Mutui: tassi in calo dopo il taglio della Bce
Dopo il taglio di 25 punti base da parte della Bce dello scorso 17 ottobre, anche le Banche centrali di Stati Uniti e Regno Unito si preparano, con ogni probabilità, a una sforbiciata dei tassi di interesse. Il prossimo 7 novembre sono infatti in programma le riunioni della Fed e della Bank of England: secondo gli analisti, lo scenario più probabile è che in entrambi i casi si decida per un taglio del costo del denaro. Negli Stati Uniti, dopo la riduzione di 50bps di due mesi fa, l’inflazione si attesta vicina al target del 2% e, secondo le previsioni, la Fed provvederà a un ulteriore taglio di 25 punti base nella riunione di giovedì. Nel Regno Unito l’inflazione è scesa più velocemente di quanto ci si aspettasse, arrivando a toccare l’1,7%. Dopo la decisione presa a settembre di mantenere inalterati i tassi, gli analisti si aspettano un approccio più aggressivo da parte della BoE, con un probabile taglio dello 0,25% nella riunione di giovedì.
Tassi di interesse in discesa: fisso meglio del variabile, mutui green si confermano mediamente più convenienti di 30/40bps. Prorogato fino al 2027 lo stanziamento del Fondo prima Casa
In Italia, la sforbiciata della Bce ha avuto effetti positivi sul mercato dei mutui. Secondo i dati dell’Osservatorio di MutuiOnline.it, a ottobre i tassi di interesse per mutui a 20 e 30 anni si confermano in discesa, con il TAN medio per il variabile che si attesta al 4,06% e con la migliore offerta che scende al 3,68%. Nonostante il calo del variabile, il tasso fisso rimane nettamente più conveniente, con un TAN medio del 2,90% e un minimo che si ferma al 2,55%: non è un caso, dunque, che il 99,2% dei clienti di MutuiOnline.it si orienti proprio verso questo tipo di finanziamento.
L’opzione dei mutui green continua a rappresentare un’ottima alternativa per chi vuole risparmiare ulteriormente, con tassi di interesse mediamente più convenienti di 30/40 punti base rispetto ai mutui tradizionali e la migliore offerta per il tasso fisso che si attesta al 2,50%. La soluzione green è dedicata all’acquisto di immobili ad alta efficienza energetica, ovvero dalla classe B in su, o per sostenere gli interventi di ristrutturazione edilizia di un’abitazione per migliorarne la classe energetica e l’efficienza. Questo tipo di finanziamento viene offerto a condizioni più favorevoli proprio per incentivare il risparmio energetico e ammodernare il patrimonio immobiliare.
Inoltre, la manovra di Bilancio 2025 ha prolungato fino al 2027 lo stanziamento per il Fondo prima Casa, che offre una garanzia pubblica a famiglie e giovani under 36 sul mutuo per l’acquisto dell’abitazione principale. Il Fondo è rivolto a tutti i cittadini non proprietari di altri immobili a uso abitativo; tra le categorie alle quali è riconosciuta la priorità rientrano i nuclei monogenitoriali con figli minori conviventi e i giovani di età inferiore ai 36 anni.
Surroga: richieste in aumento sfiorano il 35% nel terzo trimestre 2024
Le condizioni sempre più favorevoli per quanto riguarda i tassi di interesse sui mutui, soprattutto rispetto al recente passato, stanno spingendo sempre più consumatori a considerare la surroga. Questa procedura consiste nel trasferire il mutuo da una banca a un’altra mantenendo l’ipoteca costituita al momento della sottoscrizione del contratto con la prima banca, beneficiando delle condizioni più vantaggiose offerte dal nuovo istituto. Introdotta dalla legge 40/2007 (la Legge Bersani), l’operazione rappresenta un diritto del mutuatario ed è sempre gratuita. Nel corso dei primi 10 mesi del 2024, il 34,2% delle richieste da parte dei clienti di MutuOnline.it ha riguardato proprio la surroga, contro il 31,2% del 2023 e il 22,1% del 2022. Quest’anno, la quasi totalità (99%) di chi ha scelto questa soluzione lo ha fatto per passare al tasso fisso, quota che si alza al 99,5% del totale se si considera solo il terzo trimestre dell’anno. Il Nord Italia si conferma l’area geografica dove le richieste risultano maggiori, con il 46,5% del mix sul territorio italiano nel terzo trimestre 2024, anche se la quota è calata rispetto allo stesso periodo dello scorso anno – quando si attestava al 50,3% del totale – e ai primi 6 mesi dell’anno, quando era di poco superiore al 49%. La leggera flessione verificatasi nel Nord coincide con una crescita nel Centro Italia, dove nel periodo luglio-settembre sono state richieste il 33,5% del mix (nei primi 6 mesi dell’anno la quota era del 32,4%); più staccato il Sud con il 13,3% del totale e le Isole con il 6,7%.

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