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea pendono come una spada di Damocle sui mercati.

“Una maggioranza dignitosa per il partito conservatore di 50 seggi in più potrebbe produrre un rally nel breve termine dell’azionario inglese, mentre oscillazioni più importanti potrebbero verificarsi in caso di un’improbabile vittoria del partito Laburista, ma la Brexit continuerebbe a deteriorare la situazione”.

La Sterlina sta soffrendo man mano che si avvicina il giorno del voto[1]. Considerando che lo stacco del partito Conservatore nei confronti del partito Laburista si sta riducendo, la caduta della Sterlina riflette le preoccupazioni rispetto al fatto che il partito di Theresa May potrebbe non riuscire a raggiungere la maggioranza assoluta di cui ha bisogno per gestire i negoziati sulla Brexit da una posizione forte; tutto questo in un momento in cui l’economia Britannica sta mostrando segnali di rallentamento. Rispetto alla maggioranza di 100 e più seggi che in molti pensavano potesse essere raggiunta dal partito Conservatore, i mercati, dal nostro punto di vista, stanno chiaramente prezzando una vittoria molto più modesta – una maggioranza di 50 seggi o poco più. E c’è ancora margine per veder diminuire ulteriormente questo vantaggio.
Il danno, a nostro avviso, è in qualche modo auto-inflitto. Il manifesto del partito Conservatore è insolito in questo contesto poiché c’è poco rispetto per le politiche che tradizionalmente si trovano al centro dei programmi dei Conservatori. Lascia aperta la possibilità di aumenti fiscali e la proposta di far pagare agli anziani la loro assistenza sociale appare come un vero e proprio passo falso”.
Dall’altra parte, il partito Laburista di Jeremy Corbyn, ha pubblicato un manifesto con un appello diretto al suo elettorato di base. L’intento è quello di entusiasmare i sostenitori del leader dei Laburisti, e assicurarsi un’alta affluenza che giocherebbe a loro favore. In sintesi, siamo pronti a vedere una competizione molto più serrata di quanto non ci si aspettasse all’inizio della campagna elettorale”.

Tenere sotto osservazione la Sterlina
Detto questo sembra ancora che Theresa May e il suo partito possano ritrovarsi con una maggioranza più ampia rispetto a quella che avevano in precedenza. I mercati, dal nostro punto di vista, reagiranno positivamente alla notizia, e la Sterlina dovrebbe riuscire a rafforzarsi un po’. L’effetto a catena, per quanto riguarda l’azionario, potrebbe essere un rally modesto delle azioni delle aziende più focalizzato sul mercato domestico UK. Il calo della Sterlina dopo il voto sulla Brexit ha fatto aumentare il costo delle importazioni delle materie prime che queste aziende utilizzano per produrre beni che poi vendono in Inghilterra, e c’è stata parecchia pressione in quanto questi costi sono stati poi ricaricati sul prodotto finale. Un aumento della Sterlina potrebbe proteggere i consumatori inglesi da questi aumenti in un periodo in cui i salari hanno subito un vero e proprio congelamento. Noi suggeriamo comunque cautela, in quanto l’aumento della Sterlina sarà comunque modesto, non più del 1-2% con una maggioranza di 50 seggi o poco più del partito Conservatore, forse un 3-4% se la vittoria sarà più consistente. È importante, invece, ricordare che la Sterlina debole è stata una manna per le multinazionali con headquarter nel Regno Unito come Unilever, i cui profitti vengono realizzati per la maggior parte all’estero in Euro o Dollari, quindi i bilanci di queste aziende sono migliorati grazie ai tassi di cambio favorevoli.
In caso di vittoria del partito Laburista, la direzione che potrebbe prendere la Sterlina è meno chiara. Potremmo assistere ad un “effetto Trump”, dove la probabilità di aumento della spesa pubblica allevierebbe la pressione sulla Bank of England, spingendo i tassi di interesse a breve termine più in alto secondo l’aspettativa che anche i tassi di interesse benchmark inizino anch’essi a crescere prima di quanto ci si aspetta; un andamento simile rafforzerebbe la Sterlina. In compenso, potenziali pressioni inflazionistiche legate alle politiche di Corbyn, e un’incertezza generale su come il governo Laburista potrebbe procedere, potrebbero pesare.

Una pia illusione
E qui nasce il problema, dal nostro punto di vista. Non è chiaro come Jeremy Corbyn voglia generare le entrate fiscali aggiuntive per bilanciare la spesa pubblica supplementare che prevede. I Laburisti hanno promesso che avrebbero aumentato le tasse sui redditi più alti, ma la storia ci insegna che i profitti aggiuntivi sperati spesso non si materializzano perché le persone riorganizzano le loro finanze per difendere i loro guadagni. Questo è quello che è successo quando il precedente ministro delle finanze George Osborne ha aumentato il tasso dell’imposta sul reddito dal 45% al 50%, le ricevute fiscali non sono cresciute in maniera significativa.
Quanto all’incremento della corporate tax, una decisione di questo tipo potrebbe rivelarsi controproducente in un momento in cui il Paese si prepara all’uscita dall’Unione Europea. Nella situazione attuale, bisogna dare un incentivo alle imprese perché continuino a trasferirsi nel regno Unito e l’aumento delle imposte sulle imprese, a nostro avviso, non trasmette il giusto segnale. Parlare dell’implementazione di un’imposta sulle transazioni finanziarie è altrettanto inutile a causa della minaccia che la Brexit pone all’industria dei servizi finanziari del Paese.

Preparati per un hard landing
Per le aziende e per noi che investiamo nelle aziende inglesi, il focus principale per entrambi i partiti dovrebbe essere quello di disegnare una roadmap che sia di supporto per districarsi in quel potenziale campo minato che è la Brexit. Crediamo che una “hard Brexit”, che ci taglierebbe fuori dall’unione doganale, sia l’esito più probabile di negoziati guidati dai Conservatori che tornano al governo. Prima conosceremo quali saranno le regole del gioco per il futuro commercio con il resto d’Europa, meglio sarà per tutti. La recente ondata di populismo, che ha apparentemente travolto molte delle nazioni occidentali, è stata un fattore profondamente destabilizzante per le imprese. Qualsiasi partito vinca deve dare vita ad una narrativa che sia più costruttiva nei confronti dell’attività imprenditoriale e che implichi la creazione di un quadro che renderà il Regno Unito un luogo più attraente per fare affari.
In caso di vittoria, il partito Laburista sarebbe in una posizione migliore per ricreare questo quadro? Improbabile. Con la Brexit, un nuovo governo Laburista inizierebbe da zero. A nostro avviso, avrebbero ancora meno tempo per negoziare un buon affare per il Regno Unito rispetto al partito Conservatore, anche se potrebbero approfittare di tutto il duro lavoro già svolto dallo stato per prepararsi alle trattative per la Brexit. La cosa migliore a cui possiamo aspirare è un accordo transitorio decente, e crediamo che sia anche il risultato più probabile per qualsiasi negoziato da parte del partito Conservatore, anche se la speranza è che il partito di Theresa May vada un po’ più avanti nell’identificare cosa sperano di raggiungere con i negoziati.
In sintesi, il risultato delle elezioni generali di questo mese non modificherà di molto la nostra visione secondo cui le aziende in cui investiamo dovrebbero prepararsi per un’uscita totale del Regno Unito dall’Unione Europea. Accordi transitorie dove vediamo possibili accordi commerciali settore per settore potrebbero ammorbidire il colpo; un’unione doganale completa sembra irraggiungibile data l’insistenza dell’Unione Europea sul fatto che una libertà di movimento completa per i suoi cittadini rimane un condizione imprescindibile per ottenere quel privilegio.”


Alastair Gunn e Rhys Petheram – gestori – Jupiter Asset Management