Azionario, ecco perché guardare al settore energetico

Patrick Moonen -

Sia il settore energetico sia quello dei materiali hanno leggermente sottoperformato rispetto all’indice MSCI World. Riteniamo che questo rappresenti un’opportunità di acquisto, soprattutto per quanto riguarda gli energetici.

La redditività del settore si sta infatti ripristinando. Riteniamo che, agli attuali prezzi del petrolio, la capacità di produrre reddito possa migliorare rapidamente. È interessante notare che nel periodo 2004 – 2009, quando il petrolio è passato da 50 dollari a oltre 100 dollari al barile, la quota di utile del settore energetico sul totale dei profitti era circa il 15%. Ora si attesta intorno al 6%.

Questa rinnovata capacità di fare utile è importante per i dividendi del settore. Le compagnie petrolifere hanno cercato di mantenere i loro consistenti pagamenti di dividendi durante gli anni della crisi, aumentando il proprio indebitamento. Oggi possono probabilmente ripagarlo con i loro flussi di cassa. L’attuale dividend yield è del 3,5% a livello globale e addirittura del 5,4% per gli investitori europei.

Anche la performance relativa del settore è rimasta indietro rispetto al miglioramento del prezzo del petrolio. Su questo punto il settore dei materiali (o l’industria metallurgica e mineraria) si è comportato diversamente, avendo seguito più da vicino il miglioramento dei prezzi dei metalli industriali.

Dal punto di vista comportamentale e secondo l’ultimo sondaggio condotto dai gestori di fondi, constatiamo che l’energia, a differenza dei materiali, non è un sovrappeso consensuale. Anche i flussi azionari attivi provenienti da investitori istituzionali sono positivi.


Patrick Moonen – Principal Strategist Multi Asset – NN Investment Partners