L’incremento della propensione degli asset owner per le attività illiquide sta dando impulso all’interesse per gli investimenti congiunti

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State Street Corporation (NYSE: STT) ha annunciato i risultati dell’ultimo studio denominato A New Climate for Growth: Adapting Models to Thrive (Un Nuovo Clima per la Crescita: Adattare i Modelli per Prosperare), secondo il quale gli investitori stanno crescendo grazie al consolidamento, agli investimenti congiunti, all’esternalizzazione di alcune funzioni chiave e alla conseguente internalizzazione di altre.

Negli ultimi cinque anni, quasi un terzo degli asset owner intervistati (30%) ha internalizzato alcune attività di gestione, mentre il 23% ha intenzione di fare la stessa cosa nei prossimi 12 mesi. Inoltre, i due terzi degli intervistati (66%) ritengono che, nei prossimi 5 anni, gli investitori istituzionali con fondi multipli si consolideranno sempre di più.

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Ad ogni modo, con l’internalizzazione di un numero maggiore di funzioni aumentano anche le sfide per gli investitori; il 53% degli intervistati ha affermato che le risorse operative si stanno progressivamente esaurendo a seguito della gestione del processo di internalizzazione, mentre il 57% ha riscontrato delle difficoltà nell’ottenere le competenze e i talenti necessari per svolgere questo processo.

Oltre la metà (54%) degli asset owner che hanno preso parte allo studio ritiene che l’investimento congiunto – ovvero quando due istituzioni collaborano su un investimento – sia un modo per accrescere le proprie competenze. Nei prossimi 12 mesi il 68%, il 65% e il 48% degli investitori intente svolgere investimenti congiunti rispettivamente nel settore delle infrastrutture, real estate e private equity. Dallo studio è inoltre emerso che nei prossimi 12 mesi gli asset owner intendono incrementare la loro esposizione alle attività illiquide.

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Un’altra conseguenza di questo trend volto alla crescita è la revisione delle priorità, con gli asset owner che scommettono maggiormente su determinate attività e ne esternalizzano altre. Oltre un terzo degli investitori (36%) ha deciso di esternalizzare determinate funzioni per potersi concentrare internamente su quelle attività che apportano più valore, con il 37% degli intervistati che esternalizza quelle funzioni che internamente non riuscivano a crescere abbastanza velocemente.

“I cambiamenti sistematici dell’ambiente d’investimento, rappresentati dall’incremento delle pressioni sul prezzo e dai rendimenti bassi per lungo tempo, rendono chiaro che i trend evidenziati dal nostro studio continueranno, poiché gli investitori mirano ad ottenere migliori rendimenti a prezzi più bassi, così da poter far fronte alle passività. La chiave per la gestione di questa strategia sarà la ricerca dei migliori partner con cui collaborare, rivalutare le risorse interne e rivedere il rendimento del supporto esterno”, ha affermato Federico Viola, Responsabile Asset Owners Solutions Southern Europe di State Street.
Nel corso dell’anno, State Street lancerà un nuovo strumento di benchmarking che permetterà ai clienti di confrontarsi con quanto emerso dallo studio e misurare il proprio grado di preparazione per il futuro rispetto alle società concorrenti.