L’Europa sostiene il mercato globale M&A

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Continua la decrescita del mercato globale M&A con il sesto trimestre consecutivo di performance negativa, in quanto solo gli acquirenti in Europa sono stati in grado di creare valore dagli accordi

L’Europa è l’unica regione al mondo ad aver registrato una performance positiva del mercato M&A nel primo trimestre del 2019, con gli operatori europei che hanno surclassato l’indice regionale del 2,8%, secondo le ultime rilevazioni del Quarterly Deal Performance Monitor (QDPM) di Willis Towers Watson, redatto in partnership con la Cass Business School.

Una performance triennale mediamente superiore del 5,1% rispetto all’indice colloca gli acquirenti europei al primo posto, trainati da una performance positiva consistente nei precedenti sei trimestri, seguiti dagli acquirenti nordamericani e dell’area Asia-Pacifico con una performance inferiore agli indici regionali nello stesso periodo rispettivamente dell,11% e del 5,5%.

Anche il mercato M&A nel Regno Unito rimane in linea con la performance positiva degli acquirenti europei, con le cinque transazioni dal valore superiore a $100 milioni che si sono svolte che hanno superato l’indice in media del 5,7%. Gli acquirenti britannici hanno costantemente surclassato la propria regione sin dal lancio dell’indice nel 2008, con una media del 3,9%, negli ultimi tre anni, con una media del 3,7%, e nell’ultimo anno, con una media del 3,9%, nonostante la persistente incertezza della Brexit.

Di fronte a uno contesto di mercato volatile e segnato dall’incertezza politica globale, dal crescente protezionismo alle sanzioni, il mercato globale M&A nel complesso ha registrato per la prima volta una performance negativa per il sesto semestre consecutivo, con un calo medio sull’indice del 5,4% per il trimestre, in peggioramento dello 0,6% sul dato dello stesso periodo del 2018.

Matteo Fiocchi, Practice Leader Executive Compensation & Strategic Rewards, ha commentato. “L’Europa è in controtendenza rispetto alla performance negativa globale del mercato, a dispetto delle incertezze politiche della regione. La relativa stabilità della situazione politica ed economica però consente alle aziende di fare meglio delle omologhe nel resto del globo.

Europei e britannici quindi a guidare la performance del mercato. Tuttavia il contesto di mercato reso più difficile dalle controversie commerciali tra Stati Uniti e Cina, la prospettiva di un rialzo dei tassi d’interesse e la stretta sull’indebitamento rischiano inevitabilmente di pesare sul mercato M&A e dovrebbero obbligare gli acquirenti di tutto il mondo a essere più selettivi che mai”.

Gli acquirenti del Nord America hanno vissuto un calo della performance particolarmente acuto, pari al 10,1%, che rappresenta la peggiore performance della regione da quando è stato lanciato l’indice, mentre l’Asia-Pacifico ha registrato una performance negativa dello 0,5% sull’indice regionale.

“I risultati negativi del mercato M&A nordamericano, tradizionalmente molto solido, riflettono una crescente attenzione verso acquisizioni mirate di carattere nazionale, in parte incoraggiate dalle modifiche alla legge statunitense sulla riforma fiscale. L’esperienza però insegna che questo non è un orientamento redditizio e che gli acquirenti dovrebbero concentrarsi sul selezionare gli accordi migliori, piuttosto che limitarsi ad obiettivi che traggono vantaggio dall’attuale politica interna “, ha sottolineato Marco Radice, Client Relationship Director per Willis Towers Watson.

Ulteriori risultati emersi dallo studio includono:

  • La performance media a tre anni è negativa, dello 0,9%, per la prima volta al lancio dell’Indice nel 2008.
  • La maggior parte delle tipologie di accordo ha vissuto una performance negativa. La peggiore performance del trimestre sono stati gli accordi Slow, in calo del 10%, seguiti dagli accordi Large e Domestic in calo del 9.1%.
  • Gli accordi transfrontalieri, transregionali e rapidi hanno registrato una performance positiva sull’indice rispettivamente dello 0,9%, del 3,1% e del 2,5%.
  • Nel primo trimestre sono stati chiusi solo 180 accordi[2], il dato più basso dal primo trimestre 2014: ciò è dovuto principalmente al continuo calo del numero di accordi in Asia.

“Le crescenti riserve di liquidità, le rivoluzioni tecnologiche, il rallentamento della crescita dei mercati emergenti continueranno a spingere le aziende a entrare nel mercato M&A” ha affermato Matteo Fiocchi “Allo stesso tempo, lo stress del mercato che ha caratterizzato l’anno scorso permane e molti obiettivi sembrano ora più costosi di quanto non fossero atto durante i precedenti picchi dell’M&A, come nel 1999 e nel 2008, rendendo la competizione più serrata che mai.

Per gli intermediari che sperano in una svolta nella seconda parte di quest’anno, non c’è mai stato un momento più importante per concentrarsi sulla selezioni dei potenziali obiettivi, sulla due diligence e sulla scelta del team prima di stringere un qualsiasi accordo”.