L’azionario emergente risale l’ottovolante

Rob Mumford -

Nell’ultimo periodo quella dei mercati emergenti è stata una corsa sulle montagne russe, con la performance eccezionale del 2017 e il sell-off diffuso che, anche a causa dell’escalation delle tensioni commerciali, ha interessato l’asset class nella seconda parte del 2018.

Nell’anno in corso abbiamo assistito a un’importante ripresa della propensione al rischio, che ha però fatto un nuovo passo indietro con gli ultimi sviluppi delle tensioni USA-Cina. Ogni ciclo tende a essere diverso e in questo gli investitori hanno dovuto affrontare la fine del quantitative easing e una serie di tensioni di natura geopolitica. Attualmente, tuttavia, osserviamo una serie di opportunità interessanti e le prospettive di rendimento per il futuro appaiono buone.

La tesi secolare che l’azionario emergente sia sotto-rappresentato all’interno degli indici globali rispetto sia alla quota del PIL globale imputabile a questi paesi sia alla capitalizzazione di mercato (flottante escluso) rimane assolutamente valida. Altri driver secolari includono il boom di una classe media giovane e abbiente, l’insieme delle riforme orientate ai consumi domestici e la riclassificazione degli indici MSCI per rappresentare una maggiore esposizione alla Cina.

In termini ciclici, l’azionario emergente sembra entrare ora in una fase caratterizzata da un profilo di rischio/rendimento interessante, dato che si è equilibrata la sovraperformance, rispetto ai mercati sviluppati, registrata sia nel periodo 2004-2008 che tra il 2009 e il 2010. Questo significa che, dal nostro punto di vista, le valutazioni sono sia favorevoli che interessanti. Inoltre, grazie all’attrattiva di un aumento di carry trade positivo (ad esempio, in Brasile), si può prevedere un flusso in ingresso di capitali che dovrebbe essere di supporto. Infine, le previsioni relative al PIL mostrano un probabile aumento del divario in termini di crescita tra mercati sviluppati ed emergenti, e questa maggiore crescita degli emergenti dovrebbe finalmente riflettersi nei prezzi dell’azionario (questo si può già osservare nei mercati del credito ed è importante ricordare che i rating del debito sovrano appaiono significativamente più elevati rispetto ai cicli precedenti). Per queste ragioni crediamo che tutte le condizioni siano ideali per un eventuale re-rating positivo e per una solida performance dell’azionario emergente.


Rob Mumford – Portfolio Manager del team Emerging Markets Equity – GAM Investments