Il Ministro Calenda: ‘Per traghettare il Paese verso il domani occorre investire in sviluppo e protezione’

-

In un quadro caratterizzato da una crescente integrazione internazionale, l’adozione di provvedimenti di carattere sociale ed economico deve fare i conti con un futuro dai contorni sempre più sfumati.

“Bisogna ritornare all’etica degli affari cercando di non imboccare sempre la strada più facile”, ha dichiarato il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda intervenuto oggi in collegamento nella plenaria di chiusura del Salone del Risparmio. “Per traghettare il Paese verso il domani occorre investire sia nello sviluppo che nella protezione: se questi due concetti non corrono di pari passo, allora, non sta insieme neanche la società” ha esortato il Ministro ripercorrendo il processo di globalizzazione dalla caduta del Muro di Berlino ad oggi.

Secondo Calenda in questo processo qualcosa non ha funzionato: “lo sviluppo dei paesi emergenti non ha portato alcun riflesso nelle economie occidentali”. Il rischio è trovarsi in un mondo in cui, per paradosso, il nazionalismo sembri più equo. “Il sistema degli scambi mondiali sta andando sotto tensione – avverte Calenda – I dazi non vengono più usati solo per sanzionare dei comportamenti, ma anche per ridurre il deficit. È una fase pericolosa: cresce il protezionismo e così anche le tensioni politiche”. Secondo il Ministro focalizzarsi sull’oggi per affrontare il domani è la strada da percorrere, soprattutto in politica: “gli italiani non sono pronti ad accettare sacrifici oggi in vista di un futuro che fanno fatica a immaginare” ha concluso Calenda “bisogna ragionare su ciò che riusciamo a scorgere e trovare un punto di equilibrio tra il cambiamento necessario e quello accettabile”.