Indice IFO: la festa è ormai quasi finita

Anna Maria Grimaldi -

Continua lenta ma interrotta la discesa dell’indice IFO termometro dell’economia tedesca. Gli analisti si aspettavano una stabilizzazione, ma il business climate è peggiorato a 101 da 102 a dicembre.

A peggiorare anche questo mese sono in particolare le attese per i prossimi mesi che tornano (97,3 da 98,7) per la prima volta dal 2014 al di sotto della media di lungo periodo. L’indice sulla situazione corrente è calato di quasi un punto a 104,7 da 105,5 (rivisto al rialzo di 0,1), che è inferiore al livello medio dei sei mesi precedenti ma ancora superiore alla media a lungo termine.

Le imprese di servizi riportano un peggioramento marcato delle condizioni correnti più che delle prospettive per i prossimi mesi. Nel commercio al dettaglio e all’ingrosso, il sentiment ha continuato a scivolare per il terzo mese consecutivo anche se da livelli molto alti. La fiducia nelle costruzioni rimane su livelli assai ottimistici a 29,6 invariata rispetto al mese scorso.

In linea con le indicazioni dai PMI, pubblicati venerdì, l’indagine IFO conferma che il rallentamento del manifatturiero tedesco prosegue ininterrotto, con l’indice sintetico per il comparto in calo a 14,8 da 17,7, il livello più basso dall’inizio del 2016. Al di là di fenomeni transitori, quali l’introduzione della nuova normativa UE sui gas di scarico che ha pesato sulla produzione (di auto) nei mesi estivi, è evidente che il manifatturiero tedesco patisce il rallentamento del commercio mondiale e l’apprezzamento del cambio dello scorso anno, fenomeni che sono in parte ciclici ma in parte strutturali.

La novità di questo mese che è segnalata indiscussamente dal PMI e IFO è il peggioramento del quadro nei servizi sia pure da livelli ancora elevati. Mentre in Francia le proteste dei giubbotti gialli spiegano la frenata dei servizi in Germania non ci sono fattori specifici in atto.

Siamo meno fiduciosi su di un significativo rimbalzo della crescita del PIL tedesco a fine del 2018. Sospettiamo che la crescita stia rallentando in modo più duraturo al di là dei fattori temporanei che hanno depresso l’attività nel comparto auto in estate. Le ragioni vanno ricercate nell’incertezza generalizzata a livello internazionale e nazionale, con ripercussioni sul manifatturiero ma anche su investimenti e consumi. Il motivo precauzionale nei comportamenti di risparmio delle famiglie tedesche è storicamente più rilevante che altrove. Detto questo, la Germania è l’unico paese avanzato nel mondo occidentale che può permettersi di fare leva sulla politica fiscale, in modo aggressivo, per sostenere la crescita e la domanda interna.

Le indagini PMI e IFO confermano le nostre stime di crescita del PIL in media dell’1,6% nel 2018 e ritornando alla tendenza (1,4 / 1,5%) già nel 2019, prima di quanto ci aspettassimo fino alla fine dell’estate.


Anna Maria Grimaldi – senior economist Direzione Studi e Ricerche – Intesa Sanpaolo