Draghi blocca le aspettative del mercato

David Simner -

La BCE ha annunciato una riduzione progressiva del suo programma di Quantitative Easing.

La Banca centrale europea ridurrà gli acquisti mensili dagli attuali 30 miliardi di euro a 15 miliardi a partire da settembre fino alla fine dell’anno.
Cesseranno i nuovi acquisti mentre continuerà il reinvestimento dei titoli in scadenza, in questo modo la BCE resterà attiva ancora per molto tempo sul mercato dei titoli a reddito fisso europei.

Ciò che spicca davvero oggi, tuttavia, è stata la dichiarazione secondo cui i tassi non aumenteranno almeno fino all’estate del 2019. Si tratta di un importante cambio di direzione del Consiglio direttivo, che storicamente si è sempre astenuto dal indicare qualsiasi impegno futuro riguardo le proprie intenzioni.

Durante la conferenza stampa, Mario Draghi ha fatto di tutto per sottolineare i rischi e le incertezze che ancora ci attendono. Le previsioni della BCE circa l’inflazione sono state riviste verso l’alto, a causa principalmente dei prezzi del petrolio. La crescita è debole e, secondo Draghi, potrebbe mantenere questo stato ancora per qualche tempo.

Sia la dichiarazione che i commenti fatti durante la conferenza stampa forniscono alla Banca Centrale un’ampia “discrezionalità” riguardo all’eventuale cambio di rotta e la possibilità di adattare la propria politica secondo i dati che in futuro verranno rilevati. Se i dati dovessero deludere le aspettative, una flessibilità aggiuntiva, sia sul QE che sui tassi, potrebbe rivelarsi utile.

L’orientamento accomodante e il preimpegno della BCE sui tassi dovrebbero stabilizzare le eventuali aspettative del mercato per i prossimi mesi.
È probabile che, in assenza di nuovi riacutizzazioni politiche o titoli dall’Italia nel breve termine, la volatilità dei tassi andrà a diminuire sia sui mercati core che sui quelli periferici,. A livello di cross-market, in questo contesto i bund tedeschi dovrebbero continuare a sovraperformare i titoli del Tesoro USA, man mano che la divergenza tra la Fed e la BCE continua.


David Simner – Gestore obbligazionario europeo – Fidelity International