La nuova classifica di sostenibilità dei Paesi Ocse di Degroof Petercam AM

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La Norvegia torna in vetta, seguita dalla Danimarca e dalla Svizzera, che riagguanta il podio. La Francia di Macron entra a far parte dell’universo investibile, ma la sua performance in termini di sostenibilità resta sotto osservazione

I Paesi del Nord e del Centro Europa si posizionano nella top 10 della classifica semestrale sulla sostenibilità dei Paesi Ocse presentata da Degroof Petercam Asset Management – società di gestione del risparmio di Degroof Petercam con oltre 50 miliardi di euro in gestione e dal 2002 pioniere negli investimenti responsabili. Dal 2007 la società di gestione effettua questa analisi con lo scopo di definire l’universo di investimento del fondo obbligazionario governativo SRI DPAM L Bonds Government Sustainable, dal quale vengono esclusi quei Paesi che occupano la metà inferiore della classifica.

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Il tris di testa si compone di Norvegia – al quarto posto nella precedente rilevazione – Danimarca e Svizzera, che spodesta la Svezia dal podio grazie a un posizionamento di eccellenza relativamente a tutti i criteri presi in esame (anche se rimangono margini di miglioramento sul tema delle energie rinnovabili). In top ten si segnala l’ingresso dell’Olanda e del Lussemburgo, rispettivamente all’ottava e nona posizione, mentre, allargando lo sguardo all’universo investibile delineato dalla classifica (costituito dai migliori 19 paesi), a emergere è la performance della Francia di Macron, che entra di nuovo tra le nazioni oggetto di investimento del fondo DPAM L Bonds Government Sustainable. Questo risultato è stato reso possibile, oltre che dalla performance relativa negativa fatta registrare da altri paesi in graduatoria, dal forte impegno circa il tema del cambiamento climatico e dai buoni risultati ottenuti sul fronte della parità di genere. Parigi resta comunque sotto osservazione, perché, complessivamente, le sue istituzioni non performano in maniera particolarmente positiva in nessuna delle dimensioni di sostenibilità prese in esame.

L’Italia si conferma in 29esima posizione, rimanendo fuori dall’universo di investimento insieme ad altre nazioni importanti come Giappone (20°), Spagna (27°) e Stati Uniti (28°)

L’Italia non ha compiuto significativi passi avanti rispetto al secondo semestre 2017, confermandosi al 29esimo posto: rimangono scarse le performance registrate in termini di incidenza della corruzione, libertà di stampa e stabilità delle istituzioni. Altrettanto deludenti i risultati ottenuti in merito a dimensioni quali, da un lato, l’istruzione e l’innovazione, vere e proprie cartine di tornasole per valutare le aspettative delle generazioni più giovani, e, dall’altro, il tasso di povertà e l’equa distribuzione della ricchezza. Segnali relativamente positivi arrivano invece da ambiti quali l’efficienza energetica, le emissioni inquinanti e il peso delle fonti di energia rinnovabili sul totale del fabbisogno nazionale.
L’Italia non è la sola, tra le principali economie globali, ad aver deluso: nella parte bassa della classifica rimangono infatti anche gli Stati Uniti, 28esimi, la Spagna (27esima) e il Giappone, che resta però al di fuori dell’universo investibile solamente di una posizione (20esimo).

“Sono ormai più di 10 anni che realizziamo, sulla base di una metodologia proprietaria, l’analisi di sostenibilità dei Paesi membri dell’Ocse. Nel corso di questo lasso di tempo, non è venuta meno, si è anzi di molto rafforzata, l’utilità che la classifica porta con sé. Ciò è legato soprattutto al peso crescente che il debito governativo sta assumendo a livello internazionale: il Fondo Monetario Internazionale ha di recente lanciato ‘l’allarme debito’ che nel mondo ha raggiunto i massimi storici essendo arrivato al picco record di 164mila miliardi di dollari nel 2016, equivalente al 225% del Pil mondiale. Questo contesto rende indispensabile individuare i Paesi in grado di affrontare le sfide della sostenibilità e di impegnarsi per rispondere alle necessità della generazione attuale senza compromettere il benessere di quelle future” – ha commentato Ophélie Mortier, Responsabile degli investimenti responsabili di Degroof Petercam AM.

La classifica di sostenibilità – Come funziona

La classifica dei Paesi OCSE viene elaborata analizzando oltre 60 indicatori di sostenibilità, che possono essere influenzati dal governo di una nazione e i cui dati devono essere quantificabili, comparabili ed essere forniti da fonti ufficiali internazionali attendibili (es. World Bank, FMI, UNDP, Freedom House, World Economic Forum). Tali indicatori vengono raggruppati in cinque pilastri: (i) Trasparenza delle Istituzioni e Valori Democratici, (ii) Tutela dell’Ambiente, (iii) Popolazione, Salute e Distribuzione della Ricchezza, (iv) Istruzione e Ricerca & Sviluppo, e (v) Economia. Gli indicatori utilizzati per elaborare la classifica sono stati recentemente aggiornati, assegnando un peso maggiore a fenomeni di crescente importanza quali i fenomeni migratori, l’istruzione e la biodiversità.
Oltre a questi, viene preso in considerazione anche un indicatore di tendenza, che tiene conto dei progressi attuati da ciascun Paese nel tempo in tema di sostenibilità, in modo da “premiare”, contemporaneamente, i Paesi che sono risultati più virtuosi e anche quelli che hanno compiuto ragguardevoli passi avanti.