Bond, tra duration e investimenti alla vigilia del tapering

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Il segreto? Agire in un’ottica globale, guardare oltre l’orizzonte dei titoli di Stato e utilizzare le obbligazioni indicizzate all’inflazione

Agire in un’ottica globale e trarre vantaggio da un’allocazione geografica differenziata, come per esempio, nei mercati dei tassi d’interesse statunitensi e australiani, dove fattori sia globali che locali concorrono a favorire un’esposizione con duration lunga; guardare oltre l’orizzonte dei titoli di Stato e utilizzare le obbligazioni indicizzate all’inflazione. Questo il suggerimento di Charles McKenzie, chief investment officer obbligazionario di Fidelity International, circa le strategie di investimento più idonee da adottare sul mercato obbligazionario, alla vigilia delle imminenti riunioni della Banca centrale europea e della Federal reserve.

Gli occhi vanno, infatti, alle riunioni della Bce di giovedì 20 luglio e della Fed della prossima settimana: appuntamenti in cui non si attendono, però, cambiamenti di rotta per quanto concerne le politiche monetarie.

“In Europa, la crescente fiducia della Bce nell’andamento espansionistico dell’economia porterà probabilmente all’annuncio di un tapering modesto nella riunione di settembre. La riduzione degli acquisti partirà da gennaio”, spiega McKenzie, che poi aggiunge che si aspetta che la Bce scelga la strada della cautela, riducendo molto gradualmente gli acquisti e combinando il tapering con una proroga del Quantitative easing (Qe) fino al 2018 per attutire gli effetti complessivi sui mercati dei tassi. “Nel caso dei bund, e più in generale delle obbligazioni europee, la maggiore chiarezza riguardo ai piani della Banca centrale europea sul tapering dovrebbe eliminare una fonte chiave d’incertezza, frenando i rendimenti nel breve termine”, prosegue il chief investment officer obbligazionario di Fidelity International, che interpellato sulla situazione Oltreoceano si aspetta che la Fed annunci formalmente l’inizio del processo di normalizzazione del bilancio nella riunione di settembre, anche se l’impatto di questa notizia sui titoli di Stato Usa dovrebbe essere limitato. “È probabile che gli investitori approfitteranno di eventuali rialzi dei rendimenti per acquistare, soprattutto in considerazione del quadro inflazionistico ancora debole.

Qualora ci fosse un’ondata di incertezza e di volatilità, con vendite su mercati del credito o azionario, oppure se i rendimenti registrassero un’impennata, a nostro avviso la Fed interverrebbe senza indugio per placare i mercati e allentare le condizioni finanziarie”, dichiara l’esperto.

In questo scenario, si può affermare che la lunga marcia rialzista delle obbligazioni sia finita?
Secondo McKenzie no. Il chief investment officer obbligazionario di Fidelity International aggiunge poi che è fondamentale mantenere la duration all’interno dei portafogli poiché contribuisce a compensare il rischio di credito offrendo una forma di protezione contro nuove debolezze economiche. “Con i tassi d’interesse destinati a rimanere su livelli ridotti non è facile trovare il giusto equilibrio tra rendimento e sicurezza. La soluzione, tuttavia, non è ridurre la duration, poiché questo fattore gioca un ruolo di grande importanza in un portafoglio bilanciato”, conclude l’esperto.