Brexit, analisi dei prossimi step

Stephanie Kelly -
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Il percorso verso l’uscita del Regno Unito dall’UE rimane estremamente incerto, tanto che dalla nostra analisi di scenario nessun possibile risultato spicca più di altri.

Ciò riflette l’ampia gamma di risultati probabili, che è soggetta a cambiamenti anche in questo contesto politico estremamente febbrile.

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  • L’esito più probabile è un accordo proposto da May (25%), dato il ruolo chiave che il governo gioca nel negoziare e approvare la legislazione sulla Brexit. Tuttavia, il suo margine di manovra in questo contesto è chiaramente limitato da opinioni molto diverse all’interno del suo stesso partito in merito all’accordo di uscita proposto, oltre che dalla mancanza di volontà dell’UE di modificare la clausola di backstop.
  • Il secondo risultato più probabile è un’unione doganale (20%). È l’unico accordo legale esistente che potrebbe ottenere la maggioranza in Parlamento, dato che rientra nelle proposte politiche del partito laburista, aiuta a mantenere una frontiera irlandese fluida e assicura il controllo dell’immigrazione, un principio chiave nella campagna pro-Brexit. Tuttavia, limita chiaramente la capacità del governo di concludere accordi commerciali a livello globale, una linea rossa per molti deputati pro-Brexit.
  • Il rischio che non si giunga ad un accordo rimane sostanziale (20%), a causa dell’incertezza sulla via da seguire, dell’opposizione all’accordo proposto da May in seno allo European Research Group (ERG) del partito conservatore. Senza dimenticare che senza un accordo si configurerebbe una posizione giuridica di default.
  • Rimangono ancora possibili sia un’elezione generale che un referendum (15%), anche se quest’ultimo ha perso consensi nelle ultime settimane. Ciononostante, entrambe le opzioni offrirebbero ai deputati un dispositivo di salvataggio in una situazione di stallo politico. Non è comunque chiaro quali domande porrebbe la scheda elettorale, di conseguenza gli scenari potrebbero includere o meno l’opzione “No Deal”.
  • L’opzione Norvegia Plus, pur ampiamente discussa sui media, secondo le nostre stime resta la meno probabile (5%). Questo perché non persegue nessuno degli obiettivi della campagna Brexit (controllo dell’immigrazione, politica commerciale indipendente, contributi all’UE) ed è quindi molto difficile che sia appoggiata da un governo conservatore, o anche da una maggioranza semplice.

Analisi dello scenario

L’analisi di scenario che segue riguarda la reazione a breve termine del mercato ad ogni possibile passo ulteriore del processo di Brexit.

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  • Per gli scenari 2,3 e 4, la Bank of England continua come previsto con un unico aumento dei tassi di 25bps nel secondo semestre del 2019. In caso di elezioni generali (Scenario 5) o secondo referendum (Scenario 6), ci aspettiamo che la BOE assuma una posizione attendista nel 2019 a causa delle conseguenze dell’incertezza di tali eventi. Se non si raggiunge un accordo (Scenario 1), ci aspettiamo che la Banca riduca i tassi di 25bps. Questa risposta limitata è dovuta alla mancanza di spazio per un sostanziale allentamento, alla pressione al rialzo dell’inflazione da parte del mercato del lavoro e allo shock dal lato dell’offerta che tale scenario genererebbe.
  • Alcuni di questi scenari avranno effetti secondari sulla stabilità politica nel Regno Unito, con un elevato potenziale di disgregazione politica sia nel partito laburista che in quello conservatore. Tuttavia, l’impatto sul mercato di tali effetti secondari non è integrato nelle stime a causa della complessità della definizione dei tempi e dell’entità di tali disgregazioni.

 

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Stephanie Kelly – Political Economist – Aberdeen Standard Investments